DOMIZIO Enobarbo, Gneo (Cn. Domitius L. f. Ahenobarbus)
Console romano del 32 d. C., figlio di Lucio Domizio (v.) e di Antonia Maggiore (v.). Fu in Asia come compagno di Gaio Cesare, figlio adottivo di Augusto (1-4 d. C.), e perciò non può essere stato molto più giovane di lui. Nel 28 d. C., D. sposò Agrippina, figlia di Germanico (v. agrippina). Nel conflitto fra Tiberio e Agrippina Maggiore, D. si tenne dalla parte del primo. Nel 32 d. C. ebbe il consolato, che conservò per tutto l'anno. Nel 36 fece parte della commissione chiamata a distribuire i fondi destinati ai cittadini danneggiati dall'incendio dell'Esquilino. Ma poi si trovò coinvolto nel processo di maestà contro Albucilla, sotto l'imputazione di complicità, di adulterio, e, pare, anche d'incesto con la sorella Domizia Lepida. Si salvò grazie alla morte di Tiberio. Nel dicembre di quell'anno, 37 d. C., D. ebbe da Agrippina un figlio, il futuro Nerone. Ancora nel 38 si trovava a Roma. Morì nell'anno seguente, a Pirgi.
Bibl.: H. Dessau, Prosopogr. Imp. Rom., II, p. 17 segg., n. 109; Groag, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., IX, 1331 segg.