Gomito
Il gomito è la regione dell'arto superiore in cui si attua l'articolazione tra braccio e avambraccio (v. il capitolo Arti superiori, Gomito). L'articolazione del gomito, che comprende le giunture dell'omero con il radio, dell'omero con l'ulna e del radio con l'ulna, tutte contenute in un'unica cavità articolare, è molto stabile, dal momento che le superfici ossee di omero e ulna sono serrate fra loro e la capsula articolare è spessa e rinforzata da robusti legamenti. L'articolazione consente all'avambraccio movimenti di flessione (130°) e di estensione (160°). È consentita anche una parziale rotazione dell'articolazione tra radio e ulna, essenziale per i movimenti di pronazione, in cui le due ossa subiscono un incrocio, e di supinazione, in cui sono parallele.
di Rosadele Cicchetti
L'articolazione del gomito, come quella del ginocchio, si è resa necessaria quando, nel passaggio degli Anfibi dall'acqua alla terraferma, si sono formati gli arti per modificazione delle pinne pari di alcuni Pesci ossei (Osteitti). L'arto di un vertebrato terrestre primitivo, costituito già dai tre segmenti principali (nell'arto anteriore: braccio, avambraccio e mano; nell'arto posteriore: coscia, gamba e piede), si presenta con il segmento prossimale in posizione trasversale rispetto all'asse del corpo e si sposta su un piano orizzontale con movimenti in avanti e indietro. Successivi passaggi evolutivi hanno portato alla flessione e alla rotazione del segmento prossimale, da cui sono derivate l'articolazione del gomito e quella del ginocchio. Il segmento intermedio degli arti si è portato così in posizione verticale, consentendo un risparmio di energia nella locomozione, dal momento che non era più necessario sollevare il corpo dal suolo a ogni spostamento. Inoltre, tutto l'arto ha assunto una posizione parallela all'asse del corpo che è stata raggiunta, per l'arto anteriore, grazie a una rotazione in senso caudale, in seguito alla quale la mano viene a essere orientata caudalmente (solo il successivo incrocio di radio e ulna le consentiranno di orientarsi cefalicamente) e il gomito viene a formare un angolo aperto anteriormente. In molti Mammiferi il passaggio dalla pronazione alla supinazione avviene con facilità proprio grazie all'articolazione tra ulna e radio. In alcuni di essi si verifica una fusione nelle parti prossimali di ulna e radio, pur rimanendo sempre presente il processo olecranico. Nelle specie di Mammiferi che sono ritornate alla vita acquatica, l'arto anteriore conserva l'organizzazione scheletrica di base, ma si trasforma in una specie di pala. Tuttavia, mentre nelle balene, che non lasciano mai l'acqua, scompaiono le articolazioni mobili, come gomito e ginocchio, nelle foche, che svolgono la loro vita sociale sulla terraferma, tali articolazioni vengono mantenute.
di Rosadele Cicchetti
Le gemme degli arti compaiono nella 4ª settimana di vita embrionale: le pettorali, che daranno origine agli arti superiori, si sviluppano tra la regione cervicale e quella toracica e dopo 5 settimane possiedono un nucleo cartilagineo. Verso la metà della 6ª settimana, mentre si ingrandiscono le gemme, si sviluppano le curvature nelle future sedi delle articolazioni del gomito, inoltre nell'avambraccio si formano due cartilagini, dalle quali si origineranno successivamente radio e ulna. Avviene al contempo una rotazione mediale, che porterà il gomito a formare un angolo aperto anteriormente, contrariamente a quanto accade nell'arto inferiore, dove una rotazione laterale dà luogo all'apertura posteriore dell'angolo del ginocchio. Tra l'8ª e la 10ª settimana inizia l'ossificazione nei centri primari. Le articolazioni si formano nei punti in cui due cartilagini vengono in contatto; le superfici all'interno delle articolazioni rimangono cartilaginee, mentre il resto delle ossa va incontro a ossificazione.
(Red.)
La patologia del gomito comprende malformazioni congenite (rigidità, sinostosi radioulnare, lussazione congenita del radio ecc.) e deformità acquisite (gomito valgo, deviato in fuori, e gomito varo, deviato in dentro) che sono dovute a lesioni traumatiche (fratture, paralisi nervose e muscolari ecc.). Sono piuttosto frequenti le fratture, importanti per le possibili lesioni che possono conseguire; tra queste è caratteristica la paralisi ischemica di Volkmann: essa comporta, all'inizio, una diminuzione della motilità e della sensibilità e, in seguito, una trasformazione fibrosa del sottocutaneo e dei muscoli, che si induriscono e si atrofizzano. Sono comuni i fenomeni infiammatori, come epicondiliti (infiammazioni dei tendini che si inseriscono sull'epicondilo omerale), tendiniti (tra le quali è tipico il cosiddetto gomito del tennista, infiammazione del tendine estensore comune, indotta da iperattività), borsiti e altri ancora.
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