Graminacee
Le spighe diffuse in tutto il mondo
Ampie distese erbacee come le steppe dell'Asia, le savane dell'Africa, le praterie dell'America Settentrionale o le pampas dell'Argentina hanno una caratteristica che le accomuna: sono dominate dalle Graminacee. Oltre ai cereali coltivati ovunque, la famiglia delle Graminacee comprende molte piante spontanee comuni come le canne o la gramigna. Tra le piante che crescono negli ambienti costieri sabbiosi, un ruolo fondamentale è dato dallo sparto pungente, la cui tutela è indispensabile per formare e proteggere le dune di sabbia che ostacolano l'avanzamento del mare e la conseguente riduzione delle coste
Questa famiglia comprende circa 8.000 specie diffuse in tutto il mondo, di altezza variabile da pochi centimetri a più di qualche metro. Alcune sono annuali perché producono i semi entro l'arco di un anno, altre sono perenni perché vivono un certo numero di anni e producono i semi più volte nel corso della loro vita. Durante la stagione sfavorevole le piante perenni hanno la parte aerea che emerge dalla superficie del terreno completamente secca, mentre sopravvivono i loro fusti sotterranei modificati, detti rizomi. Durante la stagione favorevole dai rizomi si sviluppa una nuova parte aerea verde con i fiori. Alla famiglia delle Graminacee appartengono tutti i cereali come il frumento, il mais, il riso e l'orzo, ma anche altre piante molto note come la gramigna, lo sparto pungente, la canna da zucchero e il bambù.
Le Graminacee sono tutte piante erbacee perché non hanno né rami né un fusto legnoso. Il loro fusto non legnoso si chiama culmo ed è caratteristico perché cilindrico e in parte vuoto, come dimostra la facilità con cui è possibile piegarlo. Il culmo di una qualsiasi di queste piante presenta, a intervalli più o meno regolari, tratti ingrossati e pieni all'interno detti nodi, e tratti più sottili cavi, chiamati internodi. I nodi e la parte più bassa degli internodi sono avvolti dalla base di una foglia che, come una guaina, li abbraccia aderendo alle loro pareti; il tratto più alto dell'internodo, invece, è praticamente scoperto perché la foglia si distacca dal culmo, cresce come una lamina in direzione parallela a questo e si allunga verso l'alto.
Tutte le foglie delle Graminacee, inoltre, sono lunghe, strette e parallelinervie, cioè con nervature che scorrono sulla superficie in direzione parallela tra loro. Sono disposte a coppie, una di fronte all'altra, o si alternano a destra e a sinistra lungo il culmo. Con un po' di attenzione è facile osservare che tutte le Graminacee hanno una piccola lingua, detta ligula, tra la guaina della foglia che aderisce al culmo e la lamina che se ne discosta.
Soprattutto verso la fine della primavera o all'inizio dell'estate è molto frequente osservare, alle nostre latitudini, ampie distese erbacee con numerose spighe che occupano gran parte della superficie e che ondeggiano al vento. Non tutti sanno che ciascuna spiga è formata da tante infiorescenze parziali dette spighette e che ogni infiorescenza, a sua volta, è formata da gruppi di fiori piccolissimi e molto semplici perché ridotti all'essenziale.
Ciascun fiore non ha né sepali né petali ma è avvolto e protetto da due foglioline modificate piuttosto piccole e contiene, per lo più, tre stami e un pistillo centrale. Nella spiga, gruppi di due o tre piccoli fiorellini uniti, cioè le infiorescenze, sono avvolti e protetti da altre due foglioline modificate dette lemma e palea. La protezione di ciascuna spighetta, a sua volta, è assicurata da altre due foglioline modificate, più grandi delle precedenti, dette glume. In conclusione la spiga delle Graminacee è tutt'altro che semplice e può essere paragonata a una scatola cinese che contiene al suo interno tante altre scatole: ognuna corrisponde alle foglioline modificate che avvolgono e proteggono al loro interno gruppi o singoli fiori.
Osservando da vicino una spiga durante il periodo di fioritura è facile riconoscere gli stami, quei filamenti piuttosto lunghi che pendono all'esterno e che portano ancorate alle estremità le antere, cioè le sacche che contengono il polline. Anche un soffio di vento debolissimo fa muovere gli stami e provoca la fuoriuscita del polline che è trasportato dal vento a caso anche a distanze molto grandi perché leggerissimo. I fiori di tutte le Graminacee, infatti, hanno caratteristiche che li accomunano a tutte le piante anemofile, cioè impollinate dal vento. Proprio perché non hanno bisogno di attirare gli insetti impollinatori, sono piccolissimi, poco vistosi, senza profumo e senza nettare. È proprio a causa di questa proprietà anemofila che le allergie stagionali alle Graminacee sono così diffuse su tutto il territorio!
Oltre ad avere gli stami ben esposti all'esterno, ciascun fiore ha sull'estremità del pistillo, la parte femminile dove è protetta la cellula uovo, due stimmi molto lunghi e piumati, così fatti per catturare i granuli di polline sparsi dal vento. È a questo punto, una volta avvenuta la fecondazione, che la spiga stessa si trasforma in un'infruttescenza che porta numerosi e piccoli frutti secchi detti cariossidi o comunemente chicchi.
Basta osservare alcune piante molto comuni che crescono spontaneamente alle nostre latitudini per riconoscere tra esse delle Graminacee. Alcune vivono in condizioni ambientali particolari, tanto che a un occhio esperto basta la loro presenza per avere informazioni sul luogo. Le canne di palude (Phragmites australis), per esempio, indicano zone in cui ristagna l'acqua, corsi d'acqua o ambienti generalmente umidi. Sono piante piuttosto note, facili da riconoscere, da non confondere però con le canne comuni (Arundo donax), a loro molto simili, coltivate per uso agricolo. Entrambe hanno fusti alti più di 2 m, foglie grandi e fiori raccolti in infiorescenze particolari dette pannocchie.
Un'altra graminacea molto comune è la gramigna (Cynodon dactylon), alta fino a 40 cm, diffusa nei prati sia perché molto resistente sia perché cresce rapidamente su tutti i terreni, tanto da essere considerata una pianta infestante. Non sempre è facile riconoscerla in un prato soprattutto quando i tagli frequenti impediscono di osservare le spighette sottili di questa pianta, dal colore violaceo.
È difficile immaginare spiagge ricoperte da vegetazione. Eppure lungo le coste meno frequentate dall'uomo alcune piante si sviluppano così tanto da ricoprire una superficie che avanza fino al mare. Si tratta di piante che vivono in ambienti difficili caratterizzati da vento, aria salmastra e da scarsa disponibilità di acqua.
Lo sparto pungente (Ammophila arenaria) è la pianta più importante degli ambienti costieri sabbiosi e cresce spontaneamente lungo le coste del Mediterraneo. È caratteristica perché cespitosa, cioè il suo aspetto è simile a quello di un cespuglio erbaceo. Dai suoi rizomi affondati nella sabbia non si sviluppa un culmo isolato, ma tanti culmi, che ricordano i giunchi, molto vicini tra loro e alti fino a 60 cm. Senza questa pianta i granelli di sabbia molto leggeri sarebbero trascinati via dal vento. Al contrario, dove presente, è come una barriera che li blocca, li intrappola e ne favorisce l'accumulo formando e rendendo stabili le dune, talvolta molto estese e tanto alte da raggiungere anche qualche metro.
Lungo quelle coste, dove la presenza e l'azione dell'uomo è poco marcata, le dune sabbiose ricoperte dalla vegetazione sono ampiamente sviluppate e impediscono al mare di avanzare verso la terraferma, ostacolando la riduzione delle spiagge, fenomeno questo sempre più evidente e diffuso. Ecco perché salvaguardare lo sparto pungente significa contribuire alla difesa delle coste sabbiose.