GIUSEPPINA imperatrice dei Francesi
Marie-Josèphe-Rose Tascher De La Pagerie nacque a Trois-Ilets (Martinica) il 23 giugno 1763; suo padre Joseph e sua madre Rose-Claire des Vergers de Sannois appartenevano a due illustri famiglie francesi stabilite alle Antille. Giovanissima, G., sotto gli auspici d'una zia, la signora de Renaudin, sposò il visconte Alessandro di Beauharnais, figlio d'un antico governatore della Martinica (13 dicembre 1779). Dopo la nascita di due figli (Eugenio, 3 settembre 1780; Ortensia, 10 aprile 1783), i due sposi si separarono (1783), ma si riconciliarono nel 1791. G. esordì allora nella gran vita galante parigina e il suo salotto era assai ben frequentato, ma, scoppiata la rivoluzione, suo marito, comandante l'armata del Reno, fu ghigliottinato e G. per poco non lo seguiva sul patibolo, da cui la sottrasse il governo di Termidoro. Nella Francia del Direttorio, G. giunse alla pienezza della sua fama di donna galante. Divenne l'amante di Barras, per consiglio del quale sposò il generale Bonaparte (9 marzo 1796). Partito per la campagna d'Italia il nuovo marito, ella gl'ispirò quelle lettere d'amore destinate a divenire la delizia dei biografi romanzieri; poi lo raggiunse a Milano. Durante la campagna d'Egitto fece al marito più d'un tradimento ed entrò in lotta sorda e tenace con la sua famiglia: tornato, Bonaparte voleva ripudiarla, ma si lasciò vincere dalle sue lacrime e perdonò. Moglie del primo console, G. gli servì per i suoi disegni politici: raccolse intorno a sé una corte e vi attirò l'aristocrazia; intercedette per gli emigrati e tentò anche di salvare il duca d'Enghien: donna della vecchia Francia per la parentela del primo marito e della nuova per i suoi fasti del Direttorio, G. contribuì anch'essa ad attenuare i contrasti fra le due società e a prepararne la fusione. Nonostante l'opposizione della famiglia Bonaparte, G. riuscì a farsi proclamare imperatrice il 2 dicembre 1804. Per natura amante del lusso e prodiga, continuò a spendere grosse somme, nonostante le ire del marito; ma si sottomise alla severa etichetta che Napoleone voleva che regnasse alla sua corte. Ma non aveva dato un erede a Napoleone, e questi, per assicurare una continuità al suo trono, finì col ripudiarla (1810), pur conservando sempre per lei una certa amorosa devozione. Con tutti i suoi difetti, G. fu la sola donna, con la Walewska, che avesse veramente scosso l'animo di Napoleone, verso il quale d'altronde ella, negli ultimi anni della sua convivenza con lui, ebbe un affetto tranquillo e docile, ma sincero e sicuro. Morì nel suo castello della Malmaison presso Parigi poco dopo la prima caduta di Napoleone, il 29 maggio 1814.
Bibl.: J. Turquan, L'Impératrice Josèphine, voll. 2, Parigi 1895-98; F. Masson, Josèphine, voll. 3, Parigi 1890-1902; P. W. Sergeart, The Empress Josephine, Londra 1908; A. Lumbroso, Napoleone, la sua corte, la sua famiglia, Roma 1911.