VERATTI, Giuseppe
– Nacque a Modena il 30 gennaio 1707. Suo padre Francesco era stato allievo del medico modenese Bernardino Ramazzini e del chirurgo bolognese Giuseppe Calvoli, di cui aveva sposato la figlia Rosalia nel 1691. Dall’unione di Francesco Veratti e Rosalia Calvoli nacquero nove figli di cui Giuseppe fu il quarto.
Giuseppe Veratti si laureò a Bologna in filosofia e medicina nel 1734, dopo aver completato un tirocinio di tre anni presso l’ospedale di S. Maria della Vita nella stessa città. Nel 1738, un anno dopo aver difeso le tesi dottorali davanti al Senato cittadino, ottenne la nomina a lettore di fisica particolare. Il 5 febbraio dello stesso anno sposò Laura Bassi, la prima donna a ottenere una cattedra universitaria in filosofia naturale, nel 1732, e la cui laurea nello stesso anno ne aveva fatto una celebrità internazionale. I due cominciarono così un sodalizio professionale che durò fino alla morte di lei nel 1778. Della prole, così numerosa da confondere i biografi, arrivarono all’età adulta soltanto una femmina (Caterina) e quattro maschi, tra cui il medico e fisico Paolo.
Veratti venne ammesso all’Accademia dell’Istituto delle scienze di Bologna nel 1734. All’intermo della prestigiosa istituzione, protetta dal papa bolognese Benedetto XIV, ricoprì per due volte il ruolo di presidente (1743, 1756) e diverse altre volte quello di vicepresidente (1742, 1753, 1759, 1764, 1766, 1775). Pubblicò inoltre numerosi articoli su De bononiensi scientiarum et artium Instituto atque Academia commentarii, la pubblicazione periodica dell’Accademia delle scienze, su temi relativi all’anatomia, meteorologia, fisiologia, chimica, elettricità e magnetismo. Grazie alla sua attività in campo fisico-medico, nel 1745 venne eletto accademico benedettino, una ristretta classe di ventiquattro membri pensionati. Fu inoltre membro di diverse accademie private cittadine, tra cui l’Accademia dei Vari (1749) e l’Accademia degli Erranti (1755).
I coniugi Bassi-Veratti furono al centro della vita scientifica bolognese e giocarono un ruolo chiave nella diffusione della fisica newtoniana e dello studio dei fenomeni elettrici in Italia. Subito dopo il matrimonio, la coppia avviò nella propria casa un’informale accademia dedicata alla discussione di temi scientifici, che funse da polo di attrazione per studiosi locali e stranieri. All’accademia seguì, pochi anni dopo, l’allestimento di un gabinetto di fisica sperimentale. Attrezzato di strumenti di manifattura locale e straniera e aggiornato nel corso del tempo, il gabinetto fu utilizzato da entrambi i coniugi per l’insegnamento e la ricerca. La straordinaria fama di Bassi vi attirò numerosi frequentatori e studenti, locali e stranieri.
Nel 1746 il laboratorio di casa Bassi-Veratti si arricchì di una macchina per esperimenti di elettricità, uno dei primi strumenti di questo tipo in Italia. L’‘elettricismo’ diventò presto una scienza alla moda, anche grazie a spettacolari dimostrazioni messe in scena da sperimentatori itineranti e guaritori improvvisati. Tra questi ultimi va annoverato l’enciclopedista veneziano Gianfrancesco Pivati che, nel 1747, pubblicò i risultati di presunte guarigioni istantanee eseguite per mezzo di strumenti elettrici. Simili guarigioni furono confermate anche dal fisico torinese Giambattista Bianchi e spinsero Francesco Maria Zanotti, segretario dell’Istituto delle scienze di Bologna, a incaricare Veratti di verificare l’efficacia delle applicazioni mediche dell’elettricità. Il lavoro sperimentale di quest’ultimo nel campo della medicina elettrica risultò nelle Osservazioni fisico-mediche sulla elettricità (Bologna 1748), una pubblicazione che portò il medico bolognese al centro di una controversia internazionale sulle presunte guarigioni elettriche. Il testo di Veratti fu tradotto in francese nel 1750 e nello stesso anno il suo autore ottenne la cattedra di medicina.
Due anni più tardi, nel 1752, egli si trovò di nuovo al centro di una controversia su temi di elettricità. La discussione, questa volta, riguardò l’efficacia dei parafulmini e coinvolse le autorità locali, oltre a Veratti, i suoi collaboratori all’Istituto delle scienze e i cittadini.
Questi aveva inteso replicare l’esperimento del fisico francese Thomas-François Dalibard che, pochi mesi prima, era riuscito a estrarre scintille elettriche da una lunga asta metallica puntata contro nubi tempestose, confermando così la teoria di Benjamin Franklin sulla natura elettrica del fulmine. Veratti, insieme ad altri due membri dell’Istituto delle scienze, installò un’asta metallica sulla torre dell’Istituto e, come Dalibard, riuscì a estrarre da essa potenti scintille. Franklin e i suoi sostenitori ritenevano che le aste metalliche, opportunamente collegate a terra, potessero essere utilizzate per proteggere gli edifici dagli effetti dei fulmini. Tuttavia, l’efficacia dei parafulmini non era unanimemente accettata e anche a Bologna gli esperimenti di Veratti sollevarono polemiche tali da indurre le autorità locali a sospendere gli esperimenti e a proibire l’installazione di parafulmini sugli edifici pubblici.
Negli anni successivi, il gabinetto Bassi-Veratti continuò a essere un importante centro di sperimentazione, soprattutto sulla natura dei fenomeni elettrici e della fisiologia. Nel 1756 i coniugi collaborarono con il fisico torinese Giambattista Beccaria, strenuo sostenitore delle teorie frankliniane, in occasione di una sua visita a Bologna. Qualche anno più tardi essi si impegnarono, insieme a Felice Fontana e Leopoldo Caldani, in una serie di esperimenti riguardanti la teoria dell’irritabilità animale proposta dal fisiologo svizzero Albrecht von Haller.
Nel 1776, in seguito alla riorganizzazione dell’insegnamento di fisica presso l’Istituto delle scienze, Veratti ottenne la posizione di assistente della moglie, a cui fu assegnata la cattedra di fisica sperimentale. Alla morte di lei, nel 1778, egli le subentrò, ottendendo la docenza che mantenne fino alla giubilazione nel 1787.
Veratti dedicò gli ultimi anni della sua vita alla sperimentazione chimica e sugli effetti fisiologici dei gas, un argomento coltivato, tra gli altri, dal conte Marsilio Landriani e da Alessandro Volta, e che influenzò il programma di ricerca sull’elettricità animale del medico bolognese Luigi Galvani.
Morì a Bologna il 24 marzo 1793.
Opere. Osservazioni fisico-mediche sulla elettricità, Bologna 1748; Osservazione fatta in Bologna l’anno MDCCLII dei fenomeni elettrici nuovamente scoperti in America, e confermati a Parigi, Bologna 1752. Veratti pubblicò numerosi articoli in De bononiensi scientiarum et artium Instituto atque Academia commentarii: De catella, quae marem nondum experta feles duas lactavit (1745, t. 2, parte I, p. 154); De vesicantibus (ibid., p. 175); An apoplexiae debilis signum sit in respiratione (ibid., p. 184); De pilis in ovario atque in cerebro inventis (ibid.); Uteri malum affert dolorem femoris (ibid., p. 185); De mediastini inflammatione mira (ibid., p. 188); De interitu animalium in vacuo interclusorum (ibid., pp. 340-347); De vesicantium natura (1746, t. 2, parte II, pp. 107-116); De avium quarumdam et ranarum in aere interclusarum interitu (ibid., pp. 267-278); De aurora boreali anni 1732 (1747, t. 2, parte III, pp. 493-495); De electricitate medica (1755, t. 3, pp. 83-87); De electricitate coelesti (ibid., pp. 94-100); De lacte observationes atque experimenta (1783, t. 6, p. 84); Experimenta magnetica (ibid., pp. 86-88); De animalibus electrico ictu percussis (1791, t. 7, pp. 41-44).
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Bologna, Assunteria d’Istituto, Lettere all’Istituto, Lettere dell’Istituto, Requisiti dei lettori; Bologna, Biblioteca comunale dell’Archiginnasio, Fondo Bassi-Veratti; Biblioteca universitaria, Autografi.
G. Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi..., IX, Bologna 1794, p. 193; S. Mazzetti, Repertorio di tutti i professori antichi e moderni della famosa Università, e del celebre Istituto delle scienze di Bologna, Bologna 1847, p. 318; P. Bertucci, Viaggio nel paese delle meraviglie. Scienza e curiosità nell’Italia del Settecento, Torino 2007, ad ind.; Ead., Enlightening towers: public opinion, local authorities and the reformation of meteorology in eighteenth century Italy, in Playing with fire: histories of the lightning rod, a cura di P. Heering - O. Hochadel - D. Rhees, Philadelphia 2009, pp. 25-44; M. Cavazza, Laura Bassi and G. V.: an electric couple during the Enlightenment, in Contributions to science, V (2009), 1, pp. 115-128; Ead., Il laboratorio di casa Bassi-V., in Laura Bassi: emblema e primato nella scienza del Settecento, a cura di L. Cifarelli - R. Simili, Bologna 2012, pp. 103-152.