Goffredo di Fontaines (lat. Godefridus de Fontibus)
(lat. Godefridus de Fontibus) Filosofo (n. Fontaines-les-Hozémont, Liegi, prima metà sec. 13° - m. Parigi dopo il 1303). Domenicano e tomista, allievo di Enrico di Gand, fu il principale rappresentante, dopo di lui, del clero secolare all’università di Parigi. Ebbe varie cariche ecclesiastiche a Liegi, Parigi, Tournai e Colonia. Partecipò, con il maestro, alla lotta contro gli ordini mendicanti. Maestro già nel 1286 (almeno fino al 1292), intervenne in tutte le più controverse questioni della cultura filosofico-teologica degli ultimi decenni del sec. 13°, in un ambiente in cui l’aristotelismo aveva messo in grave crisi l’agostinismo. Nei Quodlibeta, la sua opera principale, e nelle Quaestiones ordinariae G. si stacca dal suo maestro, Enrico di Gand, e dalla teoria agostiniana dell’illuminazione, per aderire all’orientamento tomista, sia pure con accenni critici (rivolti probabilmente soprattutto contro le posizioni di Egidio Romano); in partic., G. nega la distinzione reale essenza-esistenza, individua nella forma (non nella materia) il principio di individuazione, afferma la semplicità delle sostanze separate e la passività della volontà che è determinata dal giudizio.