Tunström, Göran
Scrittore svedese, nato a Karlstad (Värmland) il 14 maggio 1937, morto a Stoccolma il 5 febbraio 2000. Trascorse l'infanzia a Sunne, dove il padre, un pastore protestante, esercitava il proprio ministero. La precoce perdita del padre così come il paesaggio e la gente di Sunne sono le esperienze da cui trasse alimento l'opera di T., considerato, con L. Gustafsson e P.O. Enquist, e pur nella singolarità del suo percorso, uno degli scrittori più innovativi della letteratura del suo paese. Ammiratore di S. Lagerlöf, nativa come lui del Värmland, T. ne seguì le orme coltivando una scrittura in bilico tra fantasia e realtà, tra mondo epico e mondo reale. La giovinezza passata all'estero, i lunghi viaggi nelle regioni più diverse della terra, soprattutto in India (Indien - en vinterresa, 1984, India - un viaggio d'inverno), consentirono a T. di maturare ed elaborare il tema fondante della sua ispirazione - quello della separazione e dell'unità - all'interno di realtà e suggestioni quanto mai differenziate.
T. esordì nella lirica (Inringning, 1958, Accerchiamento), genere che continuò a coltivare (Samtal med marken, 1969, Dialogo con la terra) cogliendo il successo con Svartsjukans sänger (1975, Canti della gelosia) e Sandro Botticellis dikter (1976, Le poesie di Sandro Botticelli), cui seguì Dikter till Lena (1978, Poesie per Lena). Ma la sua definitiva affermazione avvenne nella narrativa con De heliga geograferna (1973, I santi geografi), romanzo ambientato a Sunne, come i successivi Guddöttrarna (1975, Le figliocce) e Prästungen (1976, Il figlio del pastore).
Dopo Ökenbrevet (1978, La lettera del deserto), narrazione in prima persona dell'adolescenza di Gesù, T. completò il ciclo dei romanzi di Sunne con Juloratoriet (1983; trad. it. L'oratorio di Natale, 1988), che gli valse il premio letterario del Consiglio Nordico (1984) e il successo internazionale. Saga familiare di straordinaria ricchezza fantastica, accostata da molta critica alla Gösta Berlings saga della Lagerlöf, il romanzo ha come centro il luogo e la cultura di origine, cui fanno però riscontro gli antipodi geografici della Nuova Zelanda e un fitto dialogo con la letteratura europea e con temi universali. Successo non inferiore conobbe Tjuven (1986, Il ladro), nel quale il realismo magico di T. ha raggiunto forse la più alta espressione. Seguì un lungo e sofferto periodo di silenzio, durante il quale maturarono i racconti di Det sanna livet (1991; trad. it. La vita vera, 1998), che in un'atmosfera tra il visionario e il reale inseguono un'idea di verità. T. fece ritorno al romanzo con Skimmer (1996; trad. it. Chiarori, 1999), accolto con entusiasmo dalla critica, un'opera in parte epistolare ambientata questa volta in Islanda e incentrata sul difficile rapporto tra un padre e un figlio.
bibliografia
A. Holzlöhner, Das leitende Prinzip der Solveig: Textbildungsverfahren im Roman Juloratoriet von Göran Tunström, Hamburg 1989.
D. Ottesen, Om kærtegn: det guddommelige i Göran Tunströms forfatterskab (Sulle carezze: il divino nell'opera di Göran Tunström), Frederiksberg 1989.
M. Eiby, "Livet är allt som är fallet": en laesning af Göran Tunströms roman "Tjuven" ("La vita è tutto ciò che accade": una lettura del romanzo "Il ladro" di Göran Tunström), København 1993.