PASQUA, Giuseppina
PASQUA, Giuseppina. – Nacque a Perugia il 19 marzo 1855 da una famiglia facoltosa.
Fu avviata giovanissima alla musica sotto la guida di Ulisse Corticelli, stimato musicista, eletto dal 1845 «maestro di musica della città» di Perugia con l’obbligo della scuola comunale e della cappella musicale. Debuttò nella città natale, interpretando Oscar in Un ballo in maschera al teatro Morlacchi, sfoggiando voce estesa ed agilissima, come testimonia il Monaldi presente alla serata. Nel 1870 era già al Fossati di Milano nel ruolo eponimo di Alina regina di Golconda di Gaetano Donizetti, iniziando così una felice carriera da soprano, che si protrasse per due anni, attiva su numerose ribalte italiane (il Regio di Parma; il Principe Umberto di Firenze; il Bellini di Palermo, Valentina negli Ugonotti di Meyerbeer; la Scala di Milano, dove debuttò nel 1872 come Annetta nel Franco cacciatore di Weber) e straniere (il Real di Madrid, gli Italiens di Parigi, il Wielki di Varsavia).
Accanto a parti di coloratura, fin dagli esordi la Pasqua affrontò vocalità drammatiche, come Amelia in Un ballo in maschera, Elvira nell’Ernani, Alice nel Robert le Diable di Meyerbeer, preludio all’individuazione del giusto registro vocale di mezzosoprano, che sotto la guida di Luigia Abbadia, dal 1870 titolare a Milano di una scuola di canto, e di Marietta Piccolomini, avvenne tra il 1872 e il 1873, con la Eboli nel Don Carlo, Mignon nell’opera omonima di Ambroise Thomas e Leonora nella Favorita di Donizetti al Wielki di Varsavia. Pur tuttavia, ancora per alcuni anni la Pasqua frequentò il repertorio sopranile, Giulietta nei Capuleti e i Montecchi di Bellini al Politeama di Palermo, Amelia al Wielki di Varsavia, i ruoli eponimi nella Lucrezia Borgia di Donizetti al Real di Madrid, nella Maria di Rohan al Comunale di San Giovanni in Persiceto nel 1875, nella Saffo di Pacini, e Leonora nel Trovatore agli Italiens di Nizza nel 1876. In quest’anno debuttò come Preziosilla nella Forza del destino al San Carlo di Napoli, Amneris nell’Aida e la Messa di Requiem verdiana all’Alighieri di Ravenna, segnando il definitivo passaggio al ruolo di mezzosoprano. Sempre nel 1876 cantò Zaida nel Don Sebastiano di Donizetti al Vittorio Emanuele di Torino e si presentò nella Favorita all’Imperiale di Varsavia. Nel 1877 comparve al Comunale di Bologna, dove tra l’altro cantò nella Messa di Requiem. Nel 1878 si ripresentò alla Scala di Milano nella storica edizione di Aida con Adelina Patti e Ernesto Nicolini, affermandosi come cantante verdiana e interprete di riferimento di Amneris. In quell’anno debuttò all’Imperiale di Mosca, dove si produsse in Aida, La favorita e Rigoletto, e poi all’Imperiale di Pietroburgo in Aida. Nel 1879 debuttò al Covent Garden di Londra, Leonora nella Favorita, Fidès nel Profeta di Meyerbeer e Kaled nel Re di Lahore di Massenet (accanto al celebre tenore Julián Gayarre), Azucena nel Trovatore. Nel 1879 debuttò al teatro di corte di Monaco di Baviera con Aida, Un ballo in maschera (Ulrica), La favorita e Il trovatore.
Da quel momento l’attività della Pasqua si svolse prevalentemente fuori d’Italia, specialmente nella penisola iberica. Tornò regolarmente al Real di Madrid, dove accanto alle opere del suo repertorio affrontò nel 1880 Lucrezia Borgia, ma nella parte di Maffio Orsini, nel 1881 Ortruda nel Lohengrin, nel 1884 Laura nella Gioconda (divenne poi uno dei suoi personaggi preferiti), nel 1885 Pierotto nella Linda di Chamounix (accanto a Mattia Battistini, baritono di fama internazionale, col quale si esibì in un concerto in casa del duca Fernán Nuñez, cui partecipò anche il soprano rumeno Elena Teodorini), nel 1887 Sulamid nella Regina di Saba di Goldmark, nel 1888 Carmen, che cantò con una certa frequenza, nel 1891 Tigrana nella nuova versione dell’Edgar di Puccini con Francesco Tamagno, e Orfeo nell’Orfeo ed Euridice, nel 1892 Edvige nel Guglielmo Tell; le ultime presenze sulla scena madrilena risalgono al 1896. Comparve al San Fernando di Siviglia (1882, 1890, 1891), al Principal (1885) e al Liceu di Barcellona (1881-82; 1889-91; nel 1887 cantò tra l’altro Romeo nei Capuleti e i Montecchi), all’Arriaga di Bilbao (1890), al Gran di Cordoba (1891) e al Cervantes di Malaga (1891). Nel 1882 debuttò al São Carlos di Lisbona nel Trovatore e nella Favorita, che ripeté anche al São João di Oporto; vi tornò l’anno successivo, cantando oltre che Ortruda nel Lohengrin anche Stefano nel Romeo e Giulietta di Gounod, poi nel 1888, nel 1889. Nel 1880 tornò al Covent Garden per La favorita, Il re di Lahore, Il trovatore, Lohengrin e Un duello al Pré-aux-Clercs di Hérold, nella parte di Margherita. Nel 1882 ricomparve all’Imperiale di Varsavia (Il trovatore, Aida), nel 1892 all’Opera di Vienna per la Messa di Requiem, nel 1893 per il Falstaff, che in quell’anno cantò anche all’opera di Berlino, nel 1897 e nel 1898 al teatro del Conservatorio di Pietroburgo con La Gioconda, Aida e Il trovatore, con cui chiuse la carriera.
Non trascurò l’Italia. Fu al Rossini di Lugo nel 1880 per Aida, assieme alla sorella Teresa, impegnata nel ruolo eponimo; la rifecero al Morlacchi di Perugia, assieme alla Messa di Requiem. Nel 1881 tenne un concerto a Recoaro e cantò Aida alla Fenice di Venezia. Rientrò alla Scala nel 1884 per Aida, Il profeta e la ‘prima’ della versione in quattro atti del Don Carlo, anche se in questa occasione, a detta della critica, tra cui quella severa ed autorevole del Filippi su La Perseveranza, parve inferiore alle aspettative. Nello stesso anno comparve al Regio di Torino per La favorita con Gayarre. Ritornò alla Scala nel 1893, per la ‘prima’ del Falstaff, nella parte di Quickly, che ripeté al Costanzi di Roma, al Comunale di Trieste, alla Fenice di Venezia. Nel 1894 fu all’Argentina di Roma per La Gioconda, nel 1895 al San Carlo per il Guglielmo Ratcliff di Pietro Mascagni, diretto dall’autore.
Artista duttile, intelligente e vivace, Giuseppina Pasqua godette della sincera ammirazione e dell’affetto senile di Giuseppe Verdi: con Giuseppina Strepponi, l’ebbe ospite a Sant’Agata, la caldeggiò in ogni situazione possibile, la volle espressamente per la parte di Quickly, nonostante i commenti sfavorevoli di Puccini alla Tigrana dell’Edgar madrileno. Le lesse di persona il libretto di Boito, apprezzando che la Pasqua sapesse comprendere la drammaturgia di un lavoro che non si fondava su una sequela di pezzi solistici. In realtà la Pasqua contribuì alla definitiva individuazione e affermazione del mezzosoprano, costituendo con Maria Waldmann l’anello di congiunzione tra l’antica scuola e il Novecento. Ebbe in repertorio parti di contralto en travesti ma, non potendo rivaleggiare con Guerrina Fabbri e Sofia Scalchi sul terreno della coloratura, si tenne lontana da Rossini, concentrandosi sui personaggi verdiani e su una vocalità che, pur risultando prossima a quella del soprano, ne è profondamente diversa. Contribuì alla fortuna della Favorita grazie alla sua interpretazione di Leonora. In scena seppe sempre essere credibile, sposando la nota all’accento, canto e azione, dando insomma giusta realizzazione all’ideale della ‘parola scenica’.
Sposò il baritono Astorre Giacomelli e con lui visse serenamente gli anni del ritiro nella villa di Budrio, sita in via Pieve, rimasta nelle memorie locali per i concerti che d’estate si tenevano nel giardino. Ivi morì il 24 febbraio 1930.
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