Gonzaga
Famiglia principesca. Milites (1360-69), probabilmente della contessa Matilde di Canossa – altri pensano a un originario infeudamento di possessi da parte del monastero di S. Benedetto di Polirone –, i G. col nome di Corradi di Gonzaga s’inurbarono alla fine del sec. 12° a Mantova, accrescendo le loro proprietà e la loro fortuna specie dopo la vittoria degli amici Bonacolsi sui Casaloldi avversari degli stessi Gonzaga. Ma contro la stessa signoria dei Bonacolsi insorse il 16 ag. 1328 Luigi, che si impose come capitano del popolo e fu riconosciuto vicario imperiale da Ludovico il Bavaro. Col titolo di capitani generali, ma riconoscendo i Visconti come alti signori feudali, si successero poi nella signoria mantovana Guido (1360-69) e Luigi II (1369-82), mentre invece un ramo collaterale, che si era imposto a Reggio, cedeva ai Visconti la città (1371), riservandosi la proprietà dei castelli di Novellara e Bagnolo. Con Francesco (1382-1407), i G. riuscirono a scuotere la supremazia viscontea, appoggiandosi alla politica veneziana che contrastava l’espansionismo di Milano; nel 1433 Gianfrancesco (1407-44) ottenne definitivamente dall’imperatore Sigismondo il titolo marchionale, già accordato da Venceslao nel 1403 a Francesco, ma una serie di gravi vicende lo privò di Asola, Lonato e Peschiera. La famiglia ritrovò grandissimo prestigio con il governo di Luigi III (1444-78), gran mecenate e saggio principe, abile nel contenere e nel reggere le ambizioni dei vari rami della famiglia; tra questi si mantennero più a lungo i duchi di Solferino e tuttora fiorente è il ramo di Vescovado. Dopo il breve marchesato di Federico (1478-84), il governo di Francesco II (1484-1519), anche per merito della moglie Isabella d’Este, divenne esemplare nel mondo del Rinascimento. Il successore Federico (1519-40), per il favore di Carlo V, ottenne nel 1530 il titolo ducale: ma l’acquisto dell’importante marchesato monferrino, cui aspirava anche la dinastia sabauda, finì col gravare rovinosamente sulla politica e l’economia dello Stato gonzaghesco. Tuttavia, durante la reggenza del cardinale Ercole, il governo del duca Francesco III (1540-50) e poi soprattutto del fratello Guglielmo (1550-87), lo Stato parve raggiungere il più grande consolidamento, sia perché furono abbassate le autonomie casalasche, sia perché si ottennero alleanze matrimoniali con le principali dinastie europee. Per risolvere la questione del Monferrato, ducato dal 1573, il fastoso e prodigo Vincenzo (1587-1612) sposò (1608) il figlio Francesco, poi duca Francesco IV (1612), a Margherita figlia di Carlo Emanuele I di Savoia: ma dal matrimonio nacque solo una figlia. La successione così toccò al cardinale Ferdinando (1612-26), e poi al cardinale Vincenzo II (1626-27), entrambi fratelli di Francesco IV; dispensati dei voti, si sposarono, ma i loro matrimoni furono sterili. Data l’assenza di eredi, il problema della successione, per il contrasto tra Francia e Asburgo e l’importanza strategica dello Stato gonzaghesco, divenne, così, problema europeo. Prevalse la Francia, poiché Carlo duca di Nevers e di Rethel, figlio di Luigi (figlio cadetto del duca di Mantova Federico II), riunì ai propri diritti quelli originati dal matrimonio del figlio Carlo, premortogli, con Maria, la figlia del duca Francesco IV, riunendo così nella sua famiglia ormai francese il ceppo italiano, che, dopo tanto splendore, si spegneva miserevolmente con Vincenzo II, simbolo, nella sua precoce vecchiaia, della degenerazione di una stirpe. A Carlo I di Nevers (1627-37), per la morte prematura del figlio Carlo (1631), successero il nipote Carlo II (1637-65), e poi Ferdinando Carlo (1665-1708) con il quale anche la dinastia dei Gonzaga-Nevers si spense, mentre il ducato era aggregato al ducato austriaco di Milano.