MESSICO, Golfo del (A. T., 121-122 e 147)
È la sezione più settentrionale e interna del Mediterraneo Americano, di cui il Mar Caraibico o delle Antille costituisce la sezione meridionale; fa parte cioè di quella distesa di acque interne che s'interpone su uno spazio di circa 20 gradi di latitudine tra le due masse compatte dell'America Settentrionale e dell'America Meridionale, e nella quale vengono a incontrarsi due fasce caratteristiche dell'architettura del globo, la fossa circumpacifica e quella di sprofondamento equatoriale nota come fascia dei mediterranei. Da ciò hanno origine l'instabilità e il fratturamento che si notano nelle terre dell'America istmica e nelle Antille, dove la frammentarietà delle forme e la costante attività delle forze endogene (vulcani e terremoti) sono chiare prove che gli sforzi di assestamento sono tuttora in atto. Il Golfo che è circondato in gran parte dalle coste degli Stati Uniti dell'America del Nord e del Messico, ed è limitato a mezzodì dalla Penisola dello Yucatán e dalla sezione occidentale dell'Isola di Cuba, presenta una figura grossolanamente ellittica, il cui asse maggiore da NE. a SO. misura circa 1800 km., mentre l'asse minore, da NO. a SE. raggiunge i 1100 km.; la superficie complessiva si calcola pari a 1.560.000 kmq. Comunica col Mare Caraibico per mezzo del canale di Yucatan, largo 200 km. tra il Capo Catoche, estremo orientale dello Yucatán, e il Capo S. Antonio, estremo occidentale di Cuba, e con l'Oceano Atlantico attraverso il Canale della Florida, che tra il Capo Sable, punto meridionale della penisola floridiana, e la punta Icacos, sporgenza settentrionale di Cuba, misura pure circa 200 km.
Dall'esame della carta si può rilevare la regolarità del contorno specie a N. e a O. e la forma caratteristica del fondo marino che si abbassa regolarmente nella zona centrale in una conca di oltre 2000 m. di profondità, estesa tra 85° e 96° long. O., orientata da NE. a SO., con un prolungamento verso mezzodì nel Golfo di Campeggio (Campeche), e che accoglie nel suo mezzo una fossa scendente al di sotto dei 3000 m., la cosiddetta Fossa di Sigsbee, estesa nella stessa direzione, con un'ampiezza di 180 km. a occidente sul 95° meridiano e ristretta a meno di 40 km. all'estremità orientale; la maggiore profondità è stata misurata a 25° 8′ di lat. N. e a 89° 38′ di long. O., dove la sonda del Blake è discesa fino a 3875 m.
L'isobata di 200 m. presenta in complesso un andamento parallelo alla costa, da cui si allontana maggiormente in corrispondenza della costa occidentale della Florida, della costa del Texas e a nord dello Yucatán; la piattaforma continentale, che ha una larghezza di appena 10 km. davanti al Capo Sable, di circa 50 km. in corrispondenza al delta del Mississippi, e di 25 km. davanti a Veracruz, si allarga a oltre 200 km. nei banchi della Florida e di Campeggio, dove il fondo marino è pochissimo profondo e cosparso di scogli di origine corallina.
Le coste, lunghe in complesso circa 5000 km. appartengono in parte agli Stati Uniti (Florida, Alabama, Mississippi, Luisiana e Texas) e in parte al Messico (Tamaulipas, Veracruz, Tabasco, Campeche, Yucatán e Quintana Roo); sono tutte pianeggianti e costituite prevalentemente da depositi del Terziario e del Quaternario: dune arenose e strette lingue di terra si alternano con lagune costiere, limitate da cordoni litorali e comunicanti col mare attraverso bocche e canali che le tempeste e le maree fanno continuamente mutare. Soltanto nella sezione tra Punta Delgada e la foce del Coatzacoalcos s'incontrano dei promontorî rocciosi di scarsa importanza. Nel golfo di Campeggio poi e sulla costa O. e N. della penisola di Yucatán i coralli in unione con le mangrovie diventano attivissimi fattori delle formazioni costiere: secondo il Deckert però, al costituirsi della laguna di Santa Ana e specialmente di quella amplissima di Terminos, limitata dall'isola di Carmen, deve aver contribuito un recente abbassamento della costa, a cui si dovrebbero anche attribuire le principali insenature occidentali della Florida (Charlotte Harbor e Tampa Bay). Le isole si riducono a piccoli isolotti costieri, quali quelli di Contoy, Holbox, Arenas, Puerto Real e El Carmen lungo la costa yucateca; del Padre, Marsh, Breton, Chandeleur, St Vincent lungo le coste degli Stati Uniti, lasciando da parte gl'innumerevoli scogli (kers) della Florida e quelli del banco di Campeggio, in gran parte subacquei. Le foci dei fiumi sono tutte ingombre da poderose barre che impediscono l'accesso dal mare e mancano quasi del tutto i porti naturali, giacché tutti i porti esistenti, da Veracruz a Tampico, da Galveston a New Orleans hanno richiesto ingenti lavori di adattamento, onde possono considerarsi porti artificiali.
La temperatura delle acque superficiali è assai calda anche nell'inverno (da 20 a 25 centigradi nel febbraio); al disotto della profondità di 1400 m. la temperatura si mantiene costantemente a 4°,2 come nel Mar Caraibico, e ciò dipende dal fatto che il braccio della corrente equatoriale che penetra nel Mediterraneo Americano passa attraverso agli stretti delle Piccole Antille i quali non superano tale profondità; in conseguenza le acque profonde rimangono molto più calde delle corrispondenti acque dell'Atlantico.
La massa d'acqua che entra nel Mar delle Antille si riversa nel Golfo del Messico attraverso il canale di Yucatán, largo, come si è detto, 200 km. e che si abbassa a 2000 m. soltanto in una stretta fossa compresa tra la piattaforma yucateca a O. e quella cubana a E.; questa massa esce dallo stretto della Florida col nome di Corrente del Golfo (Gulf Stream), ma poiché il deflusso avviene con qualche difficoltà, il movimento ne è rallentato favorendo il riscaldamento eccezionale delle acque nel golfo stesso; deriva da questo rallentamento anche il fatto che il livello medio marino nell'interno del golfo è più elevato del livello medio dell'Atlantico come hanno segnalato le osservazioni compiute dal Coast and Geodetic Survey degli Stati Uniti. La corrente calda che esce dallo stretto della Florida con una velocità (misurata in superficie nell'asse della corrente) di miglia 5,4 all'ora e ha il carattere di una corrente di gradiente o di pressione, s'incontra col ramo di deriva della corrente equatoriale, deviata dalle Antille, sul 27° parallelo N. e unendosi a quello ne aumenta la velocità e la temperatura giustificando così, almeno in parte, il nome di Gulf Stream, che si continua a dare alla ben nota corrente dell'Atlantico settentrionale.
Per quanto riguarda il regime delle maree il golfo si comporta come un bacino marittimo chiuso; le maree sono relativamente piccole e di rado superano l'altezza di m. 1,50; nella parte più interna del golfo il ritmo giomaliero del movimento è talmente alterato che vi si notano soltanto un periodo di flusso e uno di riflusso.
Quanto al regime dei venti, si nota che da marzo a ottobre arrivano entro il golfo gli alisei dell'emisfero nord in parte modificati dall'influenza delle terre; in particolare le coste del Messico, durante la stagione delle piogge da agosto a ottobre, sono soggette a frequenti uragani, assai temibili e pericolosi, causati dal mutamento di direzione delle correnti aeree. Nella stagione asciutta invece, da ottobre a marzo, si stabilisce nel golfo un'area di bassa pressione, che richiama intense correnti aeree da nord, prevalenti nella zona occidentale, dove il norie soffia con impeto, portando spesso piogge sulle coste di Veracruz e del Tabasco.
Bibl.: Sallot de Nogers, Mer des Antilles et Golfe du Mexique; G. Scotth, Geographie des Atlantischen Ozeans, 1ª ed., Amburgo 1912; 2ª ed., ivi 1926; H. A. Marmer, The Gulf Stream and its problems, in Geog. Review, 1929; G Wust, Florida und Antillen Strom, Berlino 1924.