Vedi GRAMMICHELE dell'anno: 1960 - 1994
GRAMMICHELE (v. vol. III, p. 999)
Nel 1959 e successivamente nel 1970-1971 è stata ripresa l'esplorazione della vasta necropoli preistorica che si estende nella contrada Madonna del Piano fino alla Fossa della Badia, al confine tra i comuni di G. e Mineo, già nota per le scoperte di P. Orsi. Vi si è riscontrato l'uso di un rito funebre a inumazione individuale con scheletro supino in semplice fossa, in genere delimitata da pietre, oppure l’enchytrismòs con scheletro rannicchiato entro grande pìthos. I corredi comprendono scarso vasellame, generalmente brocchette e askòi grezzi o con decorazione dipinta a motivi piumati e inoltre boccali, «teiere», scodelle carenate. Assai numerosi sono invece gli oggetti in bronzo: soprattutto fibule, presenti in ricche serie, con arco semplice e appena ingrossato o con arco a gomito del tipo «di Cassibile», coltellini a fiamma con manico a occhio, rasoi quadrangolari, ecc. Nelle sepolture femminili compaiono oggetti di significato incerto come gli «strumenti musicali» costituiti da una serie di tμbetti cavi in lamina bronzea collegati a una fettuccia forata che veniva portata appesa al collo mediante una catenella. Quasi assenti le armi, con l'eccezione di schinieri e di una spada con fodero in lamina bronzea finemente decorata. Si segnala la presenza di rari manufatti in ferro, qui documentato per la prima volta in Sicilia e forse riconducibile al commercio fenicio (Bernabò Brea). Questa necropoli, databile intorno al X sec. a.C., pur presentando diversi elementi in comune con la contemporanea facies di Cassibile, caratterizzata dal rito della sepoltura collettiva entro grotticella artificiale e da profondi legami con le precedenti culture diffuse nella Sicilia centro e sud-orientale, appare anche influenzata dalle culture della penisola italiana e presenta forti affinità con la fase dell'Ausonio II di Lipari e con l'abitato della Metapiccola di Lentini, riallacciandosi quindi alle tradizioni mitiche relative a migrazioni di popoli dall'Italia verso le isole Eolie e la Sicilia nel corso delle fasi finali dell'Età del Bronzo.
Di recente sono state riprese le indagini nell'area del centro siculo-greco individuato da P. Orsi presso le colline di Terravecchia. È stata parzialmente messa in luce una necropoli di tombe a grotticella con ricchi corredi databili nel corso del VI sec. a.C. e riferibili a una numerosa e prospera popolazione indigena che intratteneva regolari contatti con i Greci, probabilmente di stirpe geloa o calcidese. In una delle sepolture, insieme a ceramica di importazione corinzia, attica, greco-orientale e di produzione indigena, è stato rinvenuto un raro cratere laconico figurato databile verso il 570-560 a.C., attribuibile a un maestro per il quale si è proposta la denominazione di Pittore del Cratere di Grammichele. Sono state inoltre individuate tracce dell'abitato arcaico strutturato a terrazze e con case probabilmente influenzate da modelli greci. Presso i resti di un'abitazione è stata rinvenuta una lastra frammentaria in terracotta con decorazione figurata dipinta vicina alla corrente artistica geloa.
Le colline di Terravecchia, situate in un'area intermedia tra la sfera di espansione di Gela e quella di Catania e Lentini, rivestivano una posizione strategica importante che ha certo influito sul processo di nascita e di sviluppo di questo centro, sia in funzione di controllo di una via interna di traffico, sia, probabilmente, in funzione di crocevia per gli scambi tra popolazioni greche e indigene.
Frequenti rinvenimenti sono inoltre stati effettuati nel territorio circostante che, fertile e ricco di materie prime, fu intensamente sfruttato sia in età greca che in età romana tramite l'insediamento di fattorie e luoghi di culto.
Bibl.: L. Bernabò Brea, E. Militello, S. La Piana, in NSc, XXIII, 1969, pp. 210-276; L. Bernabò Brea, in P. Pelagatti, G. Voza (ed.), Archeologia nella Sicilia sud-orientale (cat.), Napoli 1973, pp. 66-69; G. M. Bacci, in Atti del VI congresso internazionale di studi sulla Sicilia antica, Palermo 1984 (Kokalos, XXX-XXXI, 1984-1985), Roma 1987, pp. 713-715; ead., Un nuovo cratere laconico figurato da Terravecchia di Grammichele, in BdA, LXXIII, 1988, 47, pp. 1-16.