Tornatore, Giuseppe
Regista, sceneggiatore e produttore cinematografico, nato a Bagheria il 27 maggio 1956. Il suo è un 'cinema della memoria', che rievoca nostalgicamente il passato (spesso quello della sua regione, la Sicilia) e non trascura le esigenze spettacolari. Tra i numerosi riconoscimenti ricevuti: il Nastro d'argento come miglior regista esordiente nel 1987 per Il camorrista (1986); il Gran premio speciale della giuria al Festival di Cannes nel 1989, l'Oscar come miglior film straniero nel 1990 e due BAFTA Film Award nel 1991 (film e sceneggiatura) per Nuovo cinema Paradiso (1988); un Nastro d'argento come autore del miglior soggetto originale per Stanno tutti bene (1990); il Gran premio speciale della giuria alla Mostra del cinema di Venezia, un David di Donatello e un Nastro d'argento nel 1996 per L'uomo delle stelle (1995); due Nastri d'argento (regia e sceneggiatura) e un David di Donatello nel 1999 per La leggenda del pianista sull'Oceano (1998).
Dopo l'esordio come documentarista (Il carretto, 1974, seguito poi da Le minoranze etniche in Sicilia, 1982), nel 1979 ha iniziato a collaborare con la RAI, per la quale ha diretto Diario di Guttuso, Ritratto di un rapinatore, Incontro con Francesco Rosi, Scrittori siciliani e cinema. Per Il camorrista, suo primo lungometraggio, tratto dal romanzo di G. Marrazzo sulla vita di un boss della camorra, ha adottato i moduli espressivi del cinema sociale. Con Nuovo cinema Paradiso, che l'ha imposto a livello internazionale, ha fatto rivivere l'epoca degli spettacoli cinematografici popolari, mentre in Stanno tutti bene un viaggio lungo la penisola è il pretesto per raccontare la disgregazione morale dell'Italia attuale. Dopo l'episodio Il cane blu del film collettivo La domenica specialmente (1991) e il giallo metafisico Una pura formalità (1994), con l'insolito duetto tra Roman Polanski e Gérard Depardieu, in L'uomo delle stelle e Malèna (2000) T. ha recuperato visivamente la Sicilia degli anni Quaranta e Cinquanta, facendone lo sfondo dei sogni, delle illusioni e delle delusioni dei suoi personaggi. La leggenda del pianista sull'oceano, ispirato al monologo teatrale Novecento di A. Baricco e definito un 'kolossal intimista', è invece una fastosa allegoria dell'emigrazione in America, le cui molteplici metafore si prestano a numerose (e contrastanti ) chiavi di lettura.
Presidente dal 1978 al 1985 della cooperativa Compagnia lavoratori del cinema e del teatro (CLCT), ha prodotto tra l'altro Cento giorni a Palermo (1984) di Giuseppe Ferrara, Il figlio di Bakunin (1997) di Gianfranco Cabiddu, Il manoscritto del principe (2000) di Roberto Andò, per il quale ha anche ottenuto un Nastro d'argento. Della sua parallela carriera di fotografo sono testimonianza i due libri Novij Urengoi: un viaggio in Siberia (1999) e Fotografo in Siberia (2002). *
Giuseppe Tornatore, a cura di S. Toffetti, Torino 1995; Sicilia e altre storie. Il cinema di Giuseppe Tornatore, a cura di V. Caprara, Napoli 1996; W. Hope, The films of Giuseppe Tornatore, Leics 2001.