Attrice teatrale e cinematografica e scrittrice italiana (Catania 1924 -Gaeta, Latina, 1996). Figlia di G. Sapienza, avvocato tra i principali animatori del socialismo siciliano, e di M. Giudice, figura storica della sinistra italiana nonché prima donna a dirigere la Camera del Lavoro di Torino. Dopo aver compiuto i primi studi in casa (il padre, infatti, non ha voluto che fosse soggetta a imposizioni e influenze fasciste), S. ha frequentato a Roma l’Accademia d’arte drammatica, interpretando per un certo periodo ruoli pirandelliani, per poi recitare in alcuni film tra cui Un giorno nella vita (1946) di A. Blasetti, Senso (1954) L. Visconti e Gli sbandati (1955) di F. Maselli. Successivamente si è dedicata alla scrittura pubblicando diversi libri quali Lettera aperta (1967), Le certezze del dubbio (1987) e L’università di Rebibbia (1983). Tra il 1967 e il 1976 ha scritto quella che è la sua opera più importante, L’arte della gioia: a lungo rifiutata dai principali editori nazionali (nonostante la raccomandazione di S. Pertini), è stata pubblicata per la prima volta in Italia solo nel 1994, grazie al successo riscosso all’estero. Nota anche per le sue vicende personali (ha trascorso un periodo in carcere per furto), S. si è rivelata una tra le maggiori autrici letterarie italiane del Novecento. Di recente sono stati pubblicati Io, Jean Gabin (2010, romanzo postumo), Il vizio di parlare a me stessa (2011, selezione di pensieri tratti dai diari), la biografia La porta è aperta. Vita di Goliarda Sapienza (2010, di G. Providenti) e Appuntamento a Positano (2015, postumo), resoconto scritto negli anni Cinquanta di un soggiorno nella Costiera amalfitana.