TRABACCHI, Giuseppe
– Nacque a Roma il 25 novembre 1838 (Roma, Archivio storico del Vicariato, ASVR, parr. S. Agostino, Battezzati, c. 299), primogenito del cinquantasettenne Domenico, senese ma da vari anni a Roma, ‘decano’ (una sorta di maggiordomo) di monsignor Filippo Corsi nel Collegio Piceno (ASVR, parr. S. Salvatore in Lauro, Anime, 1837) e di Maria Iacchelli di Perugia, anch’ella domestica, sposata in seconde nozze (ASVR, Uff. III, Pos. Matr., 1838): dall’unione nacquero anche Paulina, nel 1841 (ASVR, parr. S. Agostino, Battezzati, c. 346), e Gaetano, nel 1843 (Archivio di Stato di Roma, ASR, Ospizio S. Michele..., b. 1393).
Nel 1848 entrò nel Pio Ospizio di S. Michele (ibid.), dove rimase dieci anni. Alla Scuola d’arte studiò scultura, preferendo al canoviano Adamo Tadolini lo stile del maestro Alessandro Ceccarini, nella personale ricerca di un ductus classicista dall’anima secentesca, manifestato soprattutto nelle figure allegoriche e mitologiche, raggiungendo punte veriste solo nei ritratti.
Svolse la sua attività sempre a Roma, e, uscito dal S. Michele, nel 1858 entrò nello studio di Eduard Müller, a Ripetta (Roux, 1908). La prima opera nota risale al 1860, quando partecipò all’Esposizione di Firenze con il bassorilievo di una Madonna col Bambino (Atti officiali..., 1860), acquistato dal «signor Laurence di Londra» (De Gubernatis, 1889). Seguì la partecipazione all’Esposizione in S. Maria degli Angeli, nel 1870, con un analogo soggetto che gli valse un premio (Catalogo degli oggetti..., 1870; Roma, Archivio della Pontificia Accademia dei Virtuosi al Pantheon (APAVP), G. Pinza, Necrologio di Giuseppe Trabacchi, 1909, c. 3).
Residente nel rione Ponte con il fratello Gaetano (Bollettino..., 1871, p. 146), incisore di pietre dure e collaboratore del gioielliere antiquario Augusto Castellani (Osborne, 1912), nel 1871 Giuseppe risulta titolare di un proprio studio in vicolo del Vantaggio 45 (Oltre 12.000 indicazioni, 1871), dove nello stesso anno scolpì due monumenti funebri per conto di Francesco Ratti: due stele ad altorilievo in stile neorinascimentale dedicate a Leopoldo Ratti e Angela Righi e ad Adelaide Aloisi, in S. Agostino (Ceschi, 1962, p. 125).
Nella produzione privata sperimentò anche il linguaggio di genere, come nei busti Costume di Procida, esposto alla Società amatori e cultori di belle arti nel 1879 (Montani, 2007, p. 458), e Popolana (1888; coll. privata A. Muntoni); pratica per cui Luigi Bellinzoni lo invitò a partecipare al suo Panorama, una mostra sulla Roma di Bartolomeo Pinelli, dove espose Lo scrivano pubblico (Bellinzoni, 1895).
All’edizione del 1881 della Società amatori e cultori fu accolto con grande favore il bronzetto di sapore ellenistico Ascolia: Giuoco greco da servire per getto d’acqua (Montani, 2007, pp. 470, 594), acquistato dal ministero della Pubblica Istruzione, mentre il gesso entrò nelle collezioni del Museo artistico industriale del Comune di Roma (Atti officiali..., 1884, p. 30). Replicato nel 1888, piacque alla regina Margherita per la villa reale di Monza (APAVP, G. Pinza, Necrologio..., cit., c. 1).
Trabacchi partecipò «insieme al suo fratello d’arte Cencetti» (ibid., c. 5) alla decorazione della tomba al Verano che l’architetto Agostino Mercandetti edificò per sé da vivente (1879). Le due allegorie dell’Architettura e della Scultura sulla facciata anticipano nel tema l’Architettura e l’Arte industriale, più monumentali, sul prospetto del palazzo delle Esposizioni (Roma, Archivio storico capitolino (ASC), Segr. Gen., 26 aprile 1881; Il Palazzo..., 1990), suo esordio in un’opera pubblica. Da questa data lo scultore avviò la collaborazione con Adalberto Cencetti, dividendo lo studio in via Margutta, 114-116 (ASC, Tit. 54, 29 febbraio 1884).
Nel 1882 Trabacchi vinse il concorso per le statue degli Apostoli nella basilica ostiense di S. Paolo, ricevendo l’incarico del S. Matteo, di nobile concezione (Gazzetta Ufficiale, n. 164, 1882). Meno fortunati i tentativi di partecipazione alla decorazione della Banca d’Italia (Roma, Archivio centrale dello Stato, ACS, Ettore Ferrari, lettera del 12 ottobre 1889) e del palazzo di Giustizia (Gazzetta Ufficiale, n. 291, 1898).
Il 5 aprile 1884, in via Zucchelli 29/A, al rione Trevi, nacque Giulio Cesare Quirino (ASVR, parr. SS. Vincenzo e Anastasio, Battezzati, c. 217v), futuro fisico e unico sopravvissuto dei figli nati dal matrimonio con Virginia Pesarini.
La seconda opera di successo di Trabacchi fu la Bersabea, ispirata alla Venere accovacciata, dalla grazia correggesca. Presentata nel 1888 a Londra all’Italian Exhibition, fu acquistata dal «signor Buelten di Scozia» (De Gubernatis, 1889, p. 526); replicata nel 1890 per l’Esposizione di Roma, vinse il premio Ferrajoli e fu acquisita dal ministero della Pubblica Istruzione; un’altra copia fu inviata all’Exposition universelle del 1900 a Parigi, dove fu premiata con una medaglia d’argento (L’Esposizione..., 1901).
Trasferito lo studio in via Flaminia 51/A, dal 1889 Trabacchi si dedicò alla colossale statua bronzea dell’eroe dell’indipendenza messicana Miguel Hidalgo, mentre Cencetti attendeva a quella del presidente Benito Juarez (Rodríguez Prampolini, 1997; Martínez Assad, 2005). Il curatore presso il governo messicano fu l’ex deputato Cesare Orsini, ricompensato con il bozzetto dell’Hidalgo (ACS, Ettore Ferrari, lettera del 27 ottobre 1889); ma una serie di sfortunati eventi deluse le aspettative dello scultore (Angeletti, 1926, p. 264), fino al riduttivo allestimento della statua nel parco di Guanajuato.
Per il IV centenario della scoperta dell’America, sempre tramite Orsini, Trabacchi partecipò al progetto di un monumento al navigatore, di cui fornì il modello di Cristoforo Colombo in meditazione (Fleres, 1892, p. 370), portato alla World’s Columbian Exposition di Chicago del 1893.
Dell’intensa produzione funeraria di Trabacchi, al Verano si segnalano il busto del canonico Cesare Prosperi-Buti (morto nel 1883) e le statue dei fanciulli Guido e Luigi Ciacci, datate 1893; oltre alla tomba, realizzata con Cencetti nel 1896, dei coniugi Vincenzo Tojetti e Adelaide Scudellari, sormontata dalla statua della Pace. Altre due tombe furono scolpite per le famiglie Rosi e De Zeo nel cimitero di Bracciano; e certamente a un progetto funebre appartiene il bozzetto dell’Angelo che guida l’anima in cielo, descritto come una «dolcissima visione che ci mostra intero il suo animo» (Angeletti, 1926, p. 265).
Tra i generi d’ambito diverso, si collocano il modello in larga scala dell’Arco di Costantino (1894), su disegno di Mercandetti, nella Levi Hale Willard Collection al Metropolitan Museum of art di New York (Webster Smith, 1900; Bulletin..., 1915); e il modello della medaglia per il XXV anniversario della Liberazione di Roma, strenuamente difeso da Raffaello Giovagnoli fino alle dimissioni dal Comitato (ASC, Comitato XXV..., 14 luglio 1895).
Per Cleonice Paciari Trabacchi scolpì il busto del marito colonnello Luigi Ceccarini, donato dalla vedova al Comune e posto al Gianicolo (ASC, Tit. 12, 1892-96). Contemporaneamente fu incaricato di verificare la qualità di alcune statue al Pincio (ASC, Uff. VI, 1895; Il giardino..., 1999, p. 110), che lo spinsero, insieme a Cencetti, a offrire al Campidoglio il busto del generale Raffaele Cadorna (ASC, Tit. 6, 10 febbraio 1897).
Nel 1898 partecipò alla I Esposizione artistica italiana a Pietroburgo (Rivista d’Italia, 1898) e con Cencetti fece registrare per i diritti d’autore, al ministero dell’Agricoltura, industria e commercio, un bassorilievo della Madonna del Rosario con i medaglioni dei Misteri (Gazzetta Ufficiale, n. 132, 1898).
Conformandosi allo stile neoromanico della chiesa di S. Teresa d’Avila in corso d’Italia, inaugurata nel 1902, eseguì la lunetta a bassorilievo sul portale d’ingresso, con Gesù che benedice s. Teresa e un angelo, l’ispirata statua di S. Teresa per l’altare maggiore, e il bassorilievo sul piedistallo della stessa, raffigurante I fratelli Teresa e Rodrigo che fuggono in cerca del martirio. Impropriamente attribuite a Trabacchi sono le statue del Profeta Elia e di S. Giovanni della Croce, ai lati della santa, opera di Cencetti; di rado descritte correttamente dagli studi (Ceschi, 1962, pp. 153 s.) e, oltre che male identificate in S. Luigi Gonzaga e in S. Clemente (Angeli, 1903), mal collocate (Riccoboni, 1942; Panzetta, 2003).
Nel 1905 fu accolta dal Campidoglio la sua proposta di una statua della dea Roma, da porsi nella chiave dell’arco del traforo del Quirinale verso via Nazionale (ASC, Piano regolat., 1905).
Già socio dell’Accademia di S. Luca dal 1897, nel 1906 Trabacchi fu accolto tra i sodali della Congregazione dei Virtuosi al Pantheon (APAVP, Adunanze, 16 dicembre 1906).
Sua ultima opera fu il bozzetto per il bassorilievo di un Genio della Vittoria, da porsi su una fiancata del pronao destro del Vittoriano (ACS, Lavori pubblici, 4 novembre 1908), la cui esecuzione fu compiuta da Giuseppe Guastalla (Il giardino..., 1999, p. 180) dopo la morte dello scultore, avvenuta il 12 dicembre 1909 a Roma, a causa di un incidente stradale.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Roma, Ospizio S. Michele, parte II, Personale, b. 1393 (1854-55); Roma, Archivio centrale dello Stato, Ettore Ferrari, b. 16, f. 915; Lavori pubblici, Segr. Gen., b. 112, monum. 94 I (4 novembre 1908); Archivio della Pontificia Accademia dei Virtuosi al Pantheon, Adunanze, 1906-1910, c. 11; Biografie dei soci: G. Pinza, Necrologio di Giuseppe Trabacchi (1909), cc. 1, 3, 5; Archivio storico Capitolino, Segr. Gen., Atti priv., vol. 70, n. 82 (26 aprile 1881); Tit. 54, Edilizia e ornato, n. 16396 (29 febbraio 1884); Comitato XXV Anniv. Liberazione, Dimissioni, b. 2, f. 1, sottof. 2 (14 luglio 1895); Tit. 12, Monum. e scavi, b. 16, f. 593 (1892-96); Uff. VI, serie I, b. 58, f. 34 (1895); Tit. 6, Titoli e onorif., b. 31, f. 5 (10 febbraio 1897); Piano regolat., Posiz. 46, b. 519, f. 14 (1905); Archivio storico del Vicariato, parr. S. Salvatore in Lauro, Anime, 1837, c. 303; Uff. III, Pos. Matr., 1838, n. 9080; parr. S. Agostino, Battezzati, 1827-1841, c. 299 (Giuseppe), c. 346 (Paulina); parr. SS. Vincenzo e Anastasio a Trevi, Battezzati, 1874-1887, c. 217v.
Atti officiali della Esposizione Italiana... che avrà luogo in Firenze nel 1861, Firenze 1860, p. 240; Catalogo degli oggetti ammessi all’Esposizione romana del 1870, Roma 1870, p. 9, scheda n. 21; Bollettino degli atti pubblicati dalle giunte di governo e municipali di Roma, Roma 1871, p. 146; Oltre 12.000 indicazioni, ossia guida commerciale... della capitale d’Italia, Roma 1871, p. 190; Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia, n. 164, 14 luglio 1882, pp. 3000 s.; Atti del Consiglio Comunale di Roma dell’anno 1884, parte II, Roma 1884, p. 30; A. De Gubernatis, Dizionario degli artisti italiani viventi, Firenze 1889, p. 526; U. Fleres, Cronaca artistica contemporanea, in Archivio storico dell’arte, V (1892), pp. 369 s.; L. Bellinzoni, La Roma sparita, Roma 1895, p. 32; Rivista d’Italia, I (1898), p. 814; Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia, n. 132, 7 giugno 1898, p. 2052, n. 291, 17 dicembre 1898, p. 4438; F. Webster Smith, National Galleries of history and art, Washington 1900, p. 157; L’Esposizione universale del 1900 a Parigi, Milano 1901, p. 119; D. Angeli, Le chiese di Roma, Roma [1903], p. 580; O. Roux, Gli illustri italiani contemporanei, II, Firenze [1908], p. 101; D. Osborne, Engraved gems, New York 1912, p. 195; Bulletin of the Metropolitan Museum of Art, X (1915), 9, p. 186; Q. Angeletti, L’artista G. T., in L’artista moderno, XX (1926), pp. 261-265; A. Riccoboni, Roma nell’arte, Roma 1942, pp. 419 s.; C. Ceschi, Le chiese di Roma, Roma 1962, passim; Il Palazzo delle Esposizioni, a cura di R. Siligato - M.E. Tittoni, Roma 1990, pp. 61-75, 239; I. Rodríguez Prampolini, La critica de arte en México en el siglo XIX, Ciudad de México 1997, p. 267, nota 406; Il giardino della memoria, a cura di A. Cremona - S. Gnisci - A. Ponente, Roma 1999, passim; A. Panzetta, Nuovo dizionario degli scultori italiani dell’Ottocento e del primo Novecento, Torino 2003, p. 909; C.R. Martínez Assad, La patria en el paseo de la Reforma, Ciudad de México, 2005, p. 53; G. Montani, La Società degli amatori e cultori delle belle arti in Roma. 1829-1883, tesi di dottorato, Università degli Studi di Roma Tre, Roma 2007, passim.