GONDI
. Famiglia fiorentina. Sebbene una tradizione la faccia discendere da quei Filippi, che Dante annoverò fra i più antichi abitatori di Firenze, appare più sicuro considerarne capostipite quell'Orlando di Bilicozzo che nel 1197 faceva parte del consiglio del comune. La famiglia trasse il suo cognome da un bisnipote di costui, Gondo di Ricovero, che troviamo tra i firmatarî di un trattato della Repubblica fiorentina, con Genova (1241). Di parte ghibellina, i G. dovettero intorno al 1256 lasciare la città; riammessi dopo Montaperti, furono di nuovo esiliati dopo la battaglia di Benevento. La pace del cardinal Latino li restituì alla patria, ma escludendoli dalle magistrature. Solo nel 1351 furono abilitati agli uffici; ma poco dopo furono ammoniti come sospetti dai Capitani di Parte. Questo loro ghibellinismo impedì ai G. di partecipare alle cariche pubbliche: ottennero la prima volta il priorato nel 1438, ma tiepidi sostenitori dei Medici, dovettero anche nel sec. XV stare in disparte.
Da Geri di Cozzo di Gondo, che fu tra quelli che nel 1342 giurarono in Pisa fedeltà al duca d'Atene, nacque Simone, ammonito nel 1358. Coi due figli di quest'ultimo, Lionardo e Salvestro, la famiglia si bipartì in due rami. Del ramo di Salvestro sono da ricordare: Bernardo di Carlo (1462-1539) che fu gonfaloniere di giustizia nel 1525, senatore nel 1532; Bartolomeo di Bernardo (1492-1577), commissario generale nella guerra di Pisa, senatore nel 1577; Lorenzo di Anton Francesco (1551-1621), scudiere di Francesco II, più volte ambasciatore, senatore nel 1600; Filippo di Giovan Battista che si stabilì a Lione e fece parte del consiglio di Enrico III; Giovan Battista di Alessandro (1589-1664), gran cancelliere dell'ordine di S. Stefano, ambasciatore residente alla corte di Francia dal 1624 al 1636, inviato a Roma per il conclave del 1641, a Venezia nel 1643, primo segretario e consigliere di stato di Ferdinando I; Ferdinando Alessandro di Giovan Battista (1639-1713), inviato straordinario a Isabella d'Orléans, coppiere di Violante di Baviera. La discendenza di Salvestro si estinse nel sec. XVIII.
Il ramo di Lionardo ebbe maggiore importanza, perché la sua discendenza si è perpetuata in Firenze, e soprattutto perché una sua propaggine generò i G. di Francia, i quali esercitarono quivi una funzione politica assai vasta. Lionardo ebbe due figli: Giuliano il Vecchio (1421-1501), che fu più volte dei Signori, e al quale si deve la costruzione del palazzo familiare in Firenze, iniziato nel 1488 su disegno del Sangallo; e Antonio (nato nel 1443). Dei figli di Antonio, Bernardo (1482-1539) diede origine alla doppia linea dei G. tuttora esistenti in Firenze; Guidobaldo detto Antonio (1468-1574) fu il capostipite del ramo francese. Trasferitosi a Lione per ragioni di commercio, vi sposò Maria Caterina di Pierrevive e fu chiamato alla Corte da Caterina de Medici che gli donò la baronia di Perron. Dei suoi figli si ricordano: Alberto (1522-1602) sposo di Claudia Caterina di Clermont-Dampierre, vedova di Giovanni barone di Retz, la quale portò ai G. le ricchezze e i titoli dei Retz. Alberto godé molta autorità alla corte e fu maresciallo di Francia. Nel 1581 la baronia di Retz fu elevata a ducato, e aggiuntole in seguito il marchesato di Belle-Isle; Pietro (1533-1616) vescovo e cardinale, ambasciatore a Roma nel 1595; Carlo (1536-1574) che fu aio di Carlo IX, generale delle galere e marchese de la Tour. Alberto ebbe diversi figli, fra i quali Enrico (1572-1622) vescovo di Parigi e cardinale, nel 1619 primo ministro di stato; Giovan Francesco (1584-1654), che successe al fratello nel vescovado di Parigi; Filippo Emanuele (1581-1662) conte di Joigny, generalissimo delle galere. Dei figli di quest'ultimo, Pietro (1602-1676) successe al padre nel comando delle galere e combatté alla Rochelle, e Giovan Francesco Paolo è celebre nella storia come cardinale di Retz (v. retz). Pietro lasciò una sola figlia Paola Francesca, la quale portò i titoli e le ricchezze dei Retz nella famiglia del marito, Francesco Emanuele di Blanchefort de Bonne de Créquy, duca di Lesdiguières.
Bibl.: Corbinelli, Histoire généalogique de la Maison de Gondi, Parigi 1705; De la Chenaye-Desbois, Dictionnaire de la noblesse, Parigi 1770 segg.; V. Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, Milano 1930, s.v.