Gervasutti, Giusto
Arrampicò sulle Alpi orientali e occidentali, spaziando dalle pareti dolomitiche al rosso granito del gruppo del Monte Bianco, e per questo è conosciuto come "il fortissimo". Dotato di un carattere irrequieto, cultore dell'azione eroica, del continuo superamento dei propri limiti, con una grande apertura mentale e forte intuito, segnò tappe fondamentali nella storia dell'alpinismo tra le due guerre mondiali. Friulano e quindi austriaco alla nascita, si trasferì nel 1931 a Torino. Grazie alle sue esperienze sulle Dolomiti, portò nella 'scuola torinese' un nuovo modo di scalare nelle Alpi occidentali. Nel 1933 ripeté la Cresta Sud dell'Aiguille Noire de Peuterey e nello stesso anno tentò la Nord delle Grandes Jorasses, riprovandola ancora senza successo l'anno seguente con l'amico valdostano Renato Chabod, lungo lo Sperone Croz. Nel massiccio del Delfinato ebbe la sua rivincita quando, in cordata con il francese Lucien Devies, conquistò la Nordovest del Pic d'Olan, la Cresta Sudest del Pic Gaspard (1935) e la Nordovest dell'Ailefroide (1936). Nel 1934, sempre con Chabod, realizzò la diretta lungo il canalone della Nordest del Mont Blanc du Tacul. Nel 1936 ripeté in solitaria invernale la 'via degli italiani' sul Cervino. Certamente più importante fu la prima salita della Sud-Sudovest del Pic Gugliermina, il 17 e il 18 agosto del 1938, concreta applicazione dello stile dolomitico ai graniti del Bianco, con difficoltà di V grado e V superiore. Impegnato sul fronte occidentale nella Seconda guerra mondiale, chiese un permesso per aprire nel 1940 con Paolo Bollini, sul Pilone Destro del Frêney, la 'via dei Piloni' (750 m, VI grado). Due anni più tardi affrontò l'inviolata 'rossa', la parete Est delle Grandes Jorasses che il 16 e il 17 agosto del 1942, in cordata con Giuseppe Gagliardone, finalmente riuscì a superare. Sempre con Gagliardone aprì una nuova via alla parete Est del Petit Capucin (250 m, V grado). Morì il 16 settembre 1946 quando, in cordata con Gagliardone, cadde nel vuoto per aver assicurato male una corda doppia sul Pilastro che oggi porta il suo nome, alla Nordest del Mont Blanc du Tacul.