GRACIÁN y MORALES, Baltasar
Scrittore spagnolo, nato l'8 gennaio 1601 a Belmonte, morto a Tarragona il 6 dicembre 1658. Studiò nel collegio dei gesuiti di Calatayud e di Huesca, e nel 1631 entrò nella loro Compagnia. L'amicizia del letterato e mecenate V.J. de Lastanosa gli diede modo di conoscere molti eruditi e soprattutto di affinare la propria cultura nella sua biblioteca. A Madrid (1640-41), il G. si acquistò fama di gran predicatore. Durante la guerra di Catalogna si trovava a Saragozza; nel 1643 reggeva il collegio di Tarragona; nel 1644 predicava a Valenza, e nel 1646 assisteva alla battaglia di Lérida, come cappellano. Ma con la pubblicazione della prima parte del Criticon (1651), edita con il pseudonimo di García de Marlones, il G. si attirò l'accusa di scrittore mondano e una riprensione disciplinare, resa più aspra dalla pubblicazione della terza parte (1657), che gli procurò la destituzione dalla cattedra di Sacra Scrittura ch'egli teneva a Saragozza dal 1652, il divieto di predicare e infine l'esilio a Tarragona. In seguito la Compagnia di Gesù glorificò lo scrittore.
Con El Héroe (1637), il primo dei suoi trattati, il G. volle dare il ritratto ideale del principe e del perfetto uomo politico, il cui tipo vede realizzato in Filippo IV. Nel Político Fernando(1640) il G. incarna queste qualità nella figura di Ferdinando il Cattolico, di cui tesse l'apologia. Col Discreto (1646), ch'è il più agile e più vario dei suoi trattati, egli mira a formare l'uomo mondano perfetto, padrone di sé e conscio della civiltà in cui vive. Questo tipo di umanità, che ha stretta parentela con l'"uomo savio" del Guicciardini ed è in parte evoluzione del "cortegiano" del Castiglione, metterà capo all' "honnête homme" del Settecento. Con l'Oráculo manual (1647), raccolta di trecento massime, il G. cercava di compendiare il suo pensiero morale, riconnettendosi alla tradizione degli scrittori politici italiani. Questo volume ebbe un successo sempre più crescente all'estero; ad esso attinsero largamente i moralisti francesi del Seicento e del Settecento ed esercitò una certa influenza sul Nietzsche. Il Criticón (1651-1653-1657), il capolavoro del G., è un romanzo allegorico filosofico, diviso in tre parti che corrispondono alle tre stagioni della vita umana. L'idea su cui si basa non è nuova, ma nuovo è l'atteggiamento che le dà la fantasia dello scrittore. Attraverso l'esperienza dei due protagonisti - Critilo, l'uomo del senno, e Andrenio, l'uomo della natura - il G. tocca tutti i problemi che possono interessare il filosofo, il moralista e l'uomo di stato. Il successo di quest'opera fu grande in Spagna e fuori. L'Agudeza y arte de ingenio (1648), apparsa già col titolo di Arie de ingenio (1642), è il più famoso trattato del concettismo; ma, più che un libro teoricamente approfondito e sviluppato, è un'antologia di preziosità dello stile secentistico.
Per i suoi trattati e per il suo Criticón, il G., assieme al Quevedo, occupa uno dei primi posti tra i moralisti spagnoli del Seicento. Ebbe certo molti vizî comuni ai concettisti contemporanei e spesso cade in oscurità voluta e in una soverchia raffinatezza; ma di solito la sua sentenziosa concisione è efficacissima e traduce quella sensibilità moderna dello scrittore che lo rende sempre vivo e attuale.
Ediz.: El discreto, Oraculo manual, El Héroe, in Bibl. de Aut. Esp.. LXV; El Héroe e El discreto, con pref. di A. Farinelli, Madrid 1900; El Héroe, a cura di A. Coster, Chartres 1911; El criticón, a cura di J. Cejador y Frauca, Madrid 1913; Cartas autografas de B.G., a cura di A. Bonilla y San Martín, in Revista critica Hisp.-Am., II (1916), pp. 121-135.
Bibl.: K. Borinski, B. G. u. die Hofliteratur in Deutschland, Halle 1894; B. Croce, I trattatisti italiani del "concettismo" e B.G., Napoli 1899; A. Morel-Fatio, Sur les moralistes espagnols ecc., in Bull. hisp., XII (1910); id., G. interprété par Schopenhauer, in Bull. hisp., XII (1910); V. Broullier, Notes sur l'Oráculo Manual de B. G., in Bull. hisp., XIII (1911); A. Coster, B. G., in Rev. hisp. XXIX (1913); A. F. G. Bell, B. G., Oxford 1921; A. Farinelli, G. y la literatura de Corte en Alemania, in Ensayos y discursos, II, Roma 1925; V. Bouillier, Traduction du "Discreto", in Bull. hisp., XXVIII-XXXIII (1926-1931); L'oracolo manuale, trad. ital. di E. Mele, Bari 1927.