GIUSTO di Gand
Pittore, nato verso il 1430-35 (?) È da identificare con un Joost Van Wassenhove ammesso come maestro nella gilda di S. Luca di Gand e nel 1467 mallevadore a Ugo van der Goes per ottenere il titolo di maestro, pure a Gand. Un documento conservato nella chiesa di S. Michele a Gand fa menzione della partenza dell'artista per Roma tra il 1468 e il 1474. "Giusto da Guanta" era a Urbino tra il 1473 e il 1475, come risulta dai registri della corporazione del "Corpus Domini": riceveva pagamenti per una tavola e gli veniva consegnata una tela, perché ne facesse un'insegna per quella confraternita. D'altra parte degli storiografi di Federico di Montefeltro, l'uno (Baldi, Vita e fatti di Federico da Montefeltro, 1604) riferisce che quel principe allo scopo di perpetuare la memoria dell'ambasceria inviatagli dal re di Persia si fece dipingere al naturale insieme con gli ambasciatori nel quadro dell'altare maggiore della confraternita del Corpus Domini a Urbino da Giusto Tedesco, pittore famoso a quei tempi; e l'altro (Vespasiano da Bisticci, Vite di uomini illustri) dice che il duca, non trovando in Italia un artista abile nella pittura a olio, fece venire dalla Fiandra un maestro, dal quale fece fare molte pitture "per la decorazione d'un suo studio" tra cui il proprio ritratto, quello del figlio e figure di filosofi, poeti e Padri della Chiesa.
La tavola (Urbino, Palazzo Ducale) rappresenta la Comunione degli apostoli: il Cristo in piedi distribuisce il pane consacrato agli apostoli inginocchiati qua e là nel coro d'una chiesa. Il tipo dei personaggi e le tonalità del colorito vi ricordano certi maestri della scuola di Colonia; il gruppo al secondo piano, raffigurante Federico e l'ambasciatore coi loro seguiti, è d'un realismo molto più pronunziato che il resto del quadro. In quest'opera non v'è nessuna traccia d'influenza italiana, ma non può dirsi altrettanto dei lavori eseguiti posteriormente da G. per lo studio del duca, ossia il ritratto del duca stesso e del figlio Guidobaldo, le figure di profeti, di poeti e di dottori della Chiesa (Roma, Galleria Barberini; Parigi, Louvre) e le allegorie delle arti liberali (Rettorica e Musica alla National Gallery di Londra; Astronomia e Dialettica, Berlino, KaiserFriedrich-Museum). Ma queste ultime sono state attribuite allo spagnolo Pedro Berruguete (v.) insieme con parte di quei ritratti. Da parte sua G. esercitò una certa influenza sui pittori urbinati Giovanni Santi ed Evangelista di Pian di Meleto.
Bibl.: A. de Centeneer, J. de G., in Les arts anciens de Flandre, V (1910-1911), pp. 57-109; A. Schmarsow, J. v. G. u. Melozzo da Forlì, ecc., in Abhdl. d. phil.-hist. Kl. d. kgl. sächs. Ges. d. Wiss., XXIX (1912), numero 12; M. J. Friedländer, Die altniederländische Malerei, III, Berlino 1925; Winkler, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XIX, Lipsia 1929 (s. v. Justus von Gent; con bibl.); W. Bombe, Intorno alla "Comunione degli Apostoli" di G. di G. in Urbino, in Rass. march., VII (1929-30) pp. 209-23.