Gobba
Con il termine gobba vengono indicate, nel linguaggio comune, alcune deformità che interessano soprattutto la colonna vertebrale. Più estensivamente, la parola è usata per denotare le prominenze che si delineano su alcune strutture lineari o piane, prevalentemente ossee ma anche di altro genere (per es., gobba del naso, gobba del pene, gobba di bufalo o buffalo hump ecc.). Rientrano nella denominazione generica di gobba le scoliosi, le cifosi e le forme combinate, o cifoscoliosi.
La scoliosi consiste nella deviazione a concavità laterale, sul piano frontale, della colonna vertebrale, molto spesso associata a un movimento di rotazione delle vertebre sull'asse longitudinale (rotoscoliosi) e a una deviazione sul piano sagittale (cifoscoliosi). Questo tipo di deformazione si ripercuote sulla gabbia toracica, determinando l'angolazione delle coste dal lato della convessità con sporgenza posteriore dell'emitorace corrispondente e sollevamento della scapola omolaterale (gibbo costale). La cifosi è, invece, la curvatura della colonna sul piano sagittale, a concavità anteriore. La cifosi dorsale e quella sacrococcigea sono fisiologiche, così come fisiologiche sono le curvature sullo stesso piano ma di senso opposto, cioè con concavità posteriore, che caratterizzano i tratti cervicale e lombare (lordosi).
Nelle scoliosi, il raggio di curvatura può essere più o meno ampio e la gravità della deformazione (e quindi le ripercussioni sulla gabbia toracica e sulle funzioni degli organi in essa contenuti, in primo luogo quella respiratoria) è tanto maggiore quanto più esso è breve. La vertebra che si trova al centro della curva è conformata a cuneo, mentre quelle di passaggio hanno forma trapezoidale. Il corpo vertebrale è ruotato verso la convessità, mentre l'arco posteriore e l'apofisi spinosa lo sono verso la concavità. Deve essere ricordato che non tutte le scoliosi hanno significato patologico, in quanto esistono anche degli atteggiamenti scoliotici, detti scoliosi funzionali, che rappresentano condizioni transitorie, rientranti nelle capacità fisiologiche della colonna ed espressione di una risposta funzionale compensatoria a uno stato di momentaneo squilibrio, cessato il quale le curvature laterali vengono corrette, non avendo più ragione di esistere. Quando invece la deviazione della colonna non ha significato di compenso, ma è dovuta a un'alterazione intrinseca del rachide e pertanto non è più controllabile dal soggetto che ne è affetto, la scoliosi è strutturale e assume carattere di vera e propria patologia. Esistono strumenti particolari per misurare una scoliosi, chiamati scoliosimetri; la soglia per differenziare una gibbosità fisiologica da una patologica è dell'ordine di appena 5°.
Le deformazioni della colonna vertebrale possono dipendere da cause congenite o acquisite. Le cause congenite sono di natura malformativa, come l'emispondilo per le scoliosi e la microspondilia per le cifosi (in quest'ultimo caso, lo spostamento posteriore della vertebra malformata può comprimere il midollo spinale, con esito in paralisi). Tra le cause acquisite si distinguono le osteogene, le artrogene, i processi infettivi, le miogene e gli squilibri statici.
a) Cause osteogene. Un ruolo di primo piano ha avuto in passato il rachitismo, caratterizzato da osteomalacia, vale a dire rammollimento osseo per alterazione del ricambio del calcio e del fosforo conseguente ad apporto o utilizzazione insufficienti della vitamina D. Tipica del rachitismo è la cifosi ad arco; molto frequenti sono pure le cifoscoliosi e i relativi effetti sugli organi toracici. Nell'individuo adulto una causa di deformazioni della colonna vertebrale è rappresentata dall'osteomalacia puerperale e senile. Nei soggetti anziani, tuttavia, è soprattutto l'osteoporosi a provocare deformità del rachide. Si menzionano inoltre il morbo di Pott (tubercolosi vertebrale, con cifosi ad angolo; v. oltre), l'osteodistrofia deformante di Paget oltre che, naturalmente, le fratture.
b) Cause artrogene. Di particolare interesse è il morbo di Scheuermann, o cifosi degli adolescenti, che va differenziato dal cosiddetto dorso curvo da attitudine. Si tratta di una malattia caratterizzata da una deformità cifotica del dorso che si instaura subdolamente, tanto che il paziente giunge sovente all'osservazione del medico quando questa si è già costituita. È dovuta a un processo di osteocondrite che colpisce le epifisi delle vertebre, cioè i punti in corrispondenza dei quali avviene l'accrescimento in altezza dei corpi vertebrali. Forme assai comuni prodotte da cause artrogene sono quelle da spondiloartrosi deformante e da spondilite anchilopoietica.
c) Processi infettivi. In passato, diffusione piuttosto ampia ha avuto la già ricordata tubercolosi vertebrale o morbo di Pott, la cui principale alterazione è rappresentata dalla distruzione della spongiosa di una o più vertebre, con conseguente formazione di focolai di cedimento e crollo; in questo caso, le deformità risultanti sono rappresentate per lo più da cifosi angolari (il cosiddetto gibbo di Pott). Anche il tetano appartiene alle cause infettive di deformità del rachide.
d) Cause miogene. Tra le più tipiche vi sono quelle con esito in poliomielite, dovute a un'asimmetria funzionale dei muscoli dorsali paravertebrali. In questa classe rientrano anche le emiplegie e la paralisi infantile cerebrale spastica, o morbo di Little.
e) Squilibri statici. Alcuni tipi di squilibri, come quelli che vengono a crearsi in caso di differenza reale o apparente nella lunghezza degli arti inferiori, o di diverso peso dei due arti inferiori (per es., in seguito ad amputazione), o di vaste cicatrici retraenti (per es., fibrotorace), provocano deformità della colonna vertebrale, in quanto l'inclinazione laterale soddisfa la necessità di un compenso. Infatti, in presenza di una deviazione assiale della colonna nel piano frontale, per correggere l'alterazione statica e recuperare una situazione di equilibrio (con mantenimento o solo lieve spostamento della linea di appiombo) è necessario che si realizzi un compenso per mezzo di una o più curvature di segno opposto. Fra le gibbosità non riguardanti lo scheletro assile o le strutture osteoarticolari si annovera la sindrome da ipercorticismo, che si riscontra nel morbo di Cushing o riconosce un'origine iatrogena (trattamenti corticosteroidei di lunga durata e con dosaggi elevati), e va sotto il nome di buffalo hump, o gibbo da bufalo. Una formazione analoga, a tipo di cuscinetto adiposo dorsocervicale allargato, è stata descritta in pazienti con infezione da HIV trattati con inibitori delle proteasi. Tali gibbosità sembrano essere causate da anomalie regionali nella lipogenesi/lipolisi, influenzate forse da modificazioni ormonali e metaboliche dovute alla malattia o al trattamento.
J.E. Lonstein et al., Moe's textbook of scoliosis and other spinal deformities, Philadelphia, Saunders, 19953.