Vedi GLYKON dell'anno: 1960 - 1973
GLYKON (Γλύκων)
Serpente con testa umana adorato nella città di Abonotichos in Pafiagonia come reincarnazione di Asklepios.
Il culto di G. fu istituito all'epoca di Antonino Pio da un mistificatore, un certo Alessandro, originario di Pella in Macedonia, di cui conosciamo le prodezze da un trattatello di Luciano. Egli si servì di un grosso serpente addomesticato a cui adattò una testa umana, fatta con un lenzuolo dipinto e con crini di cavallo. Dal movimento della lingua del mostro, Alessandro traeva dei responsi che faceva pagare molto cari. La frode riuscì perfettamente: per circa un secolo G. ebbe un culto, sacerdoti e devoti. Si istituirono persino dei misteri con rappresentazioni sacre della nascita di Asklepios e di G. e dell'unione di Alessandro con Selene. Nell'agorà di Parium era il suo cenotafio con statua a cui si praticava il culto (Athenagoras, 26). G. è raffigurato su monete di Abonotichos e di Nicomedia e su gemme, una delle quali lo mostra accanto ad Asklepios.
Monumenti considerati. - Monete di Abonotichos: W. H. Waddington-E. Babelon-Th. Reinach, Récueil gèneral des Monnaies grecques d'Asie Mineure, i, pp. 130 ss., tav. xvii; British Museum, Cat. Greek Coins, Pontus, ecc., p. 83, 1, tav. xix, 1. Monete di Nicomedia: L. Fivel, in Gazette archéologique, v, 1879, pp. 184 s.; E. Babelon, in Revue Numismatique Française, lxv, 1900, p. 26. Gemme: F. Lenormant, Un monument du culte de Glykon, in Gazette archéologique, iv, 1878, pp. 179 ss.; E. Babelon, op. cit., p. 28.
Bibl.: W. Drexler, in Roscher, I, col. 1692 s.; F. Cumont, in Pauly-Wissowa, VII, 1912, col. 1468 s., s. v., n. 1.