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-gn- [prontuario]

di Patrizia Petricola - Enciclopedia dell'Italiano (2011)
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-gn- [prontuario]

Patrizia Petricola

Il nesso ‹-gn-› è il digramma utilizzato per la resa grafica della nasale palatale [ɲ], suono di formazione neolatina (cognato, agnello, dignità, usignolo, ognuno, ecc.), che in posizione intervocalica è sempre intenso: [ɲː]. Il suono riflesso da ‹gn› è biconsonantico, ovvero accosta una occlusiva velare sonora a una nasale dentale, solo nella pronuncia conservativa di ➔ grecismi come gnosi [ˈgnozi] (ma anche, e più correntemente, [ˈɲozi]), [gn]oseologia e in germanismi come wa[gn]eriano.

Di norma il nesso ‹gn› (contrariamente a ‹gl›: ► -gl-) rifiuta l’uso della ‹i› diacritica per indicare il valore palatale di [ɲ] (la ‹i› diacritica non va però confusa con la ‹i›fonetica perché tonica: compagnìa [kompaˈɲːia], frignìo [friˈɲːio]). Pertanto, se seguito dalle vocali a, e, o, u, il nesso si lega sempre direttamente ad esse e le sequenze ‹gnie, gnio, gniu› – come, ad es., in ogniuno – sono erronee (anche se si registrano in ➔ italiano antico).

La ‹i› diacritica tra ‹gn› e la vocale ‹a› è invece tradizionalmente ammessa solo nelle forme della prima persona plurale del presente indicativo, nella prima persona plurale del presente congiuntivo e nella seconda persona plurale del presente congiuntivo dei verbi in -gnare e -gnere (come disegnare, spegnere) per coerenza con gli altri verbi, cioè per mantenere il valore almeno grafico della ‹i› nelle desinenze -iamo e -iate (foneticamente, invece, [i] viene assimilata da [ɲː]): abbiamo pertanto disegniamo [diseˈɲːamo] e disegniate [diseˈɲːate], spegniamo [speˈɲːamo] e spegniate [speˈɲːate], ecc.

Recentemente si è però diffuso l’uso di scrivere le forme dei verbi in -gnare e -gnere anche senza ‹i› diacritica: disegnamo / disegniamo e disegnate / disegniate. Inizialmente rifiutato dai grammatici, quest’uso, attestato, specialmente sui giornali, per lo più tra le forme della prima persona plurale della prima coniugazione, è ormai accettato (a malincuore) a fianco di quello che prevede la ‹i› diacritica.

Vedi anche
desinenza Elemento conclusivo della parola fonica, con funzione morfologica o morfosintattica. Fanno ricco uso di desinenze le lingue ‘sintetiche’, come il latino, il greco, il sanscrito, il tedesco, alcune lingue semitiche ecc. È invece ridotto l’uso delle d., soprattutto nominali, nelle lingue ‘analitiche’. ... digramma Sequenza di due lettere che indica un solo fonema per ogni posizione di esso nel contesto di lingua o solo per alcune posizioni. Per es., nell’ortografia italiana, il fonema k (c davanti ad a, o, u e a consonante) davanti a e e i si segna con il digramma ch. Nell’ortografia francese ch è invece usato ... forestierismo In linguistica (in cui più comunemente si usa il sinonimo prestito), parola, locuzione o anche costrutto sintattico introdotti più o meno stabilmente in una lingua da una lingua straniera, sia nella forma originaria (per es., l’ingl. week-end) sia con adattamento alla struttura fonetica e morfologica ... congiuntivo In grammatica, modo indicante la volontà, la possibilità, la proiezione nel futuro dell’azione pensata (quindi spesso usato a designare il futuro). Il suo impiego viene sovente a coincidere con quello dell’ottativo; ciò ha fatto sì che in latino e in germanico i due modi si siano fusi in uno e che nel ...
Categorie
  • GRAMMATICA in Lingua
Tag
  • CONGIUNTIVO
  • DIGRAMMA
  • IAMO
Vocabolario
prontüàrio
prontuario prontüàrio s. m. [uso fig. del lat. tardo promptuarium «credenza, dispensa, magazzino», dall’agg. promptuarius «in cui conservare qualcosa», der. di promptus: v. pronto]. – 1. Libretto o manuale in cui sono esposte brevemente...
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