golden share
Quota del capitale sociale (it. «azione dorata»), che attribuisce al detentore particolari privilegi. Il riferimento è a uno specifico istituto che riguarda la governance, ovvero l’insieme delle regole di governo, delle aziende che sono state oggetto di processi di privatizzazione. Negli anni 1990 sono stati avviati, anche a seguito di indicazioni provenienti dall’Unione Europea, numerosi processi di privatizzazione: imprese di proprietà e gestione pubblica sono state oggetto di cambiamenti sostanziali dello status giuridico e dell’assetto proprietario; sono diventate aziende sottoposte alle norme di diritto privato e la cui proprietà è passata in tutto o in parte a soggetti privati. Spesso la privatizzazione non è stata completa, poiché lo Stato è rimasto socio, mantenendo una percentuale delle quote di capitale (dette ‘azioni’ nei casi in cui la modifica sia avvenuta verso la forma specifica della società per azioni). Dal momento che tali aziende erano spesso impegnate nel settore delle public utility (servizi di pubblica utilità quali, per es., quelli dei trasporti o delle telecomunicazioni o quelli legati alla fornitura dell’energia elettrica, dell’acqua, del gas), si è ritenuto necessario prevedere clausole di garanzia rispetto alla valenza pubblica dei servizi offerti. Questo tipo di clausole, detto appunto g. s., assegna allo Stato specifici poteri non commisurati alle quote di capitale effettivamente detenute dallo stesso. Tali poteri riguardano, per es., le decisioni relative a fusioni, trasformazioni, acquisizioni e ingresso di nuovi soci. La presenza della g. s. porta a evidenti squilibri nei rapporti tra i soci, poiché lo Stato, senza possedere la maggioranza assoluta o una maggioranza significativa delle quote, può influenzare alcune delle principali scelte strategiche dell’azienda. La Corte di giustizia dell’Unione Europea (➔ p) è intervenuta evidenziando come tale istituto possa violare in alcune circostanze i principi della libera circolazione dei capitali, ponendo i soggetti privati in posizione di svantaggio rispetto al soggetto pubblico di riferimento.