Cavaliere tedesco (Jagsthausen 1480 circa - Hornberg 1562). Al servizio del margravio di Brandeburgo, prese parte col suo signore ad alcune campagne nella guerra di successione di Baviera (1504), e, perduta la mano destra, dové sostituirla con una specie di guanto di ferro che gli consentì di maneggiare la spada. Tipico rappresentante della piccola nobiltà tedesca senza beni di fortuna, turbolenta e dedita ai colpi di mano, e anche alle grassazioni contro pacifici mercanti. Molti suoi impieghi di guerra furono al soldo e per incarico di grandi signori. Ebbe spesso a fianco il suo fido amico Franz von Sickingen. Nel 1519, battendosi contro la Lega sveva, fu fatto prigioniero e stette tre anni a Heilbronn. Nella guerra dei contadini parteggiò per questi ultimi, e fu a capo delle truppe dell'Odenwald, ma se ne allontanò ben presto; la Lega sveva lo imprigionò di nuovo dal 1528 al '30, lasciandolo poi libero sulla parola, ma internato nel suo castello di Hornberg sino al 1540. Carlo V lo liberò per valersene contro i Turchi (1542) e contro i Francesi (1544). La sua autobiografia (edita nel 1731) servì di fonte a Goethe per il dramma Götz von Berlichingen (1773).