DOMIZIO Enobarbo, Gneo (Cn. Domitius Cn. f. Cn. n. Ahenobarbus)
Figlio del precedente. Tribuno della plebe nel 104, fece passare una lex Domitia de sacerdotiis che trasferiva ad un comizio di 17 tribù la nomina dei membri dei quattro principali collegi sacerdotali. Accusò invano prima M. Emilio Scauro e poi M. Giunio Silano. Eletto pontefice massimo nel 103, partecipò nel 100 alla lotta contro Saturnino dalla parte del senato. Fu console nel 96 e censore nel 92 con l'oratore Crasso; i due censori emanarono il celebre editto contro i retori latini, ma vennero poi ad aspre contese fra loro. Forse è lui il Gaio Domizio che in Diod., XXXVII, 13, 1, persuade nel 91 l'italico Pompedio Silone a rinunciare a un colpo di mano su Roma. Pare sia morto poco prima dell'89.
Bibl.: W. Drumann e P. Groebe, Geschichte Roms, II, Lipsia 1902, p. 16; F. Münzer, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., V, 1903, col. 1324.