DE JACOBIS, Giustino
Missionario, nato il 5 ottobre 1800 a San Fele (Potenza). Entrato fra i lazzaristi, dopo aver dirette le case della sua congregazione in Lecce e in Napoli, nel 1839 fu inviato col padre Luigi Montuori in Abissinia per diffondervi il cattolicesimo, col titolo di prefetto apostolico, e di Adua fece per qualche tempo il centro della sua azione. Rimase in Abissinia per circa venti anni, lavorando in modo tenace, avveduto, ammirevole, ora col favore dei capi, ora attraverso ostilità sempre risorgenti. Al De J. si deve la fondazione delle colonie cattoliche dell'Agamé, dell'Acchelè Guzai e di Cheren, con le case di Gualà, che egli scelse come sede principale, d'Alitiena, di Halai, ecc.; meno fortunati furono i tentativi in altre regioni. Gli ostacoli e le difficoltà si accrebbero assai con l'arrivo in Abissinia di un nuovo metropolita copto, Salama, ignorante ma intransigente, avido e battagliero, e, più tardi, con l'avvento di re Teodoro. Durante una persecuzione che lo aveva costretto a ritirarsi a Massaua, il De J. fu consacrato vescovo (7 gennaio 1849). Allorché si seppe di tale consacrazione, si ebbe un nuovo scoppio di ostilità da parte del metropolita Salama; e il De J. concepì l'audace progetto di recarsi a Gondar per trattare delle cose della missione col nuovo re Teodoro; fu però tenuto in ceppi a Gondar, e si salvò dalla pena capitale soltanto perché Salama aveva rifiutato a re Teodoro di assumersi dinnanzi a Dio la responsabilità della sua morte. Espulso e condotto verso il Sennàr, il D. J. riuscì a guadagnarsi l'animo della sua scorta e a riparare nuovamente in Halai. Ivi appoggiò la ribellione di Negusé, un nipote del vinto Ubié, contro Teodoro; e verso Negusé cercò di condurre un inviato di Napoleone III, il conte de Russel, che però, a malapena raggiunto l'altipiano, dovette riparare nottetempo verso Massaua. Poco dopo, il D. J. stesso dovette ripiegare verso la costa. Appena poté ritentò di riguadagnare l'altipiano; ma la morte lo colse in Eidale, nella vallata dell'Alighedé (31 luglio 1860). La Chiesa lo ha proclamato venerabile.
Bibl.: G. Larigaldie, Le vénérable Justin de Jacobis, Parigi (1910); M. Deminuid, Vie du vénérable Justin de Jacobis, Parigi 1905; mons. D'Agostini, Storia della vita del venerabile Giustino de Jacobis, Napoli 1910; Episodi della vita apostolica di abuna Jacob, Asmara 1915; Lejean, Voyage en Ab., Parigi 1873; C. Conti-Rossini, Vicende dell'Etiopia e delle miss. catt. ai tempi di ras Alì, in Rend. Acc. Lincei, XXV, fasc. 6 (1916); id., Una lettera di mons. Giustino de Jacobis, in Boll. Soc. Geogr. It., 1922.