Jackson, Glenda (propr. Glenda May)
Attrice teatrale e cinematografica inglese, nata a Birkenhead (Cheshire) il 9 maggio 1936. Donna moderna, colta, dal volto fortemente espressivo e dalla ricca gestualità, è stata capace di passare facilmente da ruoli brillanti a ruoli drammatici. Tutti questi fattori ne hanno fatto un'attrice cinematografica completa dall'indiscutibile professionalità derivante dall'intensa attività teatrale e le hanno garantito il successo internazionale confermato anche dai due Oscar ottenuti per Women in love (1969; Donne in amore) di Ken Russell e per A touch of class (1973; Un tocco di classe) di Melvin Frank.
Di famiglia modesta, ricevette un'educazione di stretta osservanza presbiteriana che ha lasciato tracce nel suo approccio rigoroso alla professione e nella forza delle sue interpretazioni. Nel 1950 lasciò gli studi per cercare lavoro a Londra riuscendo a far parte di alcune compagnie teatrali. Al cinema giunse solo nel 1963, in un piccolo ruolo in This sporting life (Io sono un campione) di Lindsay Anderson. La vera svolta arrivò l'anno seguente quando venne scritturata da Peter Brook nella Royal Shakespeare Company. E fu sempre Brook che pensò di affidarle il ruolo di Charlotte Corday, la fanatica assassina di Marat, in The persecution and assassination of Jean-Paul Marat as performed by the inmates of the asylum of Charenton under the direction of the marquis de Sade, testo di successo del drammaturgo tedesco P. Weiss. Lo stesso ruolo Brook le assegnò nella versione cinematografica dello spettacolo (1966; Marat-Sade). L'attrice quindi ottenne il suo primo grande successo di pubblico e di critica nel 1969, con il film Women in love, tratto da un romanzo di D.H. Lawrence, in cui disegna il ritratto della sensuale ed emancipata artista Gudrun. Nel 1971, ancora con la regia di Russell, interpretò il ruolo dell'infelice Nina, moglie del musicista russo P.I. Čajkovskij, nel dramma biografico The music lovers (L'altra faccia dell'amore), dove per la prima volta venne messa in luce la componente omosessuale della sensibilità del compositore. Nello stesso anno ottenne una nomination con il ruolo di una donna in carriera divorziata e indipendente nel film Sunday, bloody Sunday (Domenica, maledetta domenica) di John Schlesinger.
A partire dagli anni Settanta ha lavorato anche per la televisione britannica ed è stata la regina Elisabetta I in una serie di grande successo, ruolo nuovamente affrontato nel film di Charles Jarrot Mary, queen of Scots (1971; Maria Stuarda regina di Scozia), ispirato alla tragedia di J.C.F. Schiller sulla rivalità tra Maria Stuarda e la cugina Elisabetta. L'attrice ha dato prova di versatilità recitando anche in commedie brillanti come A touch of class che le ha consentito di ottenere il suo secondo Oscar grazie all'interpretazione della stilista Vicki, innamorata di un uomo sposato e combattuta dai sensi di colpa. Nel 1975 Joseph Losey le ha affidato la parte della casta moglie di uno scrittore che cade nelle braccia di un avventuriero imbroglione nel film The romantic English woman (Una romantica donna inglese); nel 1976 ha portato sullo schermo la vita di Sarah Bernhardt in The incredible Sarah (L'incredibile Sarah) di Richard Fleischer; mentre è una suora badessa che lotta per la conquista del potere in un convento nel film Nasty habits (1977; Cattive abitudini) diretto da Michael Lindsay-Hogg. È stata quindi al fianco di Walter Matthau in due film di buona scuola come House calls (1978; Visite a domicilio) di Howard Zieff e Hopscotch (1980; Due sotto il divano) di Ronald Neame, commedia rosa di irresistibile comicità tratta dal romanzo di B. Garfield, in cui la J. ha mostrato tutta l'esuberanza della sua mimica facciale e gestuale. È stata poi diretta da Robert Altman nel film Health (1980), in cui è una candidata all'elezione di presidente di un club della salute in una scatenata sarabanda di situazioni grottesche. Negli stessi anni ha continuato a riscuotere successi in palcoscenico, confrontandosi con grandi opere di autori classici e moderni come Strange interlude e Macbeth, mentre il suo indiscutibile professionismo l'ha spinta a privilegiare ruoli cinematografici caratterizzati sempre da un consistente spessore psicologico come in Turtle diary (1985; Tartaruga ti amerò) di John Irvin, al fianco di Ben Kingsley. In questa commedia dai risvolti ecologici, sceneggiata da Harold Pinter, ha interpretato infatti la parte di una scrittrice di storie per bambini, oppressa dalla solitudine e dall'insoddisfazione, che si ribella alle prepotenze del potere. Ha recitato ancora per Altman nella frenetica commedia Beyond therapy (1987; Terapia di gruppo) e per Russell sia nella parodia wildiana Salome's last dance (1988; L'ultima Salomè), in cui è una Erodiade vestita da Biancaneve, sia nella riduzione di un altro romanzo di Lawrence, messo al bando per oscenità alla pubblicazione nel 1915, The rainbow (1989; La vita è un arcobaleno).
Negli anni Novanta si è dedicata completamente all'attività politica: nel 1992, candidata dai laburisti alle elezioni in Gran Bretagna, ha ottenuto un seggio in Parlamento abbandonando così il mondo dello spettacolo.
bibliografia
D. Nathan, Glenda Jackson, Tunbridge Wells (Kent) 1984; I. Woodward, Glenda Jackson: a study in fire and ice, London 1985; C. Bryant, Glenda Jackson: the biography, Hammersmith (London) 1999.