GLOTTIDE (dal gr. γλῶττα [γλῶσσα] "lingua")
È lo spazio compreso fra le due corde vocali vere (v. laringe; corde vocali).
Edema della glottide. - È più propriamente l'edema della laringe, cioè l'imbibizione della mucosa e della sottomucosa da parte d'un liquido sieroso, ora circoscritta, monolaterale, ora bilaterale; le regioni della laringe più colpite sono l'epiglottide e le pieghe ariepiglottiche. All'esame laringoscopico le parti edematose, molto aumentate di volume, sono ora arrossate ora pallide. La forma infiammatoria consegue ai più diversi processi della laringe, come laringite semplice, ulcerazioni tubercolari, sifilitiche, tifose, ascessi, pericondrite della laringe, lesioni meccaniche da corpi stranieri, da traumatismi, ecc., oppure è dovuta alla propagazione di processi delle vicinanze (angina, glossite), o anche interviene nel corso dell'erisipela, del vaiuolo, della scarlattina o di altre malattie da infezione. Altre volte l'edema (v.) è in dipendenza di malattie che possono provocare edemi anche in altre regioni del corpo (affezioni del rene e del cuore, le malattie croniche dell'apparato respiratorio, gli stati cachettici, le cause d'ostacolo al deflusso del sangue dalle vene laringee: tumori mediastinici, aneurismi, tumefazioni ghiandolari, ecc.). Talora l'edema della laringe è prodotto dall'azione di liquidi caustici, dall'inalazione di gas irritanti, dalla somministrazione di ioduro potassico. La forma angioneurotica s'osserva nei soggetti che presentano altre localizzazioni di edema angioneurotico. L'edema laringeo può insorgere in modo subitaneo e così violentemente da dare in breve la morte da soffocazione. Più spesso si stabilisce gradualmente con un progressivo aggravarsi di sintomi minacciosi: grave difficoltà di respiro, rientramenti inspiratorî del torace, tosse abbaiante, colorito bluastro della pelle e delle mucose. Quanto più acuta è l'insorgenza della malattia, tanto più grave il decorso. L'esito dipende dalla natura del processo causale e dalla tempestività dell'intervento terapeutico, il quale consiste nell'applicazione di ghiaccio sul collo, nella polverizzazione di soluzione d'adrenalina all'1:5000, nell'iniezione di 1-2 cg. di pilocarpina, nelle scarificazioni delle parti edematose, oppure nella tracheotomia, preferibile all'intubazione della laringe, perché l'essudazione può ostruire la cannula. Scongiurato l'immediato pericolo della morte da soffocazione, dovrà essere istituito il trattamento richiesto dalla malattia fondamentale.
Spasmo della glottide. - Detta anche laringite stridula o asma laringeo, è un'affezione quasi esclusivamente del primo triennio di vita, specialmente delle bambine, sotto forma di brevi accessi d'occlusione della rima glottidea per crampo dei muscoli laringei. L'inizio è subitaneo, senza cause occasionali apprezzabili, oppure segue a eccitamenti psichici e segnatamente al pianto. Dopo una profonda inspirazione si sospende il respiro, mentre il bambino assume un aspetto di grande angoscia e presenta un colorito livido bluastro della pelle (v. cianosi); il capo ricade all'indietro, la cute si ricopre di sudori freddi; qualche volta si ha perdita completa della coscienza, mentre s'osservano a carico degli arti e del tronco spasmi muscolari. L'accesso può avere esito in morte, ma per lo più, dopo poche decine di secondi, la respirazione riprende, dapprima faticosa, poi più facile così da ricondurre l'infermo allo stato normale. Gli attacchi talora sono isolati, tal'altra si succedono con grande frequenza e si ripetono per mesi e anni interi. Di regola non si presentano più dopo superato il terzo anno d'età. Lo spasmo laringeo è una manifestazione parziale della spasmofilia; circa due terzi dei sofferenti di laringospasmo sono dei rachitici. L'attacco si cura immergendo il bambino fino al mento in bagno caldo senapato; può giovare l'inalazione di poche gocce di cloroformio; in casi gravissimi si ricorre all'intubazione o alla tracheotomia. Negl'intervalli si curerà la spasmofilia ed eventualmente il rachitismo.