gocciolo
Forma alterativa, che ricorre nelle parole di mastro Adamo (ora, lasso!, un gocciol d'acqua bramo, If XXX 63), per cui cfr. Luci 16, 24: il Tommaseo-Bellini indica un'altra occorrenza del vocabolo, ugualmente apocopato, nel Boccaccio. Anche se probabilmente forma già neutralizzata nella lingua antica, g. va messo in relazione con i ruscelletti dello stesso episodio, a indicare l'acuto desiderio dell'idropico. V. anche GOCCIA; GOTTA.