GORTYS d'Arcadia (Γόρτυς, Gortys)
Antica città sulle rive del fiume Gortynios.
Gli scavi, condotti dai Francesi in diverse riprese a partire dal 1941, hanno portato alla scoperta di 2 cinte indipendenti di mura, il cui complesso forma un bell'esempio di fortificazione peloponnesiaca della fine del IV-inizio III sec. a. C. Nella torre di S-O è collocato un piccolo santuario che, a giudicare dai doni votivi trovati, doveva essere dedicato a divinità campestri; è databile circa al IV sec. a. C. Notevole il fatto che entro il perimetro delle mura non si è trovato, e probabilmente non esisteva, nessun edificio, nessuna cittadina; esse servivano solo a contenere truppe adibite alla difesa del passaggio del valico. A S-O dell'acropoli, esternamente alle mura, si è trovato il tempio di Asklepios, che, secondo la tradizione doveva contenere le statue del dio e di Igea opere di Skopas (Paus., v, 7, 1; viii, 28, 1). Era un periptero dorico, probabilmente esastilo, ora distrutto fino alle fondamenta, databile alla fine V-inizio IV secolo. Accanto si trovarono resti di altre due costruzioni; un atrio con doppio colonnato, in cui si è voluto riconoscere l'àbaton dell'Asklepieion. L'altra costruzione, quadrangolare, ha un ambiente anteriore ed un bacino che occupa la parte posteriore della costruzione, dove l'acqua veniva portata ed emessa mediante varie condutture che la convogliavano nel fiume Gortynios. Sono accertati l'appartenenza di questa costruzione al santuario di Asklepios ed il suo significato sacrale, da mattoni con l'iscrizione ᾿Ασκλαπίιν, trovati all'interno della medesima. Fra l'atrio e il tempio si trovò una favissa con doni votivi, alcuni dei quali arcaici, il che fece pensare all'esistenza di un santuario più antico di cui s'ignora il rapporto con quello di Asklepios. I piccoli oggetti e le monete trovate sull'acropoli e nell'Asklepieion sono da circoscriversi tra il IV e il II sec. a. C. Questi edifici occupano una larga fascia parallela al corso del Gortynios. A O si stende una terrazza su cui scavi recenti hanno posto in luce fondamenta di case di abitazione.
Bibl.: Bölte, in Pauly-Wissowa, VII, 1912, c. 1672, s. v., n. 5; Bull. Corr. Hell., LXIV-LXV, 1940-1941, p. 274 ss.; LXVI-LXVII, 1942-43, p. 334; O. Walter, in Arch. Anz., 1942, p. 149; Arch. Anz., 1943, p. 318; R. Martin, in Bull. Corr. Hell., LXXI-LXXII, 1947-48, p. 81 ss. Notizie dei nuovi scavi: Bull. Corr. Hell., LXXV, 1951, p. 130 ss.; LXXVI, 1952, p. 245 ss.; Ch. Picard, Raports sur les travaux de l'École Française d'Athènes en 1951, Comptes Rendus de l'Ac. Inscr. et Belles-lettres, Parigi 1952 (pubbl. 1953), p. 335-354; Bull. Corr. Hell., LXXVI, 1953, p. 263 ss.; LXXIX, 1955, p. 331 ss.; LXXX, 1956, I, p. 399-406; R. Ginouvès, L'Établissement thermale de G., École Franç. Athènes, Études Péloponn., II, Parigi 1959.