GLICOGENO (dal gr. γλυκύς "dolce" e γεννάω "genero", o amido animale, amido del fegato)
Costituisce il carboidrato di riserva dell'organismo animale e fu scoperto (1857) da Claud o Bernard nel fegato fresco, nel quale in condizioni normali può essere presente nella proporzione dall'i al 5%. Si trova anche nella carne muscolare degli animali in riposo e specialmente in quella dei solipedi (cavallo), come pure nel sangue e in altre parti dell'organismo. In seguito al lavoro muscolare il glicogeno con l'intermediario di uno zucchero fosforato, il lattacidogeno, si trasforma in acido lattico. Anche dopo la morte il glicogeno ben presto scompare dai muscoli trasformandosi in maltosio, isomaltosio e glucosio. La quantità relativamente forte di glicogeno che è presente nella carne del cavallo, e dei solipedi in genere, è stata segnalata anche come carattere di riconoscimento della carne di cavallo nei preparati di carne, come negl'insaccati, ecc. Nel 1866 G. Bizio riscontrò il glicogeno nei molluschi e negl'insetti e nel 1880 fu trovato in molte piante inferiori, nei funghi e nelle cellule del lievito.
Il glicogeno si prepara dal fegato degli animali appena morti tagliuzzandolo minutamente e facendolo bollire a lungo con una soluzione di potassa caustica, verso la quale il glicogeno è assai resistente, mentre i tessuti organici si disfanno. L'estratto così ottenuto si tratta quindi con acido cloridrico e vi si aggiunge ioduro mercurico e potassico fino a che si produce precipitato, dovuto a sostanze estranee. Dopo ciò si filtra e dal liquido filtrato si fa precipitare il glicogeno per aggiunta di alcool al 60%. Il glicogeno così separato si lava bene con alcool concentrato (95%), poi con etere e infine si fa essiccare.
Si presenta come polvere bianca, inodora, insipida, che si scioglie nell'acqua formando un liquido opalescente ma senza dar luogo a colla; è insolubile nell'alcool, nell'etere e nell'acido acetico. Con lo iodio dà una colorazione rosso vino, che scompare col riscaldamento. La soluzione acquosa non riduce il liquido di Fehling. Agisce sulla luce polarizzata quasi nella stessa misura dell'amido, facendo ruotare a destra il piano di polarizzazione ([a]D = + 198°).
Il glicogeno per tutto il suo comportamento chimico rassomiglia grandemente all'amido, e così per idrolisi completa con gli acidi diluiti si trasforma quantitativamente in glucosio, mentre per azione dei fermenti diastasici dà origine prima a composti di tipo destrinico, poi a maltosio. Così pure col Bacillus macerans forma come l'amido degli amilosî, ma con prevalenza di quelli della serie β. Il suo peso micellare si aggira intorno a 140.000, circa come quello dell'amido. Per metilazione anche il glicogeno assume 4 metili trasformandosi in tetrametilglicogeno [C12H16O10(CH3)4]x. Al glicogeno spetta una costituzione simile a quella dell'amido; le differenze che manifestano i due corpi, come la diversa colorazione con lo iodio e il diverso potere collageno, dipendono più che altro da differenze nella struttura fisica e da sostanze accessorie.
Bibl.: P. Karrer, Polymere Kohlenhydrate, Lipsia 1925.