Vedi GLYKON dell'anno: 1960 - 1973
GLYKON (v. vol. iii, p. 964 s.)
Nota soltanto per il tramite delle monete di Abonotichos (delle quali nessuna ben conservata), l'immagine di G. era stata sinora d'incerta e controversa lettura.
Una scultura a tutto tondo, databile in epoca antonina, venuta recentemente in luce a Tomis, in un deposito di materiale votivo, ci permette di cogliere per la prima volta e in tutti i suoi particolari, il singolare aspetto del dio,vagamente definito "antropomorfo" da Luciano e sommariamente rappresentato nelle immagini monetali. Alla luce di questo documento scultoreo appare evidente che G. aveva una testa composita, con un muso appuntito - di pecora o di cane - completato da 6recchie e lunghi capelli umani, in perfetta corrispondenza col tipo riprodotto nelle monete di Abonotichos, accompagnato sempre dalla leggenda Glykon.
L'immagine di un serpente sul quale s'innesta in maniera inorganica una vera testa umana che, a cominciare da Caracalla, appare sulle monete di Nicomedia, in Bitinia, senza la leggenda Glykon (v. vol. iii, fig. 1222) dev'essere considerata una variante provinciale, un apografo, di fronte al tipo ufficiale, considerevolmente diverso e costante delle monete di Abonotichos e della scultura tomitana che costituisce, allo stato attuale delle nostre conoscenze, l'unica statua di culto del dio.
Bibl.: V. Canarache, A. Aricescu, V. Barbu, A. Radulescu, Tezaurul de sculpturi de la Tomis, Bucarest 1963, p. 109 s., n. 24, figg. 55-57; G. Bordenache, Contributi per una storia dei culti e dell'arte nella Tomi di età romana, in Studii Clasice, VI, 1964, pp. 157-163, figg. 6-7.