Poeta tedesco (Mansfeld 1886 - Berlino 1956). Formatosi nel clima dell'espressionismo, portò alcuni motivi di quella corrente (la diagnosi dell'individuo in chiave biologico-materialistica, la prospettiva pessimistica della decadenza) e i connessi risultati formali (primo fra tutti la violenta spezzatura del discorso) a un livello espressivo esemplare nelle raccolte liriche Morgue (1912), Fleisch (1917), Schutt (1919) e nelle coeve pagine narrative, fortemente autobiografiche, del Ronne (1915-16). Nelle poesie successive (Ausgewählte Gedichte, 1936) i temi più congeniali alla sua ispirazione si precisano nel senso di un decadentismo antropologico che nella visione pessimistica delle sorti della razza bianca s'incontra con le teorie nazionalsocialiste e ad esse parzialmente si accosta: è l'epoca del saggio Kunst und Macht (1933), che testimonia codesto incontro, anche se al regime hitleriano il B. aderì per breve tempo: successivamente, anzi, gli fu vietata qualsiasi attività letteraria. Durante gli anni del forzato silenzio egli venne così maturando le ragioni del suo nichilismo: i suoi versi sono riuniti in Statische Gedichte (1948), Destillationen (1953) e Aprèslude (1955). Le prose narrative sono riunite in Der Ptolemäer (1949).