GÓMEZ de AVELLANEDA, Gertrudis
Poetessa spagnola, nata a Puerto Príncipe (Cuba) il 23 marzo 1814, morta a Madrid il i° febbraio 1873. A Cuba, che aveva lasciata quindicenne, ritornò nel 1859, per un breve soggiorno; visse sempre in Spagna, dapprima nell'Andalusia e in seguito a Madrid. Il primo marito P. Sabater, letterato e uomo politico, che fu anche governatore della capitale, le rese più facili i contatti con il mondo intellettuale: la sua perdita, e poi la lunga malattia e la morte del secondo marito, D. Verdugo, accentuarono la sua solitudine spirituale.
Romantica per temperamento e per educazione, la sua arte è essenzialmente lirica, anche quando si esprime nella prosa narrativa o nella costruzione drammatica; cosicché nella poesia lirica più liberamente si traduce la sua sensibilità delicata, rivolta alla vita degl'ideali e della fede, sempre concreta nel richiamare dalla propria esperienza un dolore o un'esaltazione; ma soprattutto appassionata, ché la G. de A. cantò squisitamente d'amore nei suoi più fervidi atteggiamenti (v. la raccolta delle liriche: 1ª ed. 1841; 2ª ed. 1851; e in Obras literarias, I, 1869). I.'equilibrio formale ch'essa sa raggiungere, sia che rievochi il tormento della passione, sia che s'ispiri al senso del divino, si ritrova nella produzione drammatica, che, sebbene aderente ai maggiori modelli romantici, ha una sua classica compostezza: Alfonso Munio (I844), desunto da una tradizione locale; Saúl (1849), che ricorda il lavoro alfieriano; La verdad vence apariencias (1852) e Baltasar (1858), l'opera più vigorosa, condotti sul Werner e sul Sardanapalus del Byron, e altri drammi ancora (Errores del corazón, 1852; Oráculos de Talía, 1855; Los tres amores, 1858, ecc.) creano attorno al protagonista un'atmosfera eroica e solitaria, a volte mistica e a volte tragica, con una tensione spirituale che si mantiene per tutta la vicenda: e nel teatro della G. de A. il romanticismo spagnolo riconosce alcune tra le sue migliori opere. Questo tono ideale ritorna nei romanzi (Sab, 1841; Espatolino, 1844; Guatimozín, 1845) e nei racconti (La baronesa de Youx, 1844; La velada del helecho, 1845; La bella Toda, 1858; La Ondina del lago azul, 1858; El artista barquero, 1861): più felici questi ultimi, ché nella brevità e nella levità leggendaria del loro contenuto si poteva ancora esprimere la frammentarietà lirica; mentre sono incerti i primi e complessivamente falliti, inferiori all'opera del Dumas e di Victor Hugo, che la G. de A. intendeva imitare.
Ediz.: Obras literarias, Madrid 1869-1871, voll. 5, incompleta; edizione nazionale, Avana 1914-18, voll. 4; Autobiografía y cartas, a cura di L. Cruz de Fuentes, Madrid 1914; Cartas inéditas y docum. relativos a su vida en Cuba de 1859 a 1864 a cura di J. A. Escoto, Matanzas 1911.
Bibl.: A. Castillo de González, Biografía de G. G. A. y juicio crítico, Avana 1887; M. Aramburo y Machado, Personalidad literaria de G. G. A., Madrid 1898; E. Piñeyro, El romanticismo en España, Parigi 1904, pp. 233-53; J. M. Chacón y Calvo, G. G. de A., Avana 1914; J. A. Rodríguez García, De la Avellaneda, Avana 1914.