GLAUKIAS (Γλαυκίας; Glaucias)
Bronzista di Egina attivo nel primo venticinquennio del V sec. a. C. e particolarmente fra il 490 e il 475. È ricordato soltanto da Pausania (v. onatas), a meno che il Glaucides menzionato da Plinio (Nat. hist., xxxiv, 91) non vada inteso come una variante del nome Glaukias. Le opere di G. menzionate da Pausania, erette tutte a Olimpia in ricordo di vittorie atletiche, erano le seguenti: 1) carro di bronzo per la vittoria di Gelone nel 488 a. C. - Gelone stesso era raffigurato sul carro (Paus., vi, 9, 4). Sono stati ritrovati tre blocchi della base del gruppo con la firma di Glaukias. 2) Statua del pugile Philon di Corcira, vincitore probabilmente nel 492 e 488 a. C. (Paus., vi, 9, 9; Semonid., in Paus., loc. cit.). 3) Statua di Theagenes di Taso, vincitore del pugilato nel 480 e del pancrazio nel 476 (Paus., vi, ii, 2, 9; Oxyr. Pap., ii, 222, 13). 4) Statua del pugile Glaukos di Caristio, rappresentato nell'atto di σχιαμαχεῖν, vale a dire di sferrare colpi contro un avversario immaginario o contro un sacco di cuoio in funzione di punching ball.
Assieme a Kallon e Onatas, G. è uno dei principali esponenti dell'arte eginetica nel periodo tra la fine dell'arcaismo e l'inizio dello stile severo. Cronologicamente sembra essere più giovane di Kallon e leggermente più anziano di Onatas. Nessuna scultura ha potuto finora essergli attribuita. Per avere un'idea dello schema del Glaukos ci si può richiamare forse a un bronzetto coevo del British Museum (A. Joubin, Sculpt. gr., Parigi 1901, p. 139, fig. 42). In generale possiamo dire che G. fu certamente uno scultore celebre, come dimostra la commissione dell'anàthema di Gelone, e che la sua personalità artistica doveva, più o meno, essere l'espressione di quella τέχνη Αἰγιναία ricordata dalle fonti e rientrare nella corrente stilistica a noi nota soprattutto attraverso le celebri sculture del tempio di Aphaia in Egina.
Bibl.: H. Brunn, Gesch. griech. Künstler, Stoccarda 1889, I, p. 83; A. S. Murray, Hist. of Gr. Sculpture, Londra 1880, I, p. 202 ss.; M. Collignon, Hist. sculpt. gr., Parigi 1892-1897, I, p. 282; W. Dittenberger, Inschriften von Olympia, p. 143; C. Robert, in Hermes, XXXV, 1900, pp. 165, 172; W. Hyde, De Olymp. statuis, Halle 1903, p. 42, nn. 93, 104; W. Klein, Gesch. griech. Kunst, Lipsia 1904-1907, I, p. 346; A. D. Keramopullos, in Ath. Mitt., XXXIV, 1909, p. 36; C. Robert, in Pauly-Wissowa, VII, 1912, i, c. 1400, s. v., n. 11; W. Amelung, in Thieme-Becker, XIV, p. 244, s. v.; Ch. Picard, Manuel, Parigi 1935, I, pp. 70, 71.