‛OMĀN, Golfo di (A. T., 84-85; 91)
È il tratto di mare immediatamente a E. dello Stretto di Hormūz, e viene detto tanto Baḥr ‛Omān, quanto Baḥr al-Hind (ma sarebbe più corretto chiamarlo canale). Il limite orientale può essere fissato in una linea congiungente il Capo Hadd (Rās al-Ḥadd), all'estremità E. dell'Arabia, con la foce del Däsht nel Belūcistān (o col Capo Giunri, che la chiude a E.): il golfo avrebbe così una lunghezza di circa 550 km. da O. a E. e una larghezza che da 63 km., quanti ne misura nello Stretto, giunge a oltre 300, tra i due punti estremi sopra accennati. Anche la profondità va regolarmente crescendo verso l'oceano libero, e tocca il massimo (3694 m.) poco a N. di Mascate; l'andamento delle isobate si mantiene in complesso parallelo al decorso delle due rive. Queste hanno in comune varî caratteri: ristrettezza, o addirittura mancanza, di cimosa litoranea; più o meno elevati rilievi alle spalle, che le isolano dall'interno delle regioni delle quali dovrebbero rappresentare lo sbocco al mare; clima del pari eccessivo con fortissimi calori estivi (medie di luglio superiori ai 32°) e scarse precipitazioni; vegetazione stepposa o desertica; rado popolamento e nuclei abitati essenzialmente costieri (Masqaṭ, Maṭraḥ, Khabūrah sul lato meridionale; Giāsk e Ciahbar su quello opposto). Il golfo è percorso da una corrente calda, che ne lambisce l'orlo settentrionale, penetrando poi nel Baḥr-Fārs. La scarsa importanza economica di questa zona è messa in evidenza anche dal fatto che le sole linee di navigazione che la interessano sono quelle dirette al Golfo Persico, che però non vi fanno scalo, eccetto che a Giāsk e a Mascate, punti di partenza di due cavi sottomarini inglesi.
Bibl.: Schott, Geographie des Persischen Golfes und seiner Randgebiete, in Mitt. geogr. Gesellsch. Hamburg, XXXI (1918).