glocale
agg. e s. m. – Individuo, organizzazione o comunità che ha un’estesa rete di relazioni locali e interazioni a lunga distanza. È il modo in cui le forze locali e le relazioni globali assumono una forma concreta. Il concetto venne sviluppato negli anni Novanta del secolo scorso da Kenichi Ohmae ed Erik Swyngedouw, anche se il termine viene fatto risalire a Manfred Lange, che lo coniò in Germania alla fine degli anni Ottanta. Il concetto di g. ha trovato applicazione soprattutto in ambito economico, aiutando a sostenere che la diffusione e la produzione di beni dipende anche dalla risposta locale dei mercati. La capacità produttiva postfordista, in particolare, si è dimostrata particolarmente flessibile grazie alla rivoluzione informatica e robotica, che ha permesso lo sviluppo di una molteplicità di prodotti che vanno incontro a esigenze di fette di mercato anche molto esigue. Dalla parte della produzione, invece, il g. garantisce valore aggiunto, nel senso che le attività economiche risultano attratte non soltanto dalla convenienza economica a produrre ma anche dalla presenza di un ambiente favorevole all’impresa, fatto di competenze e servizi.