GORGOS (Γώργος)
Ceramista attico rivelato assai recentemente da una splendida coppa firmata, venuta alla luce negli scavi dell'Agorà. La firma indica solo un' attività di G. come vasaio: mentre la coppa così per i caratteri strutturali, le dimensioni raccolte con la risega interna, come per la distribuzione delle pitture, si rivela un'opera affine alla cerchia del Pittore di Panaitios databile intorno al 500 a. C.
Le pitture raffinatissime e un poco esangui comprendono nel tondo un giovinetto con una lepre e sui lati il duello di Achille e Memnone e Dioniso con satiri e una menade: per dirla con M. Robertson, che ne è l'editore più autorevole e completo, un sostanzioso e conciso riassunto dei tre temi fondamentali della ceramica attica, amore armi e vino. Il disegno incisivo e tagliente, specialmente del tondo interno ha indotto sin dal primo momento L. Talcott e altri a ricollegare questa coppa con l'opera del Pittore di Berlino. E da ultimo M. Robertson, lo studioso dei primordi del Pittore di Berlino, si è pronunciato in favore dell'identità del Pittore di Gorgos con l'insigne maestro, giungendo anzi sino a sostenere che il nome G. potrebbe rappresentare appunto quello del grande artista anonimo. Velate allusioni a ciò dovrebbero vedersi secondo M. Robertson nel fatto che nelle sue numerose anfore panatenaiche il Pittore di Berlino ripete costantemente un gorgonèion come episéma dello scudo di Atena: mentre la stessa insistente preoccupazione sarebbe da vedersi nella grandiosa figurazione di un volto gorgonico in grande formato che occupa tutto il campo figurativo nella hydrìa Blacas ora al British Museum, anch'essa da situare nella cerchia del Pittore di Berlino. Dalle parole di M. Robertson è da indurre che J. D. Beazley non si associa a tale identificazione e che la coppa di G. rimane ancora per lui un'opera isolata. E in realtà essa può rientrare nel gruppo ancora liquido che a lato del Pittore di Vienna rappresenta la transizione dal Pittore di Euthymides al Pittore di Berlino.
Bibl.: H. Thompson, in Hesperia, XXV, 1955, p. 64 ss.; id., in Fasti Arch.,IX, 1955, 135; M. B. F. Hood, in Journal Hell. Stud., LXXV, 1955, p. 64; M. Robertson, in Am. Journ. Arch., LXII, 1958, p. 55 ss.