GRAN BACINO (A. T., 121-122, 140-141)
Una delle più vaste (600 mila kmq. all'incirca) regioni naturali dell'America Settentrionale, abbracciante quasi tutto il territorio dello stato di Nevada e più o meno larghe strisce degli stati finitimi; limitata grosso modo dall'Altipiano della Columbia a N., dalle Rocciose e dall'Altipiano del Colorado a E., dalla Catena delle Cascate e dalla Sierra Nevada a O., mentre a S. trapassa insensibilmente nei deserti che si estendono sulle due rive del Colorado. Il nome (che le fu dato da J. C. Frémont, 1843-45) Nevada può indurre in errore. La regione è un immenso altipiano, elevato in media 1300-1800 m., inclinato in complesso verso S:, coperto da potenti masse di depositi, dalle quali emergono più serie di catene, estendentisi, con direzione pressoché parallela da S. a N., per un centinaio di km., o poco più, e larghe di rado oltre i 10-15 km. Si ha qui a che fare con un'area montuosa corrugata in epoca postgiurassica e poi quasi spianata, che durante il medio Cenozoico venne frammentandosi in zolle variamente dislocate e inclinate, e incidendosi profondamente, mentre le parti depresse si andavano colmando sotto i materiali strappati alle parti in rilievo. Oggi il Gran Bacino rappresenta una delle più ampie aree senza deflusso del continente; i laghi, che si allineano a O. e a E. lungo il fianco delle più elevate catene marginali (Sierra Nevada, M. Wahsatch), sono tutti in diverso grado salati, e nessuno dei fiumi, neppure i maggiori (Humboldt, Quinn) raggiunge il mare. Né mancano vere criptodepressioni, delle quali la più nota è la Death Valley (84 m. sotto il livello del mare).
Data l'estrema aridità del clima, larghi spazî sono deserti; vegetazione arborea si ha solo sui fianchi delle montagne o a notevole altezza (1500 m. a N., 2000 e più a S.). Nel resto domina la steppa alofila a sage-brush (Artemisia tridentata), suscettibile tuttavia di trasformazione, mediante l'irrigazione artificiale. Le risorse minerarie sono notevoli: borace (Death Valley, Mohave Desert), soda (Owens Lake) e sali di potassa (Searles Lake) soprattutto.
Bibl.: Della ricca bibliografia, cfr. W. M. Davis, The Mountain Ranges of the Great Basin, in Science, XIV (1901), p. 457 segg.; G. D. Londerback, Basin Range Structure in the Great Basin, in Univ. Cal. Publ. Dep. Geol., XIV (1923), pp. 329-76; id., Morphological Features of the Basin and Range Displacements, in ibid., XVI (1926), pp. 1-42; G. K. Gilbert, Studies of Basin Range Structure, in Prof. Pap. of the U.S. Geol. Surv., CLIII (1928).