GLOTTOTECNICA
. Lo stesso che linguistica applicata: lo studio dei caratteri funzionali di un dato linguaggio e di singole serie di parole, con lo scopo di ottenere il massimo dei vantaggi e il minimo d'inconvenienti nella creazione di singoli termini o nella sostituzione di vocaboli poco adatti (sia per ciò che riguarda il rispetto ai caratteri essenziali della lingua di cui si tratta, sia per ciò che concerne i necessarî scambî linguistici fra lingue diverse).
La coniazione di un nuovo termine tecnico o di un marchio di fabbrica, la normalizzazione della nomenclatura doganale, la cosiddetta "omologazione" di alcune nomenclature (per es. quella dei mercati del pesce), la rettifica di alcuni termini (per es. quelli elettrotecnici) per conseguire un migliore parallelismo con i termini stranieri corrispondenti, esigono un'attenta considerazione delle capacità della lingua, e dei requisiti a cui debbono corrispondere i singoli vocaboli da coniarsi o da modíficarsi o da ridefinirsi.
Purtroppo è impossibile soddisfare insieme tutti quanti i requisiti che pure si auspicherebbero: per es., mentre i letterati possono essere lieti di avere a disposizione parecchi nomi per indicare la medesima pianta (ornello, avorniello, maggiociondolo, pioggia d'oro), i botanici vorrebbero eliminare i sinonimi di questo tipo: le due qualità della ricchezza e dell'uniformità sono contraddittorie.
Altre qualità i cui meriti volta per volta la g. bilancia sono la chiarezza, l'univocità, la continuità (cioè, per la nostra lingua, l'obbedienza alla migliore tradizione italiana, ovvero l'esatta corrispondenza con voci latine o greche), la coerenza al sistema (se dappertutto in italiano th è diventato t, un thermocoperta è assurdo), la brevità.
Molto più difficilmente raggiungibile (e, anzitutto, mal definibile) è la bellezza.
Bibl.: B. Migliorini, La linguistica applicata o glottotecnica, in Saggi linguistici, Firenze 1957, pp. 307-317; E. Wüster, Internationale Sprachnormung in der Technik, Berlino 1931; inoltre, specialmente per il tedesco, la rivista Sprachforum, 1955 segg.