FORTUNATO, Giustino
Uomo politico, nato a Rionero in Vulture il 20 agosto 1777, morto a Napoli il 22 agosto 1862. Studiò a Napoli, poi insegnò matematiche nel Collegio militare. Nel 1799 dal governo repubblicano fu nominato giudice di pace. Difendendo la repubblica al ponte della Maddalena, i sanfedisti lo catturarono e lo rinchiusero nel castello del Carmine. Ma il F. riusci a evadere. Dopo essere rimasto nascosto qualche tempo a Moliterno in casa del generale Parisi, di cui l'anno prima aveva sposato la nipote, tornò a Napoli, dove esercitò l'avvocatura. Al ritorno dei Francesi, nel 1806 entrò nel Ministero di polizia, donde passò come capo-divisione in quello della Giustizia. Nel 1808 ricostituì in casa sua l'Accademia Pontaniana. L'anno dopo Murat lo nominò procuratore generale della Gran Corte criminale, di là passò al Consiglio di stato, poi alla Corte suprema e da ultimo a quella dei Conti. Lo stesso Murat il 24 ottobre 1814 lo mandò intendente a Chieti, e colà il F. seppe ristabilire l'ordine turbato dai moti del marzo precedente. Con la restaurazione borbonica conservò il posto che aveva alla Corte dei conti, della quale divenne procuratore generale. Nel 1831 partecipò al tentativo dell'Intonti di temperare l'assolutismo vigente nel Regno delle Due Siedie. Nel 1841 Ferdinando II lo nominò ministro senza portafoglio e nel 1847 gli affidò quello delle Finanze. Il 9 luglio 1848 entrò a far parte della Camera dei pari. Dal 7 agosto 1849 al 19 gennaio 1852 fu presidente del Consiglio e ministro degli Esteri. Per ragioni non bene accertate abbandonò improvvisamente il potere. Ferdinando II lo insignì il 25 settembre 1850 del titolo marchionale.
Bibl.: A. Musco, Di un economista basilicatese, in R. Ciasca, Nel primo centenario della elevazione di Rionero a comune autonomo, Firenze 1912.