BENN, Gottfried
Scrittore tedesco, nato il 2 maggio 1886 a Mannsfeldt nella Prussia occidentale. Figlio di un pastore, studiò medicina: come altri scrittori (A. Schnitzler, H. Carossa) dall'esercizio della professione passò in un secondo tempo alla letteratura. Vive ora a Berlino come medico, più per necessia che per vocazione.
Si rivelò poeta nel 1913 col volumetto Morgue, cui seguì subito Söhne (1914) e Fleisch (1917) ed ebbe una posizione dominante nel determinare il tono di tutta la lirica dell'espressionismo. Crudezza nella rappresentazione e violenza quasi esplosiva dell'espressione sono le caratteristiche della lirica di B., specie nel primo decennio. Si provò anche nel racconto (Gehirne, Lipsia 1916, e Diesterweg, Berlino 1917) ma riuscì meglio nella critica (v. i saggi raccolti nel volume Nach dem Nihilismus, Berlino 1932). Partendo da Nietzsche, egli tende a un superamento del nichilismo, ma, estremista di sinistra un tempo, ebbe l'illusione - come altri scrittori - che questo superamento fosse in atto nel nazionalsocialismo e l'accettò, almeno in un primo tempo, come testimoniano i suoi scritti Kunst und Macht (Berlino 1934) e Der neue Staat und die Intellektuellen (Berlino 1933). Scrisse anche un dramma (Der Vermessungsdirigent, Berlino 1919) e il testo di un oratorio (Das Unaufhörliche, Magonza 1931) musicato da P. Hindemith.
Edizioni: Gesammelte Schriften, Berlino 1921; Gesammelte Gedichte, ivi 1927; Gesammelte Prosa, Stoccarda 1928; Ausgewählte Gedichte, 1936. Alcune liriche sono state tradotte da L. Traverso, in Poesia moderna straniera, Roma
1942, pp. 99-106.
Bibl.: K. Mann, G. B.'s Prosa, in Die Literatur, XXXII, 1929-30; M. Paschke, Gespräch um G. B., in Die Literatur, XXXVI, 1933-34; A. Schelzig, G. B., in Germania, n. 122, 1936; E. Gürster-Steinhausen, G. B. ein Abenteuer der geistigen Verzweiflung, in Die Neue Rundschau, n. VI, 1947, p. 215-226.