GRANATO (dal lat. granatus "a grani"; fr. grenat; sp. granate; ted. Granat; ingl. garnet)
Il granato è un ortosilicato neutro di varî elementi, bivalenti, trivalenti, rappresentabile mediante la formula generale Rii3Riii2(SiO4)3, nella quale Rii - calcio, magnesio, ferroii, manganese, Riii = alluminio, ferroiii e cromo. In taluni granati è presente anche il titanio, in altri l'ittrio e il sodio. Degli elementi bivalenti il più comune è il calcio, dei trivalenti l'alluminio. Per la variabilità di composizione chimica il granato, più che una specie minerale a sé, costituisce un gruppo o una serie di miscele isomorfe naturali dovute all'associazione, in proporzioni variabilissime, di termini, ai quali si può attribuire la seguente composizione teorica:
I granati cristallizzano nel sistema monometrico, classe esacisottaedrica. I cristalli ben formati sono frequenti; le forme, peraltro, non molto numerose. La forma più comune, che ne caratterizza l'abito, è il rombododecaedro, poi viene l'icositetraedro {211}, isolato o in combinazione con la prima alle quali si associano, talvolta, l'esacisottaedro {321} e altri (v. figura). Il cubo e l'ottaedro sono rari. I granati hanno durezza 7-7,5 (Mohs), taluni anche minore, altri, quasi 8. Il peso specifico varia tra 3,4 4,3 in relazione alla grande variabilità di composizione chimica, dalla quale dipende pure, ma non sempre, il colore. Anche la trasparenza oscilla entro ampî limiti; taluni granati sono infatti limpidissimi, altri opachi. In sezione sottile sono, però, tutti trasparenti. La lucentezza è vitrea. L'indice di rifrazione 1,74 (grossularia) e 1,91 (melanite). Il granato è otticamente isotropo, spesso, però, ha birifrazione anomala. La sfaldatura è imperfettissima secondo (110), tanto che nella rottura.;: ottengono solo frammenti a superficie scheggiosa concoide. Al cannello la grossularia fonde facilmente in un vetro incoloro o verdiccio; in uno scuro magnetico la melanite; difficilmente il piropo; l'uvarovite è infusibile.
I granati sono composti assai stabili e quindi si trovano normalmente inalterati. Non mancano, tuttavia, trasformazioni periferiche in serpentino e in clorite. Inattaccabili o quasi dagli acidi, e relativamente poco anche dal fluoridrico, solo le varietà riccamente titanifere vengono decomposte dall'acido cloridrico e gelatinizzano. Dopo fusione la maggior parte delle altre varietà si Comportano, però, analogamente.
Varietà. - Dei granati si sono fatte numerose varietà, raggruppabili in base alla loro composizione chimica, come segue: Granati illuminio e ferro. - Ha questa composizione l'almandino (il carbunculus alabandicus di Plinio) di colore rosso carminio o anche rosso vinoso, che è il più noto, il più comune e il più pesante dei granati. I. a sua giacitura normale è entro alle rocce scistose metamorfiche. S'incontra nelle Alpi Occldentali in Val Passiria ove al M. Nevoso accompagna dei giacimenti metalliferi, nell'Ötztal nel Tirolo, Norvegia, Colorado, ecc. Grossi individui, ma opachi, fino a qualche decimetro di diametro, compaiono nelle pegmatiti di Olgiasca sul Lago di Como, di Candoglia nell'Ossola, a Craveggia in Val Vigezzo, a Camasco e Isolella in Val Sesia. Magnifici esemplari a Stickeen River nell'Alasca. pure frequente, e in granuli limpidi, nelle alluvioni gemmifere dell'India e dell'Africa sud-occidentale.
Al granato di alluminio e calcio appartiene la grossularia verdiccia, talora anche acroica, giallognola, rosso giacinto. S'incontra di preferenza nei calcari metamorfici per contatto e nei cloritoscisti. In Italia a Tiriolo (Catanzaro), nella Valle di Fassa, al Vesuvio. Bei cristalli rossi provengono dal Messico, cristalli brunicci dal Banato, dalla California. È ancora essenzialmente un granato alluminico-calcico la Hessonite, di un colore rosso cannella che in stupende cristallizzazioni, note in tutto il mondo, si presenta nelle granatoliti dei serpentinoscisti della Val d'Ala e di altre località delle Alpi occidentali. È sempre dello stesso tipo il granato della Valle di Vizze (Bolzano), della Zillerthal, di Achmatovsk negli Urali. A Ceylon la hessonite si trova erratica e in cristalli splendidamente colorati e limpidissimi.
È un granato di alhtwinio e magnesio il piropo, spesso cromifero, così chiamato (da πυρωπός) per il suo bel colore rosso fuoco. È notevole per la trasparenza e limpidezza e perché quasi unicamente in granuli tondeggianti. Si trova nelle peridotiti e nelle serpentine derivanti da queste, a Gorduno nel Bellinzonese. Importanti i giacimenti della Boemia, "rubino di Boemia", e della Sssonia. È abbondante nelle kimberliti diamantifere dell'Africa Australe, "rubino del Capo". È sempre piropo il "granato di Fashoda" della regione orientale del territorio del Tanganica. Si trova pure nelle sabbie di Santa Fé (Nuovo Messico) nell'Arizona e nell'Utah.
Il granaio di ferro trivalente e calcio, detto anche, più brevemente, granato ferrico, comprende l'andradite, di cui sono state fatte numerose sottovarietà. Quella verde è detta demantoide e s' incontra nelle serpentine del Passo della Rossa tra Val Devero e Val di Binn e in Val Malenco ove si presenta in masserelle tondeggianti avvolte dall'amianto, ciò che le ha fatto dare il nome di "semenza dell'amianto". Giallognola è la topazzolite dei litoclasi delle masse diopsidiche della Val d'Ala in Piemonte e del Vallese. La melanite, che è pure un granato ferrico, è nera e da taluni considerata quale sottovarietà titanifera dell'andradite. Si trova di preferenza nelle rocce eruttive basiche della serie alcalina, p. es., nei tufi vulcanici di Frascati e dei M. Albani, nei proietti del Vesuvio e del Lazio, nelle formazioni nefeliniche e leucitiche di Kaiserstuhl presso Friburgo in Brisgovia.
La spessartite, da Spessart (Baviera), è un granato di alluminio e manganese poco frequente. È di colore giallo miele o anche giallo-bruno e allora ricorda la hessonite: talora anche rosso giacinto. In Italia fu rinvenuta nel granito dell'Isola d'Elba e in masse compatte a S. Marcel in Valle d'Aosta. Insieme con piemontite anche a Cères presso Lanzo Torinese. In Germania è frequente nelle pegmatiti dello Spessart. Nelle pegmatiti tormalinifere della Sierra di S. Pedro Martir nella Bassa California si presenta in cristalli ben formati della grossezza anche di 7 cm., colorati in rosso scuro o rosso bruno. Una certa importanza industriale ha il giacimento di Amelia Court House (Virginia) negli Stati Uniti.
Il granato di calcio e cromo o uvarovite, dedicato al ministro russo S.S. Uvarov, ha colore verde smeraldo ed è il più bello, ma anche il più raro, dei granati. Quasi sempre in piccoli cristalli, non di rado in incrostazioni. È birifrangente e associato di preferenza a cromite. I migliori esemplari provengono da Bisersk negli Urali e da Makri (o Fethiye) in Asia Minore. Granati prossimi per composizione all'uvarovite furono trovati nei Pirenei e in Italia, a S. Marcel in Valle d'Aosta e anche in Val Malenco.
Riproduzione artificiale. - I granati hanno, in molti casi, una genesi abbastanza chiara, giacché si tratta di prodotti sicuramente magmatici nelle rocce eruttive profonde o superficiali, di prodotti piroidatogeni o pneumatolitici nelle pegmatiti, di prodotti di metamorfismo nelle formazioni scistose cristalline. Le condizioni di sintesi, peraltro, sono ancora molto oscure. Infatti dal sistema ternario SiO2−Al2O3−CaO non si ottiene grossularia. E neanche dalle fusioni delle singole varietà di granato si arriva, con la solidificazione, al granato di partenza, giacché questo, anche prima di fondersi, si sfascia (fusione incongruente) e dà nella consolidazione un insieme di minerali diversi. Il caso più semplice di sintesi è sempre quello della formazione della grossularia, partendo dall'ortosilicato di calcio e dal cloruro di alluminio.
Usi e applicazioni. - I granati limpidi e ben colorati vengono tagliati e usati come pietra ornamentale e a questo scopo principalmente le varietà rosse: il piropo, specie quello della Boemia, e l'almandino. Ma si utilizzano anche le grossularie quando se ne abbiano cristalli colorati e trasparentissimi, la hessonite e la melanite con la quale si fanno collane e monili da lutto. Pure impiegata è la spessartite, trasparente, della Virginia in America e del Madagascar, e, più raramente, l'uvarovite e il demantoide (v. pietre preziose). L'almandino è poi largamente sfruttato come materiale abrasivo, per farne carte e tele smeriglianti di colore rosso che servono per lavorare il legno e il cuoio. Anche nella pulimentazione delle lastre di vetro ha preso speciale voga, in questi ultimi anni, lo smeriglio di granato. Quello proveniente dalla Baviera è noto in commercio come "smeriglio bavarese". I più forti produttori di granato abrasivo sono, attualmente, gli Stati Uniti d'America (tonn. 7646 nel 1925), ove le rocce granatifere sono abbondantissime. Vengono poi il Giappone e la Spagna. In Italia alcune sabbie dell'Adriatico contengono granato in notevole quantità e sono usate come abrasivo (sabbia terebrante di Pesaro).
V. tavv. a colori.