JACKSON, Glenda
Attrice cinematografica e teatrale inglese, nata a Birkenhead (Cheshire) il 9 maggio 1936. Di famiglia operaia, lascia la provincia per recitare in teatro e, a Londra, si mantiene agli studi lavorando. Presto P. Brook scorge in lei un forte temperamento di donna e d'attrice moderna: la prova prima sul palcoscenico e poi, nel 1966, sullo schermo, affidandole il ruolo di Charlotte Corday nella sua affascinante riduzione cinematografica di Marat/Sade di P. Weiss. Decisivo, per la definizione di un originale personaggio, del tutto privo di residui vittoriani, è l'incontro della J. con K. Russell.
In due memorabili film (Women in love, Donne in amore, 1969, che valse alla J. [1971] il suo primo Oscar; e The music lovers, L'altra faccia dell'amore, 1970) con la sua duttile recitazione la J. contribuisce a una sorprendente operazione manieristica che miscela, al fine di una rilettura critica della stagione del decadentismo, le passioni che infuocarono artisti di predisposizione romantica, pur nel loro antitradizionalismo (lo scrittore D.H. Lawrence e il musicista P.I. £Cajkovskij), e una divertita decodificazione delle medesime.
Il distacco dai sentimenti dei personaggi, sempre condivisi dai loro interpreti nel cinema di tipo ''tradizionale'', consente alla J. di provarsi con risultati di rilevante incisività sia nel dramma (vedi l'umbratile Sunday, bloody sunday, Domenica, maledetta domenica, 1971, di J. Schlesinger) sia nella commedia di costume (A touch of class, Un tocco di classe, 1973; secondo Oscar per la J.), e di cogliere, in figure che alla prima apparizione sembrerebbero del tutto risolte in una evidente tonalità psicologica, strati d'inaspettata ambiguità (per es., The romantic English woman, Una romantica donna inglese, 1975, di J. Losey, in cui la protagonista − casta moglie di un complicato scrittore britannico − si libera dei poco sentiti legami matrimoniali per cadere negli intrighi di un imbroglione che si spaccia per poeta). C'è, nelle prove della J., un insieme di qualità che, esaltate durante una stagione del cinema portata a rivoluzionare gli antichi codici narrativi, in seguito saranno sfruttate più che sullo schermo, tornato alle antiche formule, a teatro.