GOTLAND
Isola della Svezia, situata nel mar Baltico a km. 90 ca. dalla terraferma.Il nome G. venne utilizzato per la prima volta nel resoconto di viaggio di Wulfstan, della fine del sec. 9°, in cui l'isola è considerata appartenente alla terra degli Svear (v. Svezia); sembra tuttavia che l'isola di G. abbia goduto di una maggiore autonomia nei confronti del potere regio centrale rispetto ad altre parti del regno. In epoca vichinga si dovettero stipulare accordi relativi al versamento di tributi al re in cambio del diritto di commercio. Nel 1285 l'isola entrò a far parte della normale organizzazione tributaria svedese, senza perdere tuttavia del tutto la sua posizione di autonomia.Nel 1361 l'isola di G. fu conquistata dal sovrano danese Valdemar Atterdag (1340-1375) e solo nel 1645 tornò sotto la giurisdizione del re di Svezia; in questo lungo arco di tempo tuttavia non rimase sempre sotto il controllo danese. Nel 1396 fu conquistata dai Vitali, popolazione dedita alla pirateria che utilizzò l'isola come base per le proprie scorrerie nel Baltico. Per allontanare i pirati e come contromossa nei confronti dell'Unione di Kalmar, l'Ordine teutonico occupò G. nel 1398, mantenendone il possesso fino al 1408, quando passò nelle mani del re Erik VII di Pomerania (1389-1442). Quest'ultimo, deposto dal trono di Danimarca e Svezia nel 1438, vi si stabilì per poter svolgere attività di pirateria. Passata nel 1449 sotto il governo del re di Danimarca, l'isola fu governata autonomamente da vassalli elettivi. Durante un tentativo da parte della Svezia di riconquistare G., Lubecca intervenne e saccheggiò la città di Visby. Una buona parte delle chiese incendiate in quella occasione non fu mai ricostruita, probabilmente per l'avvento della Riforma.Dal punto di vista ecclesiastico l'isola di G. apparteneva alla diocesi di Linköping in Svezia, mentre per l'amministrazione civile godeva di un sistema di diritto autonomo, detto Gutalag.La posizione centrale dell'isola nel mar Baltico la rese naturalmente centro di commercio ideale. Grandi ritrovamenti di tesori dimostrano l'importanza fondamentale di G. per l'importazione dal mondo islamico e da quello bizantino dell'argento in Europa occidentale nel 9° e 10° secolo. Inizialmente la classe commerciale che svolgeva i traffici per mare era originaria dell'isola. A partire dalla fine del sec. 12° la città di Visby fu interessata da un sensibile flusso di immigrazione di commercianti provenienti dalla Germania, i quali a poco a poco dominarono la città. Nel 1288 questo centro, fornito di un sistema fortificato, a seguito di un conflitto civile con il contado si staccò dal resto della comunità dell'isola instaurando un rapporto di grande autonomia nei confronti dell'autorità regia svedese. Visby rivestì anche un importante ruolo all'interno della Hansa tedesca; tuttavia, il sempre crescente perfezionamento delle conoscenze in campo navale portò a una variazione dei flussi di traffico e così la città conobbe presto una fase di stallo. Nel 1293 l'autorità sull'ufficio della Hansa di Novgorod passò da Visby a Lubecca, anche se fino alla fine del sec. 14° la città continuò a rimanere il centro dei commerci nel Baltico.
Le prime chiese del sec. 11° vennero costruite in legno. A Hemse sono stati rinvenuti rilevanti resti di una stavkirke del 1100 ca. reimpiegati in un pavimento, nonché frammenti di un portale intagliato nello stile di Urnes, i cui resti sono conservati a Stoccolma (Statens historiska mus.). Nel corso del sec. 12° e all'inizio del successivo vennero costruite chiese romaniche in pietra probabilmente in tutte le parrocchie dell'isola, che nel Medioevo erano ca. novantacinque oltre a Visby. Anche se la maggior parte di questi edifici è stata poi modificata, si è potuto determinare che essi seguivano generalmente una tipologia tradizionale comprendente abside, coro, navata e, in molti casi, anche campanile occidentale. Escludendo quelle più antiche, piuttosto semplici, queste chiese presentavano numerosi elementi di carattere decorativo, come sculture architettoniche nell'abside, nei portali e nei fregi delle modanature, ispirati alla ricca ornamentazione del duomo di Lund in Svezia.Con la costruzione del monastero cistercense fondato nel 1164 al centro dell'isola nei pressi di Roma, venne introdotto uno stile architettonico più essenziale, che ebbe influenza sull'architettura locale.A partire dalla metà del sec. 13° e per ca. un secolo, la maggior parte delle chiese fu soggetta a modifiche radicali o parziali: i nuovi edifici si distinguevano per le ampie proporzioni e per l'impiego di soluzioni gotiche nelle finestre e nei portali, mentre dal punto di vista strutturale si rimase sostanzialmente fedeli alle tradizioni locali. Gli edifici presentavano ancora la divisione tra navata e coro; quest'ultimo di norma appariva chiuso; lo spessore della muratura era considerevole, tanto da rendere superfluo l'uso di contrafforti. L'interno prevedeva coperture a volta, sorrette in alcuni casi da colonne. In una serie di grandi chiese la navata è quasi quadrata e provvista di uno o quattro pilastri. Spesso lungo il lato settentrionale non si aprono né finestre né porte. Quando la situazione economica lo permetteva e qualora non fosse già esistito un campanile, veniva costruita nella parte occidentale un'imponente torre campanaria provvista di alta guglia. Il campanile della chiesa a Rone è alto m. 60 e di poco inferiori sono quelli delle chiese di Oeja, Staanga, Dalhem e Gothem; il campanile di Lärbro è ottagonale.L'aspetto di questi edifici religiosi di villaggio appare piuttosto eclettico, frutto di sovrapposizioni e modifiche avvenute nel tempo, che interessarono singole parti della costruzione. Gli elementi impiegati tuttavia risultano essere stereotipi e si ripetono quasi invariati attraverso i diversi stili.Alquanto diversa è la situazione a Visby, dove sembra che nel Medioevo esistessero diciotto chiese. Solo una di esse è ancora in uso, mentre della maggioranza delle altre si sono conservate imponenti rovine. Il panorama delle soluzioni adottate in pianta e in alzato si presenta molto vario, come testimoniano per es. la chiesa di Santo Spirito, ottagonale e a due piani, e la chiesa cruciforme di S. Lorenzo, di probabile derivazione bizantina, forse mediata dalla Russia. La chiesa conservata, la tedesca S. Maria (od. duomo), dopo numerose modifiche nel sec. 13° presenta l'interno 'a sala' secondo la tipologia vestfalico-renana. All'esterno l'edificio è caratterizzato dal rialzamento della navata centrale - effettuato nel 1400 ca. e probabilmente utilizzato come magazzino, senza interessare lo spazio interno - che gli conferisce un carattere basilicale. Le chiese dei conventi mendicanti, S. Caterina e S. Nicola, in cui si distinguono diverse fasi costruttive, sono certamente gli edifici che rappresentano meglio il Gotico internazionale.Costruzioni medievali con fondamenta in muratura sono presenti sull'intero territorio dell'isola: fra quelle meglio conservate può essere citata la casa in pietra di Store Hästnäs a tre piani con un sotterraneo, riutilizzata in gran parte come magazzino. Al secondo piano, l'edificio è adorno di loggiati ad archi ogivali.Visby era costituita, insolitamente per l'epoca in Europa settentrionale, in prevalenza da edifici in pietra. Lungo le vie principali si aprivano ampi magazzini, mentre le abitazioni erano collocate sul retro. Solo poche di esse, come la Gamla Apoteket, si sono conservate interamente, ma sono centinaia le testimonianze di case medievali trasformate successivamente.La cinta muraria di Visby, nella sua forma originaria completata prima del 1288, corre per un tratto (km. 1,5 ca.) sul versante del mare, mentre verso l'interno ha un andamento semicircolare (km. 2); ha venticinque grandi torri e sei porte urbiche e non trova confronti in tutta la Scandinavia. Intorno al 1300 il muro difensivo venne sopraelevato fino a raggiungere m. 10 di altezza e furono costruite altre torri.
Dalla tarda età del Ferro (400-800) e dall'epoca vichinga si è conservato un alto numero di c.d. pietre figurate dell'isola di G., che consistono in grandi lastre di calcare poste in verticale e ornate con figure in bassorilievo, spesso difficilmente interpretabili, forse ispirate a leggende protogermaniche o a scene della mitologia nordica. In numerosi esempi sono rappresentate immagini molto dettagliate di navi (per es. la pietra di Bunge, presso Lärbro).Con la costruzione delle chiese in pietra si sviluppò in epoca romanica un ricco repertorio di sculture a decorazione di portali, di modanature e di fonti battesimali. Per quanto riguarda questi ultimi, dal punto di vista stilistico, sembrano esistere stretti legami fra gli esempi più antichi dell'isola di G. e un gruppo nella regione della Scania, il cui modello fu certamente quello del duomo di Lund. Esempi di fonti battesimali più tardi presentano anche caratteri della tradizione russo-bizantina e vestfalica. La grande popolarità di questi manufatti portò all'esportazione degli stessi anche nei paesi limitrofi, generando tuttavia, a partire dal Duecento, una considerevole semplificazione del loro linguaggio formale.In epoca gotica la scultura in pietra si concentrò principalmente nella decorazione dei portali, con capitelli figurati con scene dell'Infanzia o della Passione di Cristo.Si sono conservate anche raffinate sculture in legno del sec. 12°, crocifissi e statue della Madonna, probabilmente ispirate all'arte renano-vestfalica: un esempio è rappresentato dalla Madonna di Viklau (Stoccolma, Statens historiska mus.). Il sec. 13° è sicuramente l'epoca di maggiore sviluppo per la scultura in legno, con i grandi gruppi posti nell'arco trionfale raffiguranti la Crocifissione: un esempio significativo è quello di Oeja. La tradizione locale dell'intaglio su legno continuò anche nel sec. 14° con pale destinate all'altare maggiore e a quelli laterali. Nel corso del secolo successivo la scultura in legno sembra rappresentata soprattutto da tabernacoli importati dalla Germania settentrionale.
Resti di affreschi romanici di chiara influenza russo-bizantina si trovano per es. a Garde e a Källunge e si ritiene siano stati eseguiti da artisti giunti dalla regione di Novgorod. Altri resti di decorazione pittorica hanno suggerito legami con la regione della Scania e con la Francia. A partire da questo momento il bacino culturale dell'Europa occidentale rappresentò la fonte principale di modelli per la pittura nell'isola di Gotland. Mentre nel sec. 13° furono predominanti gli intenti decorativi, a partire dal secolo successivo si affermarono i temi narrativi.Al Tardo Medioevo risale una serie di rappresentazioni della Passione, ingenue ma toccanti, realizzate nella bottega dei Passionsmästaren: un esempio si trova a Ganthem.Diversamente dal resto della Scandinavia, G. ha conservato notevoli resti di pittura su vetro. Le vetrate più antiche, dell'inizio del sec. 13° (Dalhem, Barlingbo, Endre), sembrano influenzate da uno stile tardobizantino mediato attraverso le esperienze italiane e tedesche, mentre in quelle realizzate verso il 1300 si nota l'affermazione dello stile gotico, con disegni più semplici e colori più chiari (Alskog, Etelhem). Un ampio complesso di vetrate si conserva nel coro di Lye, di raffinato stile tardogotico (1330 ca.). Le pitture su vetro della seconda metà del sec. 14° (Hejde) sono caratterizzate da una resa più realistica delle figure umane.Gran parte delle opere d'arte fu attribuita in passato (Roosval, 1911) a una serie di artisti, cui vennero dati diversi nomi romantici, per es. Byzantios, Majestatis, Calcarius, Egypticus; benché tali nomi siano ancora talvolta usati, le più recenti ricerche hanno dimostrato che si tratta per lo più di opere di bottega. In particolare si è riusciti a identificare una bottega della metà del sec. 14° che comprendeva fabbricieri, scultori e probabilmente anche frescanti, in stretto rapporto di collaborazione con le botteghe di pittura su vetro (Lagerlöf, 1975).
Bibl.:
Fonti. - King Alfred's Orosius, a cura di H. Sweet, I (Early English Text Society, 79), London 1883.
Letteratura critica. - J. Roosval, Die Kirchen Gotlands. Ein Beitrag zur mittelalterlichen Kunstgeschichte Schwedens, Stockholm 1911; Sveriges kyrkor [Le chiese della Svezia], I-VI, Stockholm 1914-1965; J. Roosval, Die Steinmeister Gotlands. Eine Geschichte der führenden Taufstein-Werstätte des schwedischen Mittelalters. Ihrer Voraussetzungen und Begleit-Erscheinungen, Stockholm 1918; E. Eckhoff, O. Janse, Visby stadsmur [Le mura cittadine di Visby], I-II, Stockholm 1936; A. Andersson, Die Glasmalereien des Mittelalters in Skandinavien, in CVMAe. Skandinavien, XVI, Stockholm 1964; P. Anker, A. Andersson, L'art scandinave (La nuit des temps, 28-29), 2 voll., La Pierre-qui-Vire 1968-1969; E. Lagerlöf, G. Svahnström, Gotlands kyrkor [Le chiese di G.], Uddevalla 1973; E. Lagerlöf, Gotländsk stenskulptur från gotiken [Scultura in pietra di G. di epoca gotica], Udevalla 1975; G. Svahnström, Häuser und Höfe der handelstriebenden Bevölkerung auf Gotland während des Mittelalters, in Häuser und Höfe im Ostseegebiet und im Norden vor 1500 (Acta Visbyensia, 5), Visby 1976; H. Yrwing, Gotlands Medeltid [Il Medioevo di G.], Visby 1978; R. Engeström, Visby (Medeltidsstaden, 71), Stockholm 1988.H. K. Kristensen