GOTESCALCO (Gottschalk) di Orbais
Nato circa l'805, figlio del conte di Sassonia Bernone, morì il 30 ottobre 868-869. Offerto fin dai teneri anni all'abbazia di Fulda, fatto adulto si sottrasse alla vita monastica; ma dal suo abate Rabano Mauro fu obbligato a riprenderla, col permesso di entrare nell'abbazia di Orbais (diocesi di Soissons); in questa occasione Rabano Mauro scrisse il suo trattato De oblatione puerorum (in Patr. Lat., CVII, coll. 419-440). Egli allora si dedicò alla teologia, specie a S. Agostino; interpretandolo arrivò al concetto di una volontà divina soltanto parziale per la salute dell'umanità, e insegnò una doppia predestinazione completa sia per la salvezza sia per la condanna eterna: così i suoi avversarî. Nell'837-838 fece un viaggio in Italia, insegnando a voce e in scritti la sua dottrina. Dopo il suo ritorno si fece ordinare sacerdote dal vescovo ausiliare Richbold di Reims, e negli anni 845-848 soggiornò di nuovo in Italia. Nell'840 Rabano Mauro, informato della diffusione delle dottrine di G. in Italia, scrisse contro di lui un trattato sulla predestinazione (in Patr. Lat., CXII, coll. 1530-1553). Tornato in Germania, G. fu presente al sinodo di Magonza dell'848, dove la sua dottrina fu condannata, nell'849, in un sinodo di Quiersy, l'arcivescovo Incmaro di Reims lo condannò per la sua ordinazione sacerdotale fatta contro i canoni, e lo fece internare nell'abbazia di Hautvilliers presso Reims. Qui scrisse nell'853 una Schedula contro Incmaro, dando una sua interpretazione della formula trinitaria "Trina deitas". Negli ultimi anni della vita soffrì di grave malattia, e morì a Hautvilliers non riconciliato con Incmaro.
Delle lettere e degli scritti di G. sono conservati soltanto frammenti (in Patr. Lat., CXXI, coll. 347-368; Mon. German. Hist., Poetae latini Carol. Aevi, II, p. 707 segg.).
Bibl.: Gaudard, Gotteschalc moine d'Orbais, Saint-Quentin 1888; V. Borrasch, Der Mönch Gottschalk von Orbais, Thorn 1868; A. Freystedt, in Zeitschrift für Kirchengeschichte, XXVIII (1897), pp. 1-22, 161-182, 529-544; H. Schrörs, Hinkmar, Erzibschof von Reims, Friburgo in B. 1884, pp. 90-108.