glucosio (anche glicosio o glucoso)
Monosaccaride (anche chiamato destrosio o zucchero d’uva) con formula C6H12O6, il più diffuso in natura. Si trova allo stato libero nei frutti dolci, nel miele, nel nettare dei fiori e in piccole quantità negli organismi animali. Sotto forma combinata si trova in molti glicosidi; allo stato di polimero costituisce l’amido, la cellulosa, il glicogeno, ecc. Forma cristalli trasparenti, solubili, di sapore dolce.
Il g. è il principale substrato del metabolismo energetico cellulare. Infatti l’ossidazione completa di 1 mole di g. nei cicli metabolici della glicolisi, degli acidi tricarbossilici e della fosforilazione ossidativa, genera 36 moli di ATP. Il g. che non viene metabolizzato è accumulato sotto forma di glicogeno nel fegato e nei muscoli. Il suo valore alimentare è accresciuto dalla peculiarità di non richiedere alcuna elaborazione digestiva e di poter essere somministrato a individui con insufficienza digestiva o altre malattie gastroenteriche. Può essere inoltre somministrato, opportunamente diluito, per via rettale (proctoclisi) o parenterale (ipodermoclisi, fleboclisi, iniezioni endovenose) a scopo nutritivo o diuretico o per combattere crisi ipoglicemiche o anche, in soluzioni ipertoniche, per correggere squilibri osmotici (ipertensione endocranica, edemi). In fisiologia il g. ha grande importanza non solo per il suo ruolo metabolico ma anche perché rappresenta la forma in cui i glicidi si trasformano per essere utilizzati dall’organismo per formare il glicogeno del fegato, il lattosio del latte, il ribosio dei nucleotidi, ecc.