LAING, Gordon Alexander
Esploratore scozzese, nato a Edimburgo il 27 dicembre 1793. Compiuti gli studî universitarî nella città nativa, entrò nell'amministrazione coloniale britannica e fu per vario tempo a Barbados e nella Colonia di Sierra Leone, dove compì importanti ricognizioni geografiche nell'alto bacino del Niger e partecipò alla guerra contro gli Ascianti. Incaricato di una missione a Timbuctu, che avrebbe dovuto raggiungere per la via di Tripoli, si recò in detta città nel febbraio del 1825 e contrasse subito grande amicizia col colonnello Federigo Warrington che dal 1814 vi teneva l'ufficio di console britannico e del quale sposò la figlia Emma. Affidatosi per suo mezzo allo sceicco gadamesino Babani che aveva larghe aderenze a Timbuctu, partì con la sua carovana e, compiendo un tortuoso giro a traverso il Fezzan, il 13 settembre raggiunse, primo europeo nei tempi moderni, l'oasi di Gadames; ivi si fermò per oltre un mese, determinandone le coordinate geografiche e raccogliendo gli elementi per un'ampia descrizione. Ripartitone il 27 ottobre per la via di In Salah, poté finalmente entrare nella misteriosa e sino allora inviolata metropoli sahariana il 18 agosto 1826. Obbligato per fanatismo religioso a ripartirne, fu assassinato sulla via del ritorno a breve distanza dalla città, nella notte del 26 settembre 1826.
La fine dolorosa del prode viaggiatore suscitò larga impressione e il Warrington, noto per il suo fare intrigante, indusse il pascià di Tripoli a farne ricadere la colpa sul console francese Rousseau, ciò che diede luogo a una vertenza diplomatica e a un'inchiesta che dimostrò l'assurdità dell'accusa. La relazione del Laing sul suo viaggio si arresta con il suo arrivo a In Salah. Non pare che sia stata mai pubblicata integralmente, ma di essa dovette valersi l'estensore dell'articolo sugli esploratori inglesi in Africa apparso nella Quarterly Review, XXXVIII, (1828), riportato per la parte che si riferisce al Laing, in Antologia, Firenze 1828. Sulla fine del Laing, intorno a cui la memoria è ancora viva nella popolazione di Timbuctu, poté raccogliere alcuni anni addietro notizie il francese A. Bonnel de Mezières e riferirne nello scritto Le Major A. Gordon Laing (Timbouctou 1826), Parigi 1912 e in Geogr. Journal, Londra 1912. L'eccidio sarebbe avvenuto in una località a 30 miglia a NO. della città. Pochi avanzi raccolti furono trasportati a Timbuctu, ove i Francesi misero un ricordo sulla casa da lui abitata.