GLASGOW (A. T., 49-50)
Città della Scozia, nella contea di Lanark, situata sulla bassa Clyde a 55° 1′ di lat. N. e a 4°15′ di long. O. L'origine del nome di Glasgow è incerta: venne collegato col primitivo carattere fisico del luogo: dear green spot ("caro luogo verde"), e con le sue prime associazioni religiose, cioè Kirkfield. I confini del suo comune comprendono una superficie di circa 48 kmq.; il censimento del 1931 diede una popolazione di 1.088.417 ab.: Glasgow, quindi, viene seconda fra le città della Gran Bretagna. L'attivissimo commercio e le importanti industrie fanno di Glasgow la capitale economica della Scozia, sebbene la parte più importante nella storia della regione rimanga a Edimburgo (v.). Il suolo superficiale della zona ove sorge Glasgow è costituito da depositi argillosi, nei quali la Clyde e i suoi afflluenti (il Kelvin e il Molendinar Burn, ora incanalato sotterra) hanno scavato dei solchi, individuando delle collinette a sommità spianata. Tali collinette, sopra le quali in gran parte è costruita la Glasgow moderna, hanno in prossimità del fiume un'altezza da 30 a 60 metri. Nel 1780, durante alcuni scavi venne alla luce una canoa preistorica; da allora ne furono trovate nel cuore della città altre 17 e la posizione di alcune, a più di 6 metri sopra l'attuale livello massimo dell'acqua, fa pensare che, nel territorio ora occupato da Glasgow, quella zona fosse anticamente sommersa. L'attribuzione delle canoe all'epoca neolitica è dubbia, ma certo esse risalgono almeno al principio dell'età del bronzo, e il loro numero attesta l'esistenza in tempi preistorici d'un importante insediamento di pescatori, probabilmente distrutto da qualche sconosciuto cataclisma. Anche in età storica, sul sito di Glasgow vi erano paludi sabbiose.
Glasgow è situata nella parte sud-occidentale della depressione che, tra gli Highlands e i Southern Uplands, si stende in direzione NE.-SO. e prende il nome di Lowlands ("terre basse"). Tale depressione occupa una fossa di sprofondamento limitata da tutti i lati da faglie quasi rettilinee. Le profondità di questa fossa gigantesca sono colmate da spessi strati di terreni devonici e carbonici. Infatti il suolo della regione di Glasgow è ricco di carbon fossile. Dalla costa della contea di Ayr fino al Firth of Forth, sopra una larghezza che varia da 32 a 48 km., la bassa Scozia rivela l'affiorare di parecchi bacini carboniferi. All'ovest della regione se ne trovano due dei più importanti: quello che costeggia il fianco del Firth of Clyde da Ardrossan fino all'imboccatura del Doon, e il bacino di Lanark che si estende dalle rive della Clyde fino al Forth. La possibilità di trovare sul posto il carbone, spiega lo sviluppo industriale che, avendo per centro Glasgow, s'è irradiato nella regione circostante.
Alla fine del sec. XVII la città aveva approssimativamente una popolazione di 16.000 ab., mentre nel sec. XV ne aveva solo 2900, saliti nel 1556 a 4500 e nel 1600 a circa 7000; nel 1763 la popolazione era di 28.300 ab. Tale aumento è in relazione con la trasformazione di Glasgow da villaggio di pescatori in città con mercato pubblico, situata alla testata di un ponte. Un ponte di legno è già menzionato nel 1285, ma il primo ponte di pietra, abbastanza largo per il passaggio di cavalli con carichi di mercanzia, fu costruito probabilmente dal vescovo Rae verso la metà del sec. XIV. Il fiume stesso con rapide e cascate nel corso superiore e con bassifondi nel corso inferiore, non era adatto alla navigazione neppure per le navi costiere del Medioevo, sebbene già nel 1556 si fosse tentato di scavare un canale marittimo. Il porto di Glasgow era allora Irvine (Argyllshire), donde le mercanzie proseguivano o su strada o con imbarcazioni di 6 tonnellate. Ma nel 1658, non essendo la città riuscita a comperare terreni dal territorio di Dumbarton, acquistò 5,25 ettari di terreno sulla riva opposta della Clyde e vi costruì Porto Glasgow col primo dock. Poi, data l'eccessiva distanza di questo, fu costruita una banchina a "Broomylaw" (1688), sebbene la profondità della Clyde rimanesse troppo scarsa fino al 1773, quando si riuscì ad approfondirla.
La fine del sec. XVII vide un accrescimento generale della prosperità, ma segnò anche la partenza della disgraziata spedizione al Darien, una parte della quale fece vela da Glasgow. L'insuccesso disastroso, che produsse alla Scozia la perdita finanziaria di una metà del suo capitale, influì fortemente sullo sviluppo di Glasgow: essa peraltro trovò un compenso nell'Unione del 1707. Daniel Defoe descrive la città di quel tempo come un "centro piacevole, annidato tra pometi odorosi e che si arricchisce col commercio del salmone della Clyde e delle aringhe conservate". Con l'Unione, le colonie inglesi divennero britanniche e la Scozia fu ammessa alla partecipazione commerciale. Glasgow s'interessò attivamente del tabacco e dello zucchero e i suoi "Tobacco Lords" dominarono e ricostruirono la città, "pavoneggiandosi coi loro mantelli scarlatti", nei quartieri eleganti. A questo commercio si aggiunse quello del cotone.
Con lo sviluppo dell'industria, il centro della città si spostò verso O. e questo mutamento è palese in qualunque pianta moderna a grande scala, che rechi i nomi delle strade. Verso E. si trovano la Weaver Street, la Mason Street, ecc.; verso O. la Jamaica Street e la Havana Street. Nel 1763 molto più della metà del tabacco consumato in Europa passava per Glasgow, e divenne necessario iniziare nuove industrie, per es. quella del lino, per fornire carichi di ritorno. Quando la rivolta delle colonie (1775) rovinò il commercio del tabacco, la necessità delle industrie divenne più urgente; ma si erano intanto verificati tre fatti importanti. Nel 1765 James Watt aveva perfezionato la macchina a vapore di Newcomen; nel 1760 la Carron Company aveva costruito a Falkirk le fornaci che utilizzavano il blackband di produzione locale; e nel 1773 si era riusciti ad approfondire il letto della Clyde. In questi tre campi seguirono rapidi sviluppi e la popolazione si accrebbe considerevolmente. Il Charlotte Dundas, il battello a vapore di Symington, iniziò nel 1801 la navigazione nel canale tra il Forth e la Clyde e lo seguì nel 1811 il più noto Comet di Bell con un nuovo tipo di caldaia costruito da Napier. Il Comet iniziò realmente l'epoca della navigazione a vapore, la maggiore industria di Glasgow. Altri battelli a vapore seguirono rapidamente e nel 1840 il Sirius traversò l'Atlantico. Nell'industria del ferro Robert Musket scoprì (1801) l'utilità del blackband come minerale autofondente, e Neilson, direttore d'officine di gas a Glasgow, introdusse nel 1828 la corrente d'aria riscaldata che rivoluzionò i processi di fusione. Sviluppi non minori si ebbero nel porto: il letto della Clyde fu continuamente approfondito per soddisfare le nuove esigenze; furono costruiti doks e canali, e rapidi ampliamenti seguirono all'istituzione della prima ferrovia (1831).
Con tutte le sue stazioni ferroviarie sul lato settentrionale della Clyde, Glasgow si è estesa anche verso il S. molto al di là del fiume. Parallela a questo, verso N., si trova una delle strade più antiche e di maggior traffico: la Argyle Street che dalla Galleria d'Arte a O. giunge fino alla stazione centrale (una delle più belle d'Europa) della London Midland and Scottish Railway e finisce nel suo prolungamento di Trongate, antico quartiere dei "Tobacco Lords". Perpendicolare alla Argyle Street e prossimo alla stazione centrale si trova il tratto elegante della Buchanan Street, oltre la quale, un po' a oriente dal suo centro, vi è la George Square col palazzo municipale, monumenti commemorativi e statue di Scozzesi celebri. L'unica altra strada che meriti speciale menzione è la Sauchiehall Street, approssimativamente parallela, verso il N., alla Argyle Street. In genere, le strade sono rumorose e non adeguate alle esigenze moderne; per far posto al movimento della navigazione, i ponti sono raggruppati in una zona troppo ristretta; gli spazî aperti nell'interno della città sono piccoli, le ciminiere e il loro fumo eccessivamente visibili.
Nell'insieme la prima e più durevole impressione del visitatore è che Glasgow costituisce un centro assai attivo, con un'autorità municipale efficiente che mantiene i servizî pubblici in modo ammirevole. Alle industrie più antiche si sono aggiunte molte altre attività e se queste accrescono il frastuono e il fumo, in compenso è facilissimo allontanarsi dalla città, perché in un paio d'ore si possono raggiungere, comodamente e con poca spesa, alcuni dei più grandiosi e selvaggi scenarî dei Western Highlands.
Monumenti. - La cattedrale consacrata a S. Mungo (santo del sec. VII) è la meglio conservata fra le cattedrali scozzesi e, benché costruita in varî periodi, offre un aspetto severo e omogeneo. Il coro, la cripta e la chiesa inferiore furono costruiti circa il 1240, la navata nel 1300, la bassa torre quadrata nel 1408 e la guglia che la sormonta nel 1430. La cripta e la casa capitolare, costruite sotto il coro e la sagrestia, hanno accesso esterno. I numerosi pilastri di sostegno e le vòlte intersecantisi di questa magnifica cripta producono un effetto imponente: il coro con le sue colonne a fascio e le alte finestre di stile lanceolato nella parte orientale, è semplice ed elegante. Tra la navata e il coro, ch'è più alto, sta un bel tramezzo di pietra (secolo XV), con un passaggio sormontato da un arco di forma ellittica. Coro e navata sono a tetto. All'infuori della Cattedrale, l'unico edificio del sec. XV è il Provand's Lordship, antico fabbricato che si trova all'angolo della Macleod Street, nel quale è probabile che, durante un suo soggiorno a Glasgow, alloggiasse la regina Maria che ivi avrebbe scritto la famosa "lettera di Glasgow".
Musei. - Il museo municipale e la galleria d'arte a Kelvingrave - che è una delle più importanti raccolte di pitture dell'Inghilterra - conservano l'Adultera davanti a Cristo di Giorgione, un'Annunciazione di Botticelli, il Cavaliere armato (o Alessandro) di Rembrandt, S. Vittore con un donatore, attribuito al maestro di Moulins o a Ugo van der Goes, come pure una serie di dipinti importanti della scuola inglese: Reynolds, Raeburn, Turner, Constable, Burne-Jones, Whistler e della notevole scuola moderna di Glasgow.
Storia. - Non sembra che la regione in cui sorge la città sia stata occupata dai Romani, sebbene Agricola avesse stabilito un campo militare a 10 miglia a nord-est, erigendo un muro immediatamente a sud della Glasgow moderna. La tradizione parla della visita del missionario britannico S. Niniano (sec. IV) che eresse e consacrò un modesto edificio per il culto e un cimitero cristiano in una zona asciutta lungo il Molendinar Burn, al di sopra dei prati paludosi oggi occupati dalla Argyle Street. La vera storia comincia quando S. Kentigern o S. Mungo si stabilì sul luogo tradizionalmente designato come ubicazione dell'oratorio di S. Niniano, vi costruì una chiesa (543) e stabilì un vescovato. La primitiva Glasgow si sviluppò come centro ecclesiastico intorno alla chiesa e presto divenne il centro principale della cultura cristiana in Scozia. La piccola comunità, sebbene di larga rinomanza, visse un'esistenza indisturbata. Essa manteneva contatti con l'Irlanda; era accessibile, per via di terra, da molte parti della Scozia meridionale e, per mezzo d'imbarcazioni, dalle isole occidentali; ma i bassifondi del fiume, a valle dell'abitato, lo proteggevano dalle incursioni dei Vikinghi. La sua prima cattedrale, sul luogo della chiesa di S. Mungo, fu costruita tra il 1124 e il 1136, in gran parte per la generosità del principe David che le concesse una rendita considerevole. Glasgow fu costituita in città da Guglielmo il Leone nel 1176 e i vescovi conservarono gran parte del potere secolare, compresa la nomina del sindaco e dei magistrati. Nel 1189 la cattedrale fu distrutta da un incendio ma già nel 1197 fu consacrata, sebbene non ancora costruita completamente, la nuova cattedrale dal vescovo Jocelyn. Nel secolo seguente la cattedrale continuò a completarsi sotto il patronato reale. I torbidi politici arrestarono ogni sviluppo nel secolo XIV, ma il secolo XV fu notevole sia per la cattedrale, sia per la città. Nel 1451 il papa Nicola V concesse la bolla per la fondazione dell'università e nel 1491 una bolla di Innocenzo VIII elevò Glasgow al grado di arcivescovato. I successivi arcivescovi accrebbero il loro potere secolare e la loro prosperità, perché i loro dominî erano di ampiezza principesca. Si diffuse poi nella regione la Riforma e il potente clero cadde. La cattedrale fu una delle pochissime sfuggite alla violenza, perché anche quando i magistrati ne sanzionarono nel 1578 la demolizione, consigli più savî prevalsero, sebbene il racconto che tutte le forze cittadine si unissero per difenderla sia probabilmente falso. La comunità trasse ben poco profitto dai dominî del clero caduto, perché essi andarono in gran parte all'università, ai conti di Lennox e alla corona. La chiesa riformata mantenne sulla città un controllo nominale sempre decrescente e nel 1681 fu riconosciuto alla città il diritto di elegger i proprî magistrati.
Sebbene la partecipazione della città alla vita politica della Scozia fosse minore che non quella di Edimburgo, fatti interessanti non mancarono. Edoardo I soggiornò più d'una volta nel convento dei domenicani (dove poi sorse l'università e dove oggi si trova la stazione ferroviaria della High Street). A Glasgow il vescovo Wishart condusse Roberto Bruce, fornendolo d'abiti e coronandolo poi a Scone. Giacomo II, per i suoi attacchi a Douglas nell'Upper Clydesdale, trovò molto valido l'appoggio di Glasgow, che ricompensò fondando l'università. Giacomo IV ottenne per la città l'erezione in arcivescovato, e ne ebbe in cambio alcune delle forze di Lennox per la battaglia di Flodden Field. Durante la lotta tra Lennox e Arran che, dopo la spogliazione della cattedrale, si contesero la carica di magistrato superiore di Glasgow, la guerra fu portata nella città stessa. La regina Maria concesse gli edifici dei domenicani all'università, volgendo a profitto di essa alcune rendite ecclesiastiche. Giacomo VI visitò la città parecchie volte e vi ristabilì il vescovato, ma fu ugualmente a Glasgow, nella cattedrale, che si riunì nel 1638 la Grande Assemblea, continuando la sue sedute fino a che nella Scozia fu abolito il governo episcopale ecclesiastico. Montrose punì Glasgow con una gravosa leva realista, ma la città fu più tardi vendicata, quando nelle sue stesse mura i Covenanters presero parecchi dei loro prigionieri realisti. In seguito i Covenanters furono travolti dalle forze indipendenti e Cromwell in persona visitò la città. Quei tempi burrascosi finirono dopo che Graham of Claverhouse, episcopale, si servì dei dragoni di Glasgow nella battaglia di City Cross, in cui sconfisse le forze separate dei Covenanters e dei Conventiclers (presbiteriani dissidenti).
Bibl.: A. M. Lean, Local industries of Glasgow and the West of Scotland, British Assoc. advanc. of science, 1901; Glasgow, num. speciale dello Scottish Geograph. Mag., 1921.