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GOŁUCHOWSKI, Agenor, conte

di Francesco Tommasini - Enciclopedia Italiana (1933)
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GOŁUCHOWSKI, Agenor (iunior), conte

Francesco Tommasini

Diplomatico e uomo politico austriaco di nazionalità polacca, figlio del precedente, nato a Leopoli il 25 marzo 1849, morto ivi il 28 marzo 1921. Entrato nel servizio diplomatico, fu come segretario a Berlino e come consigliere a Parigi, dove sposò (3 giugno 1885) la principessa Anna Murat. Dal 1887 al 1894 fu ministro a Bucarest e il 15 maggio 1895 ebbe la nomina a presidente del consiglio dei ministri comuni e a ministro degli Affari esteri, succedendo al conte Kálnoky. Appartenente a famiglia che si era mostrata profondamente devota alla dinastia, spirito duttile ma superficiale, più cortigiano che statista, egli godette a lungo la fiducia e la benevolenza di Francesco Giuseppe, cui si studiò di risparmiare preoccupazioni mediante una politica modesta e tranquilla. Nell'aprile 1897, dopo la pubblicazione fatta da Bismarck del trattato segreto di contro-assicurazione russo-tedesco del 1887, la quale aveva molto irritato la corte di Vienna, accompagnò Francesco Giuseppe a Pietroburgo e concluse con la Russia, che si preparava a fare una politica attiva in Estremo Oriente, un aPcordo per i Balcani di carattere essenzialmente negativo e conservatore. Nel novembre dello stesso anno, iniziando la serie delle visite ufficiali in Italia all'infuori di Roma, si recò a Monza a ossequiare re Umberto, il quale gli conferì il collare della SS. Annunziata, e si incontrò con i ministri A. Di Rudinì e E. Visconti Venosta. In quei colloqui furono gettate le basi dell'accordo per l'Albania, redatto per iscritto alcuni anni dopo (scambio di dispacci del 20 dicembre e 9 febbraio 1901) e tendente all'autonomia di quella regione qualora il mantenimento dello statu quo divenisse impossibile. Durante il ministero Zanardelli, nel quale G. Prinetti tenne il portafoglio degli Affari esteri, i rapporti con l'Italia passarono per una fase delicata. Sebbene il trattato della Triplice alleanza fosse stato alfine rinnovato senza modificazioni, come volevano gl'Imperi centrali (28 giugno 1902), G. si riavvicinò ancor più alla Russia, con la quale concluse l'accordo di Mürzsteg (ottobre 1903), che doveva dare a quest'ultima e all'Austria-Ungheria una situazione privilegiata nell'azione riformatrice in Macedonia. T. Tittoni, che prese la direzione della politica estera italiana nel gabinetto Giolitti (novembre 1903), si adoperò attivamente per migliorare i rapporti con l'Austria-Ungheria e si recò ad Abbazia (principio del 1904) a conferire con G., il quale gli restituì la visita a Venezia (1905). Durante la conferenza di Algeciras, l'Austria-Ungheria appoggiò costantemente la Germania, ciò che valse al G. il noto telegramma col quale Guglielmo II lo ringraziava per l'azione svolta come "brillante secondo". Sebbene dopo la fine della dinastia degli Obrenović, docile ai voleri di Vienna, non avesse esitato a riconoscere i Karagjorgjević, i rapporti fra l'Austria-Ungheria e la Serbia s'intorbidarono rapidamente non solo per l'agitazione panserba, di cui Belgrado divenne il centro ma anche per questioni economiche. G., cedendo alle pressioni degli agrarî Ungheresi, arrivò fino a un conflitto doganale con il vicino regno. Ma questa sua condiscendenza verso i Magiari fu mal ricompensata. Quando egli dovette sostenere i diritti della corona, di cui Francesco Giuseppe era rigido tutore, nelle questioni militari, gli Ungheresi insorsero contro di lui. Nelle delegazioni del 1906 il partito dell'indipendenza tentò di dargli un voto di sfiducia che si riuscì ad evitare; ma poco dopo dovette dimettersi (22 ottobre). Alla sua caduta contribuì però anche considerevolmente l'arciduca Francesco Ferdinando, il quale, oltre a essere malcontento della sua politica generale, che considerava troppo debole e remissiva, gli serbava un implacabile rancore perché egli aveva mostrato di considerarlo escluso dalla successione preferendogli il fratello minore, arciduca Ottone. Lasciato il governo, G. visse privatamente a Vienna; ma dopo lo sfacelo della monarchia e la ricostituzione della Polonia, si trasferì a Leopoli.

Bibl.: R. Charmatz, Österreichs äussere u. innere Politik v. 1895 bis 1914, Lipsia 1918; A. F. Pribram, Die politischen Geheimverträge Österreich-Ungarns, Vienna 1920.

Vedi anche
Vienna (ted. Wien) Città dell’Austria (1.678.600 ab. nel 2008; 2.000.000 ab. nel 2009, considerando l’intera agglomerazione urbana), capitale dello Stato e del territorio autonomo omonimo. Sorge all’estremità settentrionale del Wiener Becken, nel punto in cui questo maggiormente si incunea tra la Selva Viennese ...
Vocabolario
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