gloriosamente
E usato sempre con riferimento al gaudio e alla luce della vita celeste.
Nella descrizione del sogno presago della morte di Beatrice sottolinea una delle due componenti della scena: da una parte le donne scapigliate e maravigliosamente triste, l'oscurarsi del sole e l'apparire delle stelle, e dall'altra una moltitudine di angeli che ascende al cielo accompagnando una nebuletta bianchissima: A me parea che questi angeli cantassero gloriosamente (Vn XXIII 7), cioè con festa di Paradiso. In certo senso si può dire che anche per Beatrice tremò la terra e il ciel s'aperse. Da notare che l'avverbio manca nella canzone Donna pietosa, dove l'atmosfera divina è data invece dal movimento e dalla luminosità degli angeli, che parean pioggia di manna (v. 58); e quindi risulta dalla rielaborazione di un particolare della scena in sede di commento. Può avere un certo interesse rilevare che le voci della famiglia ‛ gloria ', abbastanza frequenti nella Vita Nuova, vi ricorrono nel racconto, e non nella lirica, con l'unica eccezione del gloriosa di XXXI 11 31.
Come altre voci della stessa famiglia, riappare insieme all'immagine di Beatrice morta e già santa in cielo, a indicare l'alto grado e l'intensità della sua beatitudine: la sua [di Cristo] bellissima figura, la quale vede la mia donna gloriosamente (Vn XL 1); Beatrice, la quale gloriosamente mira ne la faccia di Dio (XLII 3).
In Pd XI 12 segna il momento culminante, la chiave di volta del prologo del canto. Mentre tutti gli altri mortali, in terra, rimangono invischiati nelle loro basse occupazioni, vittime degli stimoli della cupidigia, della sete di potere e della lussuria, D. è con Beatrice al centro di un ineffabile tripudio di armonie e di splendori, suso in cielo / cotanto glorïosamente accolto. Ritmicamente sostenuto da cotanto, e fortemente scandito (la. lettura è glorïosa ménte), l'avverbio accentua risolutamente il distacco di D. dai propri simili, la sua apoteosi. Al Tommaseo l'espressione sembrava " non dirò boriosa, ma non misurata al resto del canto ": osservazione variamente discussa dai moderni interpreti. Si può quanto meno notare che l'esaltazione di D. nella gloria del Paradiso è condizione, più che positiva, imprescindibile dal concepimento stesso della terza cantica, e saldamente connessa con l'altezza della missione che gli viene affidata. Di questa missione fa parte anche il compito di riproporre ai contemporanei il messaggio di s. Francesco, che sarà oggetto, appunto, del resto del canto.